Negli ultimi anni mi sono imbattuto in casi in cui il coaching è stato impiegato per superare criticità di natura organizzativa o di relazione: non sempre con successo.
Un esempio?
In un caso la direzione del personale ha ingaggiato un coach per superare la situazione di conflitto generatasi a seguito di una riorganizzazione dei processi produttivi, gestita senza eccessiva cautela, che le persone si erano viste piovere addosso senza preavviso e con scarsa chiarezza.
In un altro il direttore vendite ha pensato di affidare a un coach di sua fiducia le cure di un venditore “forte” che non riusciva a gestire e che avrebbe potuto lasciare la società.
Che cos’hanno in comune questi due casi?
Prima di tutto il fatto che a scegliere il coach non sono state le persone interessate ma l’azienda, con il risultato di generare diffidenza verso un intervento non richiesto e non condiviso.
Può essere utile ricordare che il coaching è una disciplina attraverso la quale un coach sostiene lo sforzo di una persona (o di un’organizzazione) in una fase di apprendimento o di miglioramento della prestazione, comunque delimitata nel tempo, finalizzata al raggiungimento di determinati obiettivi.
Fondamentale è il clima di fiducia: senza di esso il raggiungimento di risultati rilevanti è pura utopia.
Perché allora si generano situazioni di questo genere?
Le ragioni possono essere diverse e di seguito ne riporto alcune, che possono coesistere:
Insomma, la strategia del “Mò ti faccio il coaching” sembra incontrare le esigenze dell’organizzazione, che ha la tranquillizzante sensazione di aver avviato a soluzione un problema, e del coach, che ha portato a casa l’incarico (e. speriamo per lui, il compenso).
Certo, le probabilità di raggiungere un risultato positivo in queste condizioni sono minime, ma niente paura: alla fine si potrà sempre dire di aver fatto il possibile per recuperare la situazione, ma che l’interessato proprio non ne ha voluto sapere di collaborare.
A quel punto, come spesso accade quando la soluzione tentata non è adeguata, ci si trova a dover gestire una situazione ancora più difficile, che porta spesso alle dimissioni.
Del dipendente, ovviamente.
Hai mai assistito a situazioni simili?
Se vuoi vedere un film nel quale il coaching trova un’applicazione esemplare puoi vedere Il discorso del re, un film del quale ho pubblicato schede e scene dal canale video di tibicon.
Collegamenti utili
Se vuoi approfondire il tema del coaching puoi leggere questi libri:
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