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Eduardo De Filippo, esperto di marketing di prodotto

10 Gennaio 2014 | di Arduino Mancini Pubblicità e marketing

Hai mai pensato che un monologo di Eduardo De Filippo potesse rappresentare uno spunto di riflessione per un professionistica del marketing o della ricerca e sviluppo prodotto?

Se quello che dico ti incuriosisce allora troverai interessante continuare con questo articolo.

Questi fantasmi è una commedia scritta nel 1945 da Eduardo De Filippo e dallo stesso interpretata per la prima volta nel 1946, al Teatro Eliseo di Roma, con la Compagnia «Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo».

La commedia narra la storia di Pasquale Lojacono, nel video ll’autore dell’opera, che prende in affitto un appartamento (18 stanze!) che sarebbe, secondo voci accreditate, abitato dai fantasmi. Il proprietario, non essendo riuscito ad affittare ad altri l’appartamento, lo ha ceduto a Pasquale gratuitamente affinché potesse riscattarlo agli occhi della gente.

L’affittuario, per dimostrare che in casa non ci sono fantasmi, deve osservare alcune regole: cantare alla mattina e alla sera e sbattere tappeti da tutti i balconi (che sono più di 60!).

Pasquale non crede ai fantasmi e prende serenamente possesso dell’appartamento; tuttavia, dopo i racconti di Raffaele il portiere e alla luce del fatto che il professore che abita nello stabile di fronte sostiene di vedere di notte i fantasmi aggirarsi nella casa, egli comincia a ricredersi.

Aggiungo che Maria, la giovane moglie di Pasquale, da tempo trattiene una relazione con un certo Alfredo; il quale Alfredo non di rado si aggira nell’appartamento lasciando tracce che rafforzano l’ipotesi dei fantasmi.

Uno dei temi principali della commedia è l’equivoco e la percezione della realtà, il “vedere ciò che si vuole vedere” e null’altro.

Sotto questa luce può essere guardato il monologo che ti presento, un capolavoro che a mio avviso presenta una caratteristica estremamente interessante: Eduardo parla del caffè con un amore e una perizia che mi piacerebbe vedere emulate da chi si occupa sviluppo e marketing di prodotto.

Per permetterti di apprezzare il video pubblico, di seguito, il testo del monologo (dal quale ho tolto le note relative alla scenografia).

Buon divertimento!

A noialtri napoletani, toglieteci questo poco di sfogo fuori al balcone … lo, per esempio, a tutto rinuncierei, tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno che uno si è fatta dopo mangiato. E me la devo fare io stesso, con le mie mani. Questa è una macchinetta per quattro tazze, ma se ne possono ricavare pure sei, e se le tazze sono piccole pure otto … per gli amici … il caffè costa cosi caro … Mia moglie non mi onora … queste cose non le capisce. È molto più giovane di me, sapete, e la nuova generazione ha perduto queste abitudini che, secondo me, sotto un certo punto di vista, sono la poesia della vita; perché, oltre a farvi occupare il tempo, vi dànno pure una certa serenità di spirito. Neh, scusate? … Chi mai potrebbe prepararmi un caffè come me lo preparo io, con lo stesso zelo … con la stessa cura? … Capirete che, dovendo servire me stesso, seguo le vere esperienze e non trascuro niente … Sul becco … lo vedete il becco? Qua, professore, dove guardate? Questo … Vi piace sempre di scherzare … No, no … scherzate pure … Sul becco io ci metto questo coppitello di carta … Pare niente, questo coppitello, ma ci ha la sua funzione … E già, perché il fumo denso del primo caffè che scorre, che poi è il più carico, non si disperde. Come pure, professo’, prima di colare l’acqua, che bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di colarla, vi dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata. Un piccolo segreto! In modo che, nel momento della colata, l’acqua, in pieno bollore, già si aromatizza per conto suo. Professo’, voi pure vi divertite qualche volta, perché, spesso, vi vedo fuori al vostro balcone a fare la stessa funzione. E io pure. Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non collabora, me lo tosto da me … Pure voi, professo’? … E fate bene … Perché, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore … A manto di monaco … Colar manto di monaco. È una grande soddisfazione, ed evito pure di prendermi collera, perché se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete … ve scappa ‘a mano ‘o piezz’ ‘e coppa, s’aunisce a chello ‘e sotto, se mmesca posa e ccafè … insomma, viene una zoza … siccome l’ho fatto con le mie mani e nun m’ ‘a pozzo piglia’ cu nisciuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso. Professo’, è passato. State servito? … Grazie. Caspita, chesto è cafè … (Sentenzia) È ciucculata. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo: una tazzina di caffè presa tranquillamente qui fuori … conun simpatico dirimpettaio … Voi siete simpatico, professo’ … ‘O vi’, mezza tazzina me la conservo, me la bevo tra una sigaretta e l’altra. Come? … Non ho capito. Aaah … si, si… Niente, professo’! lo lo dissi: sciocchezze. Non ho mai creduto a questo genere di cose, se no non ci sarei venuto ad abitare. Oramai sono sei mesi che sto qua, qualche cosa avrei dovuto vederla. E che vi posso dire … Non metto in dubbio quello che voi mi dite, ma, in questa casa, posso garantirvi che regna la vera tranquillità. Tutto quello che VOI vedete sul terrazzo, sul cornicione, fuori ai balconi… a me non risulta. Si, quello che posso dire è che, da quando sono venuto ad abitare qua, le mie cose si sono aggiustate che questa casa mi ha portato fortuna, che se avessi richieste di camere, la pensione potrebbe già funzionare, ma fantasmi, come fantasmi, è proprio il caso di dire: neanche l’ombra!

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Commenti
Ilaria 15 Gennaio 2014 0:00

Molto meglio dell’antipatico: What Else?

AM 17 Gennaio 2014 0:00

Beh, non confondiamo sacro e profano…

Armando 4 Febbraio 2014 0:00

Il top è la perizia sulla condensazione dei componenti più volatili – da me emulata senza cuppitiello, intrappolando il vapore in una tazzina di caffè rovesciata lasciando gocciolare la condensa in un’altra tazzina messa sotto, tenendole con entrambe le mani.
Vabbè. Sul monologo “applicato” penso che a questa passione ci si dovrebbe comunque allenare un po’, nei confronti del proprio lavoro, se piace, anche se non si deve vendere.
A.

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