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Qualcosa si muove. Ma mi manca tanto il braccialetto…

9 Agosto 2013 | di Arduino Mancini Violenza sulle donne. E bambini

braccialetto-elettronico

Nella giornata di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge di 12 articoli che contiene norme che mirano a combattere il femminicidio.

Nelle parole del Presidente del Consiglio, questo provvedimento vuole “dare un segno fortissimo di cambiamento radicale sul tema, un chiarissimo segnale di lotta senza quartiere”.

Gli scopi sono tre: prevenire la violenza di genere, punire in modo certo i colpevoli e proteggere le vittime affinché non si arrivi al femminicidio.

Vediamo i punti salienti del provvedimento:

  • arresto obbligatorio in flagranza per maltrattamento familiare e stalking;
  • provvedimenti orientati a combattere il cyberbullismo;
  • aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore;
  • facoltà da parte delle forze di Polizia di estromettere il coniuge violento dalle mura domestiche in caso di rischio per l’integrità fisica della donna;
  • permesso di soggiorno per motivi umanitari a persone straniere che subiscono violenza;
  • la querela diventa irrevocabile, cioè una volta presentata denuncia  per questo genere di delitti questa non può essere ritirata. In questo modo si aumenta la probabilità di sottrarre la vittima dal rischio di una nuova intimidazione;
  • corsia preferenziale ai processi per femminicidio e gratuità di patrocinio per le vittime di violenza, a prescindere dal reddito;
  • protezione al minorenne o al maggiorenne vulnerabile chiamato a testimoniare in un processo;
  • continua informazione alla vittima circa l’iter processuale;
  • garanzia dell’anonimato a chi telefoni alla polizia informando di una violenza in corso.

Decisamente un buon inizio, che non possiamo svalutare con la considerazione che siamo in ritardo di anni e che molte vittime oggi probabilmente sarebbero vive.

A completare il provvedimento mi permetto di suggerire l’introduzione del braccialetto elettronico per chi abbia minacciato persone ed esista la concreta possibilità di violenza; collegato alle forze dell’ordine, funziona come un normale telefono cellulare e segnala in ogni momento la posizione della persona che lo indossa.

Inserito più di dieci anni fa come strumento alternativo per ridurre l’affollamento delle prigioni a causa della carcerazione preventiva, del braccialetto elettronico si è persa memoria: il ministro Cancellieri ne aveva parlato lo scorso anno per impiegarlo proprio in situazioni come queste, poi non se ne era fatto nulla.

Perché non completare un buon lavoro con uno strumento che può rivelarsi decisivo?

Tu cosa ne pensi?

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Commenti
Ilaria 29 Agosto 2013 0:00

Perchè ora che sono stati inutilmente acquistati nessuno ha più da guadagnarci economicamente e il guadagno inteso come interesse della comunità, a chi importa?

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