Oggi voglio analizzare con te lo spot del dentifricio Sensodyne, un tempo distribuito solo in farmacia e oggi presente anche nei supermercati come noti brand di largo consumo (Colgate, Mentadent, Defend, per citarne alcuni).
Per comodità ho trascritto il testo, che puoi leggere di seguito, perché lo spot video è stato cancellato da Sensodyne:
La gente, sapendo che lavoro in questo campo , mi dice di avere ai denti delle fitte dolorose e si limita in alcuni semplici gesti…
… come bere delle sostanze fredde, come mangiare un gelato.
Perché privarsi di questi piccoli piaceri della vita quotidiana?
È una situazione che può essere trattata facilmente utilizzando un dentifricio specifico per i denti sensibili.
Un dentifricio come Sensodyne.
Ecco perché la gente continua ad utilizzare un dentifricio come Sensodyne.
Ti sono sfuggite le scritte in sovraimpressione? Eccole di seguito in rosso.
Perché ho questa fitta dolorosa?
(Testimonial) Letizia Marinosci – Regulatory Affairs Manager GSK CH
(Immagine prodotto) Usalo 2 volte al giorno
Ecco perché i dentisti raccomandano* – MediPragma 2014
www.sensodyne.it
Il MARCHIO N.1 PER I DENTI SENSIBILI – *The Nielsen Company A.T maggio 2014
Ora analizziamo lo spot.
Il testimonial è Letizia Marinosci, che in GlaxoSmithKline ( la casa farmaceutica proprietaria del marchio) si occupa di Regulatory Affairs, cioé della supervisione delle procedure di autorizzazione per la commercializzazione dei prodotti.
Lo spot è ambientato in un open space e la dott.ssa Marinosci, laurea in chimica a master in general management alla SDA Bocconi, ci riferisce in camice bianco delle occasioni in cui “la gente”, le riferisce “di avere ai denti delle fitte dolorose”.
Ti faccio alcune domande a proposito della testimonial:
Veniamo poi alle scritte in sovraimpressione. Anche per queste ho alcune domande:
É anche doveroso osservare che in uno spot di 30 secondi è impossibile dare i dettagli di una ricerca di mercato strutturata; con fiducia sono andato sul sito indicato in sovraimpressione e ho cercato i dati relativi alle ricerche citati ma non li ho trovati. Vuoi provarci tu? Vai al sito www.sensodyne.it.
Sono davvero tanti i punti poco chiari, vero?
Mi piacerebbe che il product manager che in GlaxoSmithKline si occupa di Sensodyne fosse consapevole che ciò che resta a chi, come me, guarda questo spot con atteggiamento critico sono alcune sensazioni:
Insomma una comunicazione che appare più concentrata nell’evitare che lo spot sia classificato come pubblicità ingannevole che nel convincere il consumatore ad acquistare il dentifricio.
Non credi?
Interessante anche che dica due volte “COME Sensodyne” – il che vorrebbe dire che ci sono ANCHE altri prodotti equivalenti, e li salvaguardia dalle possibili cause intentate dalla concorrenza…
Ciao Cesare,
acuta osservazione.
Tieni conto che oggi la pubblicità comparativa è legale, ma non hanno ritenuto utile assumersi il rischio di un paragone diretto con altri brand, Colgate in primis.
A presto leggerti,
Arduino
Osservazioni centrate! Aggiungerei che la bocca della Dottoressa, oltre a non essere bella, denota un problema di denti e non mi sembra che sia il top del testimonial del suo prodotto. E’ un po’ come il viso affaticato di Fabbricatore che denota problemi di riposo e forse di materasso. MF
Non avevo notato il particolare Manfredo.
E se la testimonial fosse stata scelta proprio per le sue imperfezioni, per ampliare il numero delle persone che con lei possono identificarsi?
Grazie e a presto leggerti,
Arduino
Io credo che quella di non adoperare una modella (ma una persona che pare “comune”) e vestirla con un camice bianco sia una scelta voluta. D’impatto mi restituisce l’impressione di una farmacista o di un medico; confesso che prima che Arduino focalizzasse questa pubblicità, vedendola in tv non avevo colto/letto che si occupasse di Regulatory Affairs.
Che dire? La pubblicità resta quello che è: pubblicità.
Il cui scopo non è informare, ma vendere.
Se vende di più, è una buona pubblicità.
Poi, ovviamente, gli strumenti di controllo sono quello che sono (questa non può essere classificata come pubblicità ingannevole, anche se sottilmente indirizza il potenziale compratore a pensare cose che non sono né dette, né scritte)…
Vabbé, è uno spot. Allora che cosa dovremmo dire di “Falqui, basta la parola?”.
Ma quanto è brutta ? Tiene la bocca tutta storta.. Personalmente non lo compro
Spot sensodyne non si dice sens si dice sensodyne
Si vede che non hai altro da fare e contestualmente ancora ti illudi che esista il libero arbitrio.
La pubblicità serve a orientarci al prodotto pubblicizzato e facendolo ci manipola perché non esiste il libero arbitrio, altrimenti non funzionerebbe mai se esistesse il libero arbitrio.
Nessuna pubblicità per orientare è vera, per una semplice ragione, è ampiamente dimostrato che vero è una parola che indica una cosa inesistente.
Sul Sensodyne la cosa buona è che funziona e pure bene, è esatto che è consigliato dai dentisti, il tuo articolo è mugugno polemico inutile.