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Meglio l'olio di ricino che dare una cattiva notizia

4 Marzo 2009 | di Arduino Mancini Lodi, Cazziatoni, Feedback - Storie Storielle Storiacce

Dare a qualcuno una cattiva notizia può essere piacevole quanto bere a canna un litro di olio di ricino.

E quando la cattiva notizia la deve dare il capo al collaboratore allora molti capi preferirebbero di gran lunga l’olio di ricino.

Quello dell’auditor interno è un mestiere che non vuole fare nessuno o quasi: a spulciare scartoffie per scoprire se le cose sono state fatte seconde le procedure ci si fa sempre dei nemici.

Perché un auditor non è un auditor se non scopre irregolarità, e difficile vederlo a mensa con la persona che ha pescato a fare un a fesseria.

Aristide Persichetti, brillante funzionario amministrativo di una multinazionale, da tempo spingeva per assumere un ruolo di gestione.

Sia il direttore amministrativo sia il direttore del personale concordavano che la persona “doveva” crescere, anche perché la sua posizione in classifica era al vertice per il suo inquadramento: se Aristide avesse lasciato la società avrebbero dovuto darne ragione nella relazione al cda e sarebbe stato imbarazzante.

Il capo dell’auditing interno andava in pensione e l’occasione era ghiotta. Certo, la posizione non era il massimo della vita, ma dirigenza e benefit vari avrebbero addolcito il tutto.

Unico neo: quella posizione era la sola che Aristide non avrebbe gradito e lo aveva più volte ripetuto.

I due direttori decisero di andare avanti lo stesso. Chi avrebbe dato la notizia ad Aristide? Entrambi naturalmente, perché per nulla al mondo avrebbero voluto privarsi di questo piacere.

Il giorno successivo la sorte di frappose fra i due manager e i loro dovere di capo: il direttore amministrativo fu colto da un fulminante virus intestinale che lo mise fuori uso per una settimana, mentre il direttore del personale fu improvvisamente convocato a Londra per un meeting di 2 giorni circa le strategie di sviluppo delle risorse umane del gruppo.

Aristide seppe della promozione dall’ordine di servizio che, per procedura, esce automaticamente a 48 ore da ogni mutamento organizzativo e che, per pura coincidenza, nessuno aveva provveduto a fermare.

Aristide fu un ottimo auditor, capace di contenere il numero di nemici.

Raccontano che lasciò la società dopo tre anni per assumere la direzione amministrativa in una media impresa. Le dimissioni furono comunicate attraverso la classica lettera, senza alcun annuncio informale.

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