{"id":12764,"date":"2011-06-27T00:00:00","date_gmt":"2011-06-26T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.tibicon.net\/2011\/06\/conta-piu-il-talento-o-la-preparazione\/"},"modified":"2021-05-31T23:09:00","modified_gmt":"2021-05-31T21:09:00","slug":"conta-piu-il-talento-o-la-preparazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tibicon.net\/2011\/06\/conta-piu-il-talento-o-la-preparazione\/","title":{"rendered":"Conta pi\u00f9 il talento o la preparazione?"},"content":{"rendered":"

Post rivisto il 27 marzo 2020<\/h4>\n

\u00c8 diffusa la convinzione<\/strong> che le persone ricche di talento possano impegnarsi meno<\/strong> delle altre per ottenere i risultati attesi; o addirittura non impegnarsi affatto.<\/p>\n

Tutto ci\u00f2 \u00e8 vero? Sempre vero?<\/strong><\/p>\n

Adesso ti racconto qualcosa che, almeno in parte, mi ha sorpreso.<\/p>\n

Nei primi anni novanta<\/strong> lo psicologo K. Andeers Ericsson e due suoi colleghi<\/strong> hanno portato a termine, nell\u2019Accademia Musicale di Berlino, uno studio che si prefiggeva di contribuire a chiarire quale fosse il ruolo della preparazione nella formazione di una persona che siamo disposti a definire esperta<\/strong> in una determinata disciplina, una persona cio\u00e8 che ha raggiunto risultati riconosciuti come non ordinari.<\/p>\n

La ricerca si orient\u00f2 verso gli studenti di violino, che ricercatori e professori dell\u2019Accademia divisero in tre gruppi<\/strong>:<\/span><\/p>\n