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Quando il dolore, degli altri, diventa un business

25 Febbraio 2011 | di Arduino Mancini Capitale intellettuale, Proprietà Intellettuale

Nei mesi scorsi i media sono stati teatro di un acceso dibattito sull’opportunità che si continuasse a produrre film che avessero per tema le gesta di criminali.

L’occasione è stata l‘uscita del film Vallanzasca – Gli angeli del male, di Michele Placido.

Renato Vallanzasca, recita Wikipedia, è stato autore negli anni settanta e seguenti di rapine, sequestri, omicidi ed evasioni: condannato, complessivamente, a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione, dall’8 marzo 2010 può usufruire del beneficio del lavoro esterno.

Renato Vallanzasca ha pubblicato diversi libri (interrogate le librerie online, per credere) ed ora è uscito un film, tratto da una sua autobiografia: iniziative che hanno prodotto o produrranno reddito.

Il dibattito è stato animato dall’Associazione delle Vittime del Dovere, ONLUS costituita per iniziativa di vedove, orfani, feriti e genitori di Vittime del Dovere: essa ha la missione di preservare la memoria dei caduti e dei feriti in servizio delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate ovvero di quanti, vittime di azioni criminose, hanno donato la vita per servire lo Stato.

Cioè tutti noi.

Due i punti che voglio sollevare:

  • giusto o no far uscire libri e film che rievocano le storie di persone che hanno commesso azioni criminose?
  • giusto lasciare che persone che hanno commesso gesti criminosi traggano dagli stessi un profitto?

Mettendomi nei panni di chi ha perso una persona cara che faceva il suo lavoro per mano di un criminale rabbrividisco al pensiero di vederne perpetuate le gesta da un libro o da un film: ma non possiamo neanche dimenticare che la conoscenza può fungere da monito.

Non ho invece dubbi nel rispondere al secondo punto: i proventi derivanti da narrazioni che rappresentano vite e gesta di criminali dovrebbero essere destinati a un fondo gestito dello Stato e non ai criminali stessi.

Questo è quanto avviene in altri paesi: pratica che rappresenta, a mio avviso, un segno di civiltà.

A questo sta lavorando l’Associazione delle Vittime del Dovere, che ha chiesto al Governo di presentare un provvedimento di legge che impedisca agli autori di reati di trarre profitto dalla narrazione delle loro azioni criminose: i proventi da queste opere sarebbero raccolti in un fondo gestito dallo Stato.

Ce la faranno? Io lo spero e li sostengo.

Vi terrò informati.

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Commenti
Gerardi Giuseppe 2 Marzo 2011 0:00

Sono d’accordo sulla proposta di accreditare i proventi legali dei delinquenti vadano allo Stato e sarebbe pure il minimo di serietà di uno Stato Serio

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