t post

Come inchiodare il destinatario alle sue responsabilità...

Adesso te l'ho scritto!

14 Dicembre 2011 | di Arduino Mancini Tattiche di sopravvivenza

Post rivisto il 22 luglio 2021

Almeno una volta, confessiamolo, lo abbiamo fatto tutti:

scrivere una bella e-mail che inchiodasse il destinatario alle sue responsabilità.

E mettendo in cc mezzo mondo, proprio per non lasciargli via di scampo.

Tendenzialmente l’”adesso te l’ho scritto” viene usato “contro”:

  • colleghi che tendono ad assumere impegni verbali e a disattenderli, a loro discrezione.
    • L’e-mail ha la funzione di rendere universalmente noto il fatto che un impegno è stato assunto e che aspettiamo l’interessato al varco (noi e tutti quelli che abbiamo saggiamente messo in cc, notoriamente felici di ricevere questo genere di missiva).
    • La speranza è che il messaggio funga da deterrente e il furbacchione si dia una regolata;
  • il capo che tende a dare al collaboratore disposizione di agire in area grigia, nella quale le responsabilità non sono chiaramente definite, senza tutelarlo adeguatamente.
    • Casi tipici la vendita di prodotti ancora in fase di test (non ancora ufficialmente “rilasciati”), l’inserimento in nota spese di una cena di importo superiore a quelli limite definiti dalla direzione del personale (il classico “tu paghi io firmo”, tanto per intenderci), l’invio di una lettera spinosa a un soggetto terzo (Cliente, fornitore o altro) con il quale il capo non si vuole esporre (meglio essere prudenti…).
    • In questo caso l’e-mail rispedisce al mittente la responsabilità, spesso vestendola da messaggio che informa circa lo stato delle cose, con numero di persone in cc ridotto all’essenziale;
  • il collaboratore che tende a condividere determinati impegni e a “dimenticare” le scadenze confidando nel fatto che il capo, oberato di impegni, finisca per dimenticarsene.
    • Il messaggio e-mail ha il fine di far capire al collaboratore che il capo è sul pezzo e che c’è poco da fare i furbi.

È chiaro che l’adesso te l’ho scritto non è di semplice gestione perché il collega e (soprattutto) il capo, vedendo scoperto il gioco, potrebbero contrattaccare accusando il mittente di non nutrire la fiducia necessaria al gioco di squadra (sigh!).

Cautela quindi.

E con il collaboratore, con lui almeno possiamo stare tranquilli?

In generale direi di sì, ma un pizzico di attenzione alle relazioni che è stato capace di costruirsi non guasterà: se sono troppo in alto…

Tu cosa ne dici? Vedi altre applicazioni di “adesso te l’ho scritto“?

 

Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.

(No Ratings Yet)
Loading...
Commenti
federico 20 Dicembre 2011 0:00

caro arduino,
esiste anche il caso opposto. “Come mai non è avvenuta quella cosa?” “Non so, gli ho scritto”. Quando mi sento rispondere così, perdo il lume della ragione. Di conseguenza i miei collaboratori sanno che un ottimo modo di farmi imbizzarrire è ritenere una questione affrontata con il semplice espediente di mandare un e-mail. Se fai una telefonata ti esponi, se scrivi ottieni un salvacondotto per non far nulla fino a (improbabile) reazione altrui. “adesso gliel’ho scritto” consente meravigliosamente di illudersi di aver fatto qualcosa…
🙂
federico

    Stefano 26 Marzo 2016 0:00

    Concordo con Federico. La quintessenza della furberia poi è nell’inviare un’email, magari alle 17.59 di venerdì con scritto (rimango sul generico perché può adattarsi a qualunque situazione): “questa è la mia parte di lavoro, rimango in attesa da te di questo, questo e quest’altro, per poter proseguire”.
    In questo modo il furbetto nel week end dorme tra 4 guanciali avendo rifilato la patata bollente a qualcun altro: il furbetto dà l’idea che da quel momento eventuali ritardi dipendano dal destinatario dell’email.

AM 20 Dicembre 2011 0:00

caro federico,
bellissimo. Farò post e vignetta nel 2012.
grazie e ancora auguri.
Torna spesso, ti aspettiamo tutti.
Arduino

nino 21 Dicembre 2011 0:00

eh si, le regole della posta elettronica ……, ma come si faceva prima dell’email? si registravano le telefonate? sono convinto che la posta elettronica sia stata una vera rivoluzione con pro e contro.
un abbraccio e Auguri a tutti
nino

Alessandra 18 Settembre 2012 0:00

Personalmente utilizzo “Adesso te l’ho scritto” quando sono veramente spazientita dall’inerzia di qualcuno, se questa inerzia è in grado di compromettere il lavoro del gruppo.
Sapere che un eventuale fallimento del gruppo potrebbe far ricadere la responsabilità su di lui serve certamente a pressarlo.
Se ciò non accade, il capo saprà di chi è la colpa.
Certo, questo non ripaga del fallimento, ma almeno è un deterrente per il futuro.

Lascia ora il tuo commento (* obbligatorio)

Nome *
E-mail *
Sito Web
Commento *