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Sai rispondere a questa domanda?

Che differenza esiste fra un traditore e un convertito?

14 Maggio 2023 | di Arduino Mancini Fare il (e la) leader, che fatica… - Pensiero del mattino

Quando si tratta di politica, di religione ma anche di ambiente di lavoro, si costituiscono gruppi o comunità che sostengono posizioni, convinzioni o interessi diversi.

E tendiamo a schierarci su un fronte piuttosto che su un altro.

Ma

quando qualcuno cambia idea e si schiera dall’altra avversa, o cessa di schierarsi,
finiamo per considerarlo un convertito o un traditore.

Con quale risultato?

Certamente quello di valutare la situazione senza tenere conto di tutti gli aspetti che possono avere indotto il cambiamento di posizione, perdendo pezzi importanti dello scenario.

Come potremmo affrontare diversamente la situazione?

Ecco 5 domande che potrebbero rivelarsi utili:

  1. Se fossi da una parte diversa dalla mia, come valuterei il cambiamento di posizione della persona interessata? Lo considererei ancora un traditore (trice)/convertito (a)?
  2. Ha avuto comportamenti simili in passato?
  3. Che cosa può averlo/a spinto/a a prendere questa decisione? Famiglia, lavoro, esigenze o riflessioni particolari?
  4. Se mi fossi trovato/a nelle sue condizioni, potrei avere avuto io lo stesso comportamento?
  5. Ho avuto comportamenti simili in passato? Se sì, come sono stati valutati?

Credo che queste domande ci aiuterebbero a rendere meno nette le differenze fra un convertito e un traditore, oppure a rendere evidenti comportamenti strumentali.

Non credi?

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Commenti
Marco T 1 Marzo 2017 0:00

Caro Arduino,
la tua riflessione su conversione e tradimento è corretta e sottile. E non si applica solo e tanto al contesto lavorativo.
Mi sono tornati in mente i Marrani cinquecenteschi, ma ancor più il bel film “Silence”, che – se già non visto – ti suggerisco. Anche per valutarne l’eventuale inserimento o meno fra le tibi pellicole.
E’ un film recentissimo, lungo (3 ore!), esigente verso lo spettatore.
Il messaggio non si applica immediatamente al contesto lavorativo, ma a quello della crescita personale – a mio avviso – profondamente sì.
A me è piaciuto e molto.

    AM 1 Marzo 2017 0:00

    Ciao Marco,
    “Silence” è in agenda.
    Ho sentito opinioni contrastanti, ma il tuo commento mi spinge senz’altro al botteghino :-).
    Grazie e a presto leggerti.
    Arduino

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