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Ce lo spiega un indomabile cavallo!

Come superare la discriminazione in azienda?

9 Luglio 2012 | di Arduino Mancini Diversità
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Nello scorso febbraio ho pubblicato un articolo che mette in evidenza la discriminazione esistente nelle aziende di Fortune 500, le più grandi negli USA per fatturato, nella selezione dei top manager.

Quali sono gli aspetti interessati dalla discriminazione?

Principalmente il sesso, la razza e, udite udite, l’altezza.

In sostanza donne, minoranze etniche e persone con altezza inferiore a 175 cm hanno superiori difficoltà ad accedere a posizioni di vertice: leggi l’articolo per maggiori e interessanti dettagli.

Quale suggerimento posso dare a persone che, pur appartenendo a queste tre categorie (con evidenti complicazioni quando entrano in gioco le sovrapposizioni fra categorie…), intendono comunque tentare la scalata alle posizioni di maggiore responsabilità e meglio remunerate?

La prima riflessione va alla preparazione: se essere competenti può ragionevolmente essere considerato requisito indispensabile, è evidente che nel caso di persona discriminata la preparazione deve essere inappuntabile.

Il secondo pensiero si rivolge alle donne o alle persone di statura inferiore che ho visto accedere a posizioni interessanti.

Ebbene alcune erano consapevoli del loro “ peccato originale” e lottavano con tutte le loro forze per superarlo, non di rado con risultati apprezzabili.

La maggior parte, invece, semplicemente si comportava come se il proprio stato non potesse in alcun modo influenzare la propria carriera.

Mia moglie mi ha segnalato questa scena tratta dal film Seabiscuit, la storia di un cavallo piccolo, più piccolo dei suoi avversari e quasi cieco ad un occhio che è stato un grande campione della sua epoca.

Ecco alcune battute, in alto il filmato.

È un cavallo che ha tanta grinta: era vinto ma non domo.

Può aver perso qualche corsa ma non si è lasciato abbattere.

Da quel piccoletto abbiamo tutti da imparare.

A proposito lui non sa di essere piccolo, si crede il cavallo più grande del mondo.

Quando quelli piccoli non sanno di essere piccoli possono fare cose grandiose.

In sostanza ignorare la discriminazione rappresenta la prima regola per superarla.

Tu cosa ne pensi?

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Commenti
federico 13 Luglio 2012 0:00

Napoleone, per i francesi dell’epoca, apparteneva a una minoranza etnica (originario della Corsica) ed era piccino. Ammetto, non era una donna…
Ciao
Federico

Francesco Catalano 13 Luglio 2012 0:00

Chi mi conosce sa che, quando pronuncio l’aggettivo “volitivo”, ho sempre il riflesso di aggiungere altre 5 parole: “come tutti gli uomini bassi”.
Tu, Ardu, ne hai mai incontrato uno che facesse eccezione?
Io ancora no.

P.S le determinanti (e provvidenziali) apparizioni di tua moglie mi ricordano tanto quelle della consorte del tenente Colombo… quando ce la presenti? 😉

sabrina 13 Luglio 2012 0:00

io son donna e piccolina, ma ho il sole congiunto marte in leone come Alessandro Magno…..qualcuno non so dove stabilisce in ogni caso l’equilibrio e non vorrei essere un uomo ne tanto alto e ne soprattutto in certe posizioni!!!

AM 16 Luglio 2012 0:00

@Francesco Mia moglie tiene lontani da sé i riflettori e non gradisce che io la citi: ma io sono poco disciplinato. La conoscerai probabilmente in autunno, per la presentazione del libro che farò nel distretto della piastrella e che sto organizzando ora.
Ti (Vi) faccio sapere.
A presto leggervi Arduino

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