Il marchio è di destra o di sinistra? Seconda edizione - 2011

Il ruolo della proprietà intellettuale nella strategia dei partiti italiani

Arduino Mancini – tibicon – marzo 2011 – 72 pagine

Consulenza legale dell’avv. Claudia Scapicchio dello Studio Legale Jacobacci, Sterpi, Francetti, Regoli, de Haas& Associati, con il contributo dell’avv. Nicola Infante dello Studio Legale Allen & Overy.

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Il marchio è di destra e di sinistra? è uno studio indipendente, alla seconda edizione, che ha lo scopo di aiutare il pubblico e i mezzi di informazione a identificare quale sia il comportamento tendenziale dei partiti politici italiani in relazione alla tutela del proprio nome/simbolo come marchio e a comprendere in quale misura questa tutela possa influenzare la loro strategia, cercando così di aiutare il lettore a farsi un’idea propria circa le azioni che potrebbero essere intraprese dai partiti.

Ci auguriamo anche che i partiti politici possano trovare indicazioni tecniche utili a colmare le lacune nella tutela del simbolo come marchio che, come vedremo nel prosieguo dello studio, sono evidenti.

Le principali domande alle quali abbiamo cercato di trovare risposta sono le seguenti:

  • è possibile che l’utilizzo strategico della proprietà intellettuale, e dunque della tutela del nome/simbolo come marchio, decisivo per l’affermazione dell’identità e la creazione di valore nel mondo delle imprese, assuma un ruolo fondamentale anche in ambito politico?
  • possiamo affermare che le regole che governano il posizionamento strategico e la tutela del marchio in organizzazioni che hanno il profitto come obiettivo abbiano lo stesso valore anche in politica?
  • quale comportamento può tenere un partito politico al fine di tutelare la propria identità, riducendo il rischio di contenzioso legato alla titolarità del nome/simbolo?

La consulenza legale è dell’avv. Claudia Scapicchio, partner dello Studio Legale Jacobacci Sterpi Francetti Regoli De Haas & Associati, specializzato nella consulenza legale nell’ambito della proprietà intellettuale, tra le realtà principali in Italia.

Un ringraziamento particolare all’avv. Nicola Infante, dello Studio Legale Allen & Overy, la cui profonda conoscenza della politica italiana hanno dato un significativo contributo alla realizzazione di questo studio.

Di seguito riportiamo:

  • l’indice dello studio
  • una sintesi dei risultati.

 

Indice dello studio

Finalità e contenuti

Autore e Consulenti

  1. Il quadro legislativo relativo alla tutela del nome/simbolo di partito come marchio
  2. La gestione del nome a dominio in relazione al segno distintivo
  3. Strategia di registrazione di simboli e nomi a dominio
  4. Da dove siamo partiti: la gestione di simboli e nomi a dominio nel 2008
  5. I partiti politici e la tutela del nome/simbolo: contenuti e limiti dell’analisi
  6. Centro Destra
    1. Registrazione del simbolo “Il Popolo della Libertà”
    2. Il PdL e i nomi a dominio
    3. La contesa del simbolo “Il Popolo della Libertà”
    4. Lega Nord
    5. Democrazia Cristiana
    6. Nuovo MSI
  7. Centro Sinistra
    1. Registrazione del nome/simbolo “Partito Democratico” come marchio
    2. Il PD e il marchio YOUDEM, la TV di partito
    3. Il PD e l’uso dei nomi a dominio
    4. Considerazioni sulla tutela del simbolo da parte del PD
    5. Italia dei Valori
  8. Sinistra Radicale
    1. Sinistra Ecologia Libertà
    2. I marchi che si richiamano a falce e martello
    3. I marchi che si richiamano al Partito Comunista
  9. Terzo Polo
    1. Futuro e Libertà per l’Italia
    2. Simboli e nomi a dominio nella strategia di aggregazione del FLI
    3. Unione di Centro
    4. Alleanza per l’Italia
  10. Registrazione del simbolo “Italia Futura” come marchio e relativi nomi a dominio
  11. Sintesi dei risultati
    1. I partiti e la tutela dei nomi/simboli come marchio
    2. Nome e posizionamento politico agli occhi degli elettori
    3. Il marchio è di destra o di sinistra?

Allegati

A. Articoli 5-10 del Codice Civile

B. Articoli 7-22 del Codice di Proprietà Industriale

C. Classificazione di Nizza per l’ambito di utilizzo dei marchi

D. Articoli 14-16 della Legge Elettorale

E. Estratto atto costitutivo de “Il Popolo della Libertà”

F. Sentenza Consiglio di Stato del 17 settembre 2010 su scudo crociato

G. Ing. Arduino Mancini – tibicon

H. Avv. Claudia Scapicchio – Studio Legale Jacobacci Sterpi Francetti Regoli de Haas & Associati

I. Avv. Nicola Infante – Allen & Overy


La sintesi dei risultati

Aspetti generali

  • Analizzati 22 simboli di partito, 7 dei quali sono risultati tutelati come marchio.
  • Per il Centro Destra abbiamo verificato la tutela come marchio del nome/simbolo di PdL, Lega Nord, DC (di Giuseppe Pizza), Nuovo PSI, La Destra, Nuovo MSI: i nomi/simboli di PdL e La Destra sono risultati tutelati anche come marchio.
  • Per il Centro Sinistra abbiamo verificato la tutela come marchio del nome/simbolo di PD, Italia dei Valori, Partito Radicale, Verdi, Partito Socialista: i nomi/simboli di PD e Partito Socialista sono risultati tutelati anche come marchio. Il marchio IDV è scaduto e al momento non rinnovato.
  • Per lo schieramento della Sinistra Radicale abbiamo verificato la tutela come marchio del nome/simbolo di Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia Libertà, Sinistra Democratica, Sinistra Critica, Partito Comunista dei Lavoratori: nessuno dei nomi/simboli è risultato tutelato anche come marchio.
  • Per il Terzo Polo abbiamo verificato la tutela come marchio del nome/simbolo di MPA, UDC, API, La Rosa Bianca, FLI: i nomi/simboli di MPA, UDC e API sono risultati tutelati anche come marchio. Il nome FLI è registrato come marchio ma suscettibile, ad avviso di chi scrive, di contestazione.

Le principali situazioni di conflitto esistenti e potenziali

  • Cresciuta, rispetto al 2008, la conflittualità fra partiti legata al diritto all’uso di nomi/simboli.
  • La contesa del PdL con il FLI circa la possibilità, da parte del primo, di continuare a usare il simbolo dopo l’uscita di Gianfranco Fini per formare il nuovo partito sembra collocare il PdL in posizione di vantaggio poiché dovrebbe essere, secondo i documenti ufficiali, in condizione di continuare a utilizzare nome e simbolo attuali almeno fintanto che il PdL non sia sciolto.
  • Il giudizio aperto fra Silvio Berlusconi e Michelangelo Madonna per il diritto all’uso del nome/simbolo di cui sopra vede il primo in posizione di vantaggio.
  • Esiste un potenziale contenzioso fra FLI e l’associazione Futuro e Libertà (che appare vicina al PdL) per l’uso del marchio. Le evidenze sembrano attribuire a Giuseppe Gabriele Buffardeci il diritto a utilizzare il marchio perché titolare di un nome a dominio attivo, registrato prima di tutti gli altri segni di cui sopra.
  • SEL ha cambiato nel 2011 il dominio del sito web da sinistraeliberta.eu a sinistraecologialiberta.it. Questo perché il dominio sinistraeliberta.it è stato registrato dal Partito Socialista prima di tutti gli altri segni identici o simili
  • Vivo il contenzioso per l’uso esclusivo del simbolo scudo crociato, dopo che nel 2010 il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione hanno sancito il diritto sia dell’UDC sia della DC a continuare a usare il simbolo.
  • La novità della domanda di deposito del marchio denominativo “partito comunista italiano” non esclude future rivendicazioni di esclusività di utilizzo del nome, almeno come marchio.

Il marchio è di destra o di sinistra? Ovvero come i partiti gestiscono la proprietà intellettuale

  • Il richiamo all’identità dei partiti della “Prima Repubblica” appare più debole rispetto al 2008 e la capacità di attrarre voti ridotta.
  • I partiti sembrano aver compreso il ruolo che la proprietà intellettuale può giocare nello scenario competitivo. Tuttavia, come testimonia l’elevato numero di contenziosi, essi non sembrano seguire una precisa direzione: la strategia da noi proposta nel paragrafo 3 rimane sostanzialmente disattesa dalla quasi totalità dei partiti.
  • La registrazione come marchio del nome/simbolo è quasi sempre a nome di persone fisiche appartenenti al partito: situazione che può rafforzare la posizione del titolare del marchio nel partito, ma che indebolisce nel complesso quella del partito in un ipotetico contenzioso. In sostanza, l’interesse individuale sembra prevalere su quello della formazione politica.
  • Il centro destra compie rispetto al 2008, nel complesso, un passo indietro nella gestione dei simboli (solo due marchi depositati/registrati su sei), mentre migliora la gestione del centro sinistra (tre marchi su cinque): il PD rimane, tuttavia, poco incline a difendere il nome del partito da utilizzi di terzi non autorizzati.
  • Disinteresse per la tutela del nome/simbolo da parte dei partiti della sinistra radicale.
  • Da migliorare la tutela del nome/simbolo da parte dei partiti del neo nato terzo polo (tre marchi depositati/registrati su cinque simboli), specie alla luce di quanto detto in relazione ai conflitti potenziali: ricordiamo che il nome FLI è registrato come marchio ma suscettibile di contestazione.
  • In sostanza, in un ipotetico voto potremmo tranquillamente annoverare il marchio fra gli indecisi.

Alcune riflessioni sul marketing politico

  • La sempre minore importanza delle ideologie e l’assottigliarsi delle differenze programmatiche accentua l’esigenza dei partiti di caratterizzarsi come prodotti connotati da “benefici” specifici: di qui la necessità di un “posizionamento” chiaro e percepito, che i partiti cercano attraverso il richiamo a nomi capaci di generare emozione e coinvolgimento.
  • Nei fatti la comunicazione politica si sta spostando dal convincere l’elettore ad aderire a un partito in virtù di una ideologia guida, al dare invece fiducia a un candidato politico perché capace di rappresentare specifici interessi in cambio del potere personale.
  • Appare allora evidente come il nome/simbolo di partito, e la sua tutela come marchio, rappresenti una variabile chiave per catturare l’interesse dell’elettore.

Efficacia del nome di partito ai fini dell’identificazione agli occhi dell’elettore

  • Gli acronimi dei due principali partiti italiani sono confondibili (PD e PDL).
  • Lo stesso dicasi per FLI e per il non dimenticato FI, che differiscono anche loro per una sola L.
  • Le parole Italia, Libertà, Alleanza ricorrono rispettivamente 4, 3, e 2 volte nei nomi di 8 tra le principali formazioni politiche italiane degli ultimi 15 anni.
  • L’unico, fra i partiti che abbiamo considerato, a non avere nessuna delle tre parole maggiormente ricorrenti nel nome è il Partito Democratico: che risulta essere, paradossalmente, il più originale.
  • La possibilità di confondere un partito con l’altro, da parte dell’elettore poco avvezzo alla politica, è piuttosto elevata.

Punti di attenzione

  • Secondo quanto dichiarato dal leader di partito, il PdL cambierà nome: conterrà la parola Italia, come da più parti si ipotizza? Ci permettiamo di dubitarne, vista la diffusione della parola Italia negli altri nomi di partito.
  • Il simbolo Italia dei Valori, depositato come marchio nel 2000 da Antonio Di Pietro, ad oggi non risulta rinnovato come marchio depositato e la tutela del nome di partito è affidata al nome a dominio principale italiadeivalori.it (riservato da Susanna Mazzoleni, consorte di Antonio Di Pietro).
  • Il FLI ha depositato il marchio IL VERO CENTRODESTRA, che potrebbe impiegare in un’ottica di contrapposizione allo schieramento capeggiato dal PdL, con conseguente tentativo di appiattire quest’ultimo su posizioni tali da generare perdita di interesse da parte dell’elettorato moderato.
  • È stata depositata la domanda di registrazione del marchio denominativo “Il Polo della Nazione”. Il deposito è stato operato da Italo Bocchino (FLI) e Lorenzo Cesa (UDC); ciò autorizza a ipotizzare che “Il Polo della Nazione” possa diventare il nome del terzo polo: sarà interessante notare se il nuovo simbolo conterrà o no lo scudo crociato.
  • Francesco Schillaci, non Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, sembrerebbe possedere il diritto all’uso del nome Italia Futura anche come marchio: questo perché titolare fin dal 2006 del nome a dominio italiafutura.org, che rimanda al sito attivo dell’associazione Italia Futura in Europa.
  • La tutela del nome “partito comunista italiano” come marchio può celare l’intento di raccogliere attorno a sé i piccoli partiti della sinistra radicale, nel tentativo di privare SEL del patrimonio di voti relativo.

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