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Una proposta di buon senso per rilanciare le imprese

16 Maggio 2011 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti

aziende-vitali

La scorsa settimana media e istituzioni hanno riconosciuto al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti gran parte dei meriti della tenuta dei conti pubblici, migliori di quelli di molti paesi europei (Grecia, Portogallo e Irlanda, tanto per non fare nomi) che hanno chiesto sostegno finanziario per evitare la bancarotta.

È tuttavia opportuno osservare che nel valore del debito pubblico italiano non sono compresi i debiti verso le imprese: su 17 paesi UE solo 12 ne tengono conto nel debito pubblico.

Al valore del debito pubblico presentato dal Governo “sfuggono”, infatti, alcune decine di miliardi (60, secondo alcuni) di euro di debiti verso le imprese: mentre le aziende europee incassano dallo Stato a 63 giorni quelle italiane incassano mediamente a oltre 180, con punte di 800 giorni dall’emissione del titolo di credito: per sopravvivere debbono indebitarsi e appesantire conti e competitività.

Una spirale mortale. Come uscirne?

Entrerà in vigore entro il 20 ottobre 2012 una direttiva europea che obbligherà le imprese a regolare le fatture entro 60 giorni e lo stato entro 30 giorni: una direttiva che costringerà tutti, anche lo Stato, a un segnale di civiltà.

Pur non essendo un’economista, vorrei proporre al Ministro Tremonti di cominciare fin da oggi un progressivo avvicinamento ai 30 giorni previsti dalla direttiva. Ciò consentirebbe di:

  • dare respiro alle imprese. L’Italia (+0,1% nel primo trimestre 2011) cresce meno della Germania (+1,5%) e della media UE (+0,8%);
  • dare a tutti la sensazione che non stia cercando il facile plauso valorizzando il debito pubblico in modo poco aderente alla realtà;
  • restituire alle persone, e alle imprese, la sensazione di vivere e lavorare in un paese nel quale lo Stato contribuisce, per primo, a dettare regole certe e trasparenti.

Questi tre punti, in assenza di una politica industriale non orientata all’improvvisazione, rappresenterebbero almeno una boccata d’ossigeno.

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Commenti
ada 24 Maggio 2011 0:00

magari fosse così semplice! bisogna tener conto che i pagamenti nel pubblico vanno accompagnati da due documenti il CIG (codice identificativo gara) ed il durc (documento unico regolarità contributiva) il cui tempi di rilascio, ben che vada, richiedono almeno 30 giorni!

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