La situazione rappresentata nella vignetta è, nella mia esperienza, piuttosto comune.
Vuoi che la descriva più in dettaglio?
Stai selezionando candidati per una posizione difficile da coprire, di gente brava non se ne trova, il tempo passa, l’organizzazione sembra non poter sopravvivere con “quel” ruolo scoperto, la tensione sale, tutti ti stanno con il fiato sul collo…
E un bel giorno ti capita per le mani uno di quei curriculum belli, perfetti, che ti farà finalmente chiudere la ricerca che ti tormenta da mesi.
Ebbene, quando affronti una situazione come questa potresti trovarti a “voler” credere vero tutto quello che leggi, rischiando di commettere un errore che l’organizzazione potrebbe pagare duramente.
Già, vedere ciò che desideriamo di vedere: la trappola più comune e al tempo stesso quella della quale siamo meno consapevoli.
Come uscirne?
Prima di tutto tieniti stretto il bellissimo CV che il cielo ti ha fatto piombare nelle mani, perché è merce preziosa.
Al tempo stesso, chiedi al candidato di preparare anche un anti-curriculum.
Che cos’è?
L’anti-curriculum è quel documento nel quale il candidato riporta, oltre ai “numerosi” successi e le sue straordinarie caratteristiche personali, senza le quali la tua organizzazione non ha probabilità di sopravvivere, anche gli insuccessi e le situazioni in cui il caso ha avuto un ruolo determinante: quando cioé è stato più fortunato che bravo.
Vuoi un esempio di anti-curriculum? Fai clic qui.
Insomma, quando la selezione va per le lunghe tieni i piedi per terra, ricordando 5 cose:
Non credi?
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