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Perché ci facciamo del male?

1 Ottobre 2013 | di Arduino Mancini Costruisci la tua resilienza - Pensiero del mattino

Henry_David_Thoreau

Stamattina leggevo un passo di Henry David Thoreau.

Stai a sentire.

Il destino del paese […] non dipende dal tipo di scheda che lasciate cadere nell’urna elettorale una volta all’anno, ma dal tipo di uomo che lasciate cadere ogni mattina dalla vostra camera nella strada.

Credo che Thoreau metta l’accento su un punto interessante.

Lo spettacolo splendidamente miserevole che la politica ci offre in questi giorni non può essere frutto di un errore di voto, ancorché ripetuto.

Esso è chiaramente il risultato di un sistematico lavoro comune, generato con il nostro “cadere ogni mattina dalla […] camera nella strada”.

Tutto sta nel capirne il perché.

Tu hai un’idea, in merito?

 

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Commenti
antoniocarta 2 Ottobre 2013 0:00

Tutti vorrebbero una nazione migliore. Litigano perché alla Camera hanno circa 600 opinioni diverse per come fare ed al Senato ne hanno circa 300. E noi non sappiamo chi incolpare.

Armando 8 Ottobre 2013 0:00

Siamo sicuri che l’uomo cada dalla camera in strada? O non, piuttosto, dalla camera su un divano? 🙂 La delega è un bel concetto, che l’ex sindaco della mia città definiva “quel meraviglioso processo con cui molti chiedono a pochi di occuparsi di tutti”; se questo però si distorce e deborda nel lasciar decidere anche cosa chiedere (comunque per tutti) allora non è manco più delega, diventa rinuncia. Ho enormi difficoltà ma sto cercando di tenermi stretti i miei spazi e di far pesare la mia voce almeno nelle strade in cui ogni mattina “cado dalla camera”: la famiglia (la più impegnativa!), il lavoro, le relazioni amicali (solo da poco) e la politica. Ciao, A.

Ilaria 8 Ottobre 2013 0:00

Concordo pienamente con Armando.

Tiziana 9 Ottobre 2013 0:00

Anch’io come te Arduino vorrei tanto capire perché.
Come Armando stò cercando di far sentire la mia voce nelle strade in cui ogni giorno cado dal mio letto, con enormi difficoltà quotidiane cerco di essere sempre orgogliosa di me stessa e di avere la coscienza, quella cosa strana che ti rimorde quando pensi di non aver agito nel bene, e di cui in tanti ne ignorano gli effetti, beati loro!! a posto. L’unica soddisfazione che ho avuto finora, a parte quella di non avere rimorsi, è che spesso incontro persone come me, allora penso che forse non tutto è perduto e questo mondo bellissimo si può ancora salvare, questo pensiero mi dà la forza di continuare a buttarmi ogni giorno in mezzo alla strada e lottare, con i pochi mezzi che ho per un futuro migliore per i nostri figli!!

Michele 14 Ottobre 2013 0:00

I Romani dicevano: Faber suae quisque Fortunae.

Penso che non esista frase più azzeccata per descrivere quello che è successo al nostro paese.

I politici sono la manifestazione di quello che siamo stati e non dovremmo essere più. Sono la nostra “emanazione”.

Ovviamente, questo vale anche per me e mi cospargo il capo di cenere impegnandomi per il futuro.

Che Dio ci aiuti

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