Perché un giornalista non dovrebbe mai essere amico di un politico?

Regia di Kevin Macdonald - 2009 – USA, Gran Bretagna, Francia – 127 min

State of Play

6 Marzo 2016 | di Arduino Mancini Capo e Collaboratore - Coaching - Giallo e Thriller - Giornalismo - Motivazione - Politica

Il film è tratto dalla omonima serie televisiva della BBC che porta lo stesso nome ed è ambientato a Washington, capitale degli USA.

La storia ha inizio con due atti criminosi: un uomo uccide un ladro in fuga, poi colpisce un passante, accidentalmente testimone dell’omicidio, che resta in coma.

Il giorno successivo muore in metropolitana Sonia Baker, giovane assistente del deputato Stephen Collins, la morte ha tutta l’aria del suicidio. Ma Sonia Baker è anche l’amante di Collins, che presiede la commissione del congresso che indaga sulla gestione del denaro pubblico destinato alla sicurezza nazionale da parte della PointCorp, potentissima azienda che riceve gran parte dei fondi.

Collins, già sposato con Anne, non crede al suicidio della sua assistente e chiede aiuto a Cal McAffrey, giornalista e vecchio compagno di stanza del college. Cal lavora nel più importante quotidiano della città ed è un giornalista alla vecchia maniera che si trova a dover competere internamente con Della Frye, giovane e brillante collega della redazione web; inoltre, Cal deve sopportare le pressioni di Cameron Lynne, direttrice del giornale, che detesta i suoi comportamenti ma sa che togliere Cal dall’inchiesta potrebbe significare comprometterne l’esito.

Ora basta con la trama: guarda alcune scene del film, poi proseguirò con gli aspetti ai quali ti suggerisco di prestare attenzione.

Come guardare il film

Numerosissimi gli aspetti interessanti di un film impreziosito dalle interpretazioni di Russell Crowe, Helen Mirren e Robin Wright.

Intriganti le dinamiche interne al giornale, dove vediamo confrontarsi due modi molto diversi di concepire il giornalismo: da una parte chi tenta di resistere ferocemente all’avvento di Internet facendo un uso piuttosto limitato delle tecnologie, e dall’altra chi cerca di cavalcarla nella consapevolezza che avrà sempre più un ruolo importante nell’informazione di massa.

Le due posizioni si confrontano inizialmente in modo piuttosto aspro, ma con il passare del tempo imparano a guardare le cose da un punto di vista che permette di raggiungere il miglior risultato.

Altro aspetto degno di nota è il rapporto fra Cal e Cameron, la direttrice del giornale, la quale si trova a dover fronteggiare la tendenza del giornalista a lavorare come un lupo solitario che rifugge dall’uso delle tecnologie; la testardaggine di Cal la irrita profondamente e, in un clima in cui gli azionisti fanno forti pressioni per mantenere le posizioni di mercato, la donna deve continuamente combattere contro la tentazione di privarsi di lui.

Insomma, potrai osservare l’eterno dilemma del capo che si trova a gestire un collaboratore difficile: troppo cocciuto ma troppo bravo per essere fatto fuori.

Alla complessità della gestione del rapporto professionale si aggiunge per Cal quello della gestione dell’amicizia che lo lega da tempo a Stephen, il membro del congresso, e a sua moglie Anne:

  • qual è il confine fra l’etica professionale e il desiderio di aiutare un amico in difficoltà?
  • quale ruolo giocano i sentimenti in una situazione del genere?
  • e come gestirli?

Per concludere, un commento al legame, sempre molto forte, fra potere, politica, denaro e sesso.

La pellicola ci offre diverse occasioni per osservarne le pieghe, mostrando come il potere sia troppo spesso talmente forte da spingere le persone a manipolare i sentimenti e a superare senza troppe resistenze dubbi e istanze di ordine morale.

Dimenticavo: State of play è un film classificato come thriller. Beh, anche da questo punto di vista non ti deluderà.

Buona visione!

 

Il cast

Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Helen Mirren, Robin Wright, Jason Bateman, Jeff Daniels

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