Quando si tratta di politica, di religione ma anche di ambiente di lavoro, si costituiscono gruppi o comunità che sostengono posizioni, convinzioni o interessi diversi.
E tendiamo a schierarci su un fronte piuttosto che su un altro.
Ma
Con quale risultato?
Certamente quello di valutare la situazione senza tenere conto di tutti gli aspetti che possono avere indotto il cambiamento di posizione, perdendo pezzi importanti dello scenario.
Come potremmo affrontare diversamente la situazione?
Ecco 5 domande che potrebbero rivelarsi utili:
Credo che queste domande ci aiuterebbero a rendere meno nette le differenze fra un convertito e un traditore, oppure a rendere evidenti comportamenti strumentali.
Non credi?
Caro Arduino,
la tua riflessione su conversione e tradimento è corretta e sottile. E non si applica solo e tanto al contesto lavorativo.
Mi sono tornati in mente i Marrani cinquecenteschi, ma ancor più il bel film “Silence”, che – se già non visto – ti suggerisco. Anche per valutarne l’eventuale inserimento o meno fra le tibi pellicole.
E’ un film recentissimo, lungo (3 ore!), esigente verso lo spettatore.
Il messaggio non si applica immediatamente al contesto lavorativo, ma a quello della crescita personale – a mio avviso – profondamente sì.
A me è piaciuto e molto.
Ciao Marco,
“Silence” è in agenda.
Ho sentito opinioni contrastanti, ma il tuo commento mi spinge senz’altro al botteghino :-).
Grazie e a presto leggerti.
Arduino