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Vigili e imprenditori a scuola di teatro.

12 Luglio 2010 | di Arduino Mancini Diversità - Politica, politici, politicanti


A Battaglia Terme, in provincia di Padova, il sindaco leghista ha indetto a maggio un concorso per assumere un vigile urbano.

Nessuna discriminazione di razza o religione, ma la chiara comprensione della lingua veneta costituisce titolo preferenziale per avere il posto.

Qualche mese fa sempre la Lega Nord ha inserito in una legge un emendamento, successivamente ritirato, che avrebbe richiesto la conoscenza della lingua italiana a chiunque intendesse aprire un esercizio commerciale.

Polemiche, proteste, accuse.

Chi, come me, ha venduto in veneto, sa che fare affari senza parlare il dialetto è davvero dura: le persone, infatti, tendono a parlare la lingua locale e comunicare non è sempre agevole, specie all’inizio.

Non basta perciò parlare italiano: bisogna conoscere il dialetto, allora si “entra” davvero.

La proposta della Lega, in sostanza, non mi scandalizza: conoscere la lingua nella quale si fanno affari appare quanto meno sensato.

Tuttavia, ritengo che debba essere possibile imparare la lingua locale e per fare questo servono insegnanti accreditati.

Cercando sulla rete ho scoperto che l’unico corso di lingua veneta è organizzato dalla Accademia del Teatro in Lingua Veneta, che non sembra avere una missione diretta all’insegnamento.

Che fare allora?

Due possibilità.

Iscriversi all’Accademia, imparando non solo la lingua ma anche un pezzo di sana cultura veneta (e di recitazione, che nel business non guasta mai …).

Oppure prendere ripetizioni: se non conoscete veneti posso chiedere a mio suocero, autentico sangue bellunese-napoletano nelle vene, se se la sente di darvi qualche lezione a prezzo contenuto. Qualità garantita.

Fatemi sapere.

PS: e se aprissi una scuola per lingue padane? Tanto prima o poi la faccenda della lingua locale passa…

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Commenti
Anonymous 12 Luglio 2010 0:00

Basterebbe aprire delle scuole o meglio…fare in modo che i veneti entrino in quelle che hanno gia…credo che il problema sia proprio quello…una totale ignoranza delle dinamiche e delle ragioni storiche della nostra cultura quella "italiana"…ma Cavour sicuramente non era uno lungimirante o forse non aveva considerato la voracità di uno stato nazione, PS viva i BORBONI!!!

PS un referendum per annettere la sicilia agli USA purtroppo non c'è stato…chissà che dopo 60 anni qualcuno a nord non ci riprovi…eppure una volta eravamo un grande paese…circa 2000 anni fa…ma purtroppo il medioevo e la chiesa…be torno a produrre…stile fabrichetta…

Anonymous 20 Luglio 2010 0:00

Gita a San Pietroburgo. L'anno scorso.
Difficoltà con la lingua… scendere in aeroporto, non trovare le valige… e capire cosa fare, dove andare, a chi rivolgersi, con tutte le scritte in cirillico… non è stato bello.
E soprattutto, poca disponibilità delle persone. Anche nei locali pubblici (bar, ristoranti, alberghi, TEATRI!), difficilmente "si sforzavano" per contribuire alla comprensione reciproca.
Eppure le persone che gestivano le bancarelle in uno dei luoghi più turistici di San Pietroburgo… beh! quelli sì che sapevano tutte le lingue!

Se uno vuole vendere e/o fare affari, da che mondo è mondo, deve SFORZARSI di andare incontro al cliente.

E' normale. Non è da "leghista che non sa l'italiano".

Diversa è la mia posizione al riguardo di incarichi di pubblico impiego: non sono d'accordo, infatti, sul fatto che un vigile urbano debba sapere il dialetto veneto, per esser chiari.

– Banc –

giacomo ghidelli 4 Febbraio 2011 0:00

E’ la prima volta che vedo e intervengo. E subito mi vien da diere: “Lingua veneta?” Che io sappia esiste il dialetto veneziano, quello vicentino, quello veronese, quello di Pianzano, quello di… E in molti casi, uno non capisce quello che dice l’altro. Quindi, ripeto: “Lingua veneta?” O Gesù, Gesù… dove siamo finiti con una stupidaggine continuamente ripetuta come se fosse verità senza che (quasi) nessuno l’abbia mai ostacolata. Ecco un bel tema su cui riflettere e che investe non soltanto le stupidaggini della Lega, ma anche quelle dette sulla crisi, quelle dette sulla cultura e così via. Buoni pensieri a tutti.

AM 7 Febbraio 2011 0:00

Ciao Giacomo,
benvenuto su tibicon. Scusa se ti rispondo con ritardo ma ho appenan finito di sistemare le varie “cosette” che un blog nuovo (solo nella grafica) di pacca richiede.
Per tornare alla lingua veneta difficile dissentire.
Grazie per il commento e a presto leggerti.
Arduino

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