{"id":13006,"date":"2012-04-03T00:00:00","date_gmt":"2012-04-02T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.tibicon.net\/2012\/04\/perche-difficile-cambiare\/"},"modified":"2022-02-14T16:26:07","modified_gmt":"2022-02-14T15:26:07","slug":"perche-difficile-cambiare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.tibicon.net\/2012\/04\/perche-difficile-cambiare\/","title":{"rendered":"Perch\u00e9 \u00e8 cos\u00ec difficile cambiare?"},"content":{"rendered":"
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Spesso ci accade di voler cambiare una situazione indesiderata<\/strong>, da noi o da altri che ci sono vicini: e le ragioni possono essere le pi\u00f9 svariate, di natura personale o professionale<\/strong>.<\/p>\n Cambiare lavoro, smettere di fumare, gestire diversamente il proprio tempo, cambiare partner, fare un acquisto significativo, cambiare strategia aziendale, avere un figlio, realizzare una vendita importante.<\/p>\n Quelle che ho citato sono situazioni che almeno una volta nella vita ci siamo trovati ad affrontare ed hanno tutte un elemento comune: prevedono un mutamento d\u2019indirizzo la cui realizzazione non appare elementare<\/strong>.<\/p>\n Per quale ragione?<\/p>\n Una risposta valida per tutte le occasioni non esiste e io non te la posso dare.<\/p>\n Tuttavia desidero sottoporre alla tua attenzione la cosiddetta “equazione del cambiamento”<\/strong>, un modello sviluppato da Gleicher, Beckhard e Harris che costituisce una pietra miliare del funzionamento organizzativo<\/strong> e che possiamo utilmente applicare anche nella vita privata<\/strong>.<\/p>\n Secondo l\u2019equazione, la resistenza al cambiamento<\/strong> di una persona, un gruppo o un\u2019organizzazione sar\u00e0 superata se si verificheranno tre condizioni<\/strong>:<\/p>\n <\/p>\n Gli autori hanno efficacemente descritto il modello con una formula:<\/p>\n D x V x F > R<\/strong><\/p>\n D = Dissatisfaction<\/strong>, insoddisfazione della situazione attuale<\/p>\n V = Vision<\/strong>, rappresentazione del futuro verosimile<\/p>\n F = First steps<\/strong>, i primi passi da intraprendere (nel breve.)<\/p>\n R = Resistenza al cambiamento.<\/strong><\/p>\n Se una sola di queste variabili \u00e8 nulla o se il loro livello non \u00e8 sufficiente a generare la necessaria motivazione<\/a> ad agire, la resistenza al cambiamento non sar\u00e0 superata.<\/strong><\/span><\/p>\n Facciamo un esempio.<\/p>\n Supponiamo che un\u2019impresa intenda cambiare un processo produttivo<\/strong> consolidato.<\/p>\n Il processo produttivo sostitutivo possiede, per la direzione generale, tre caratteristiche:<\/p>\n Che cosa significa il progetto, invece, per il personale dedicato alla produzione?<\/p>\n Ecco cosa possiamo ipotizzare:<\/p>\n Appare evidente che solo coinvolgendo il personale nel processo di cambiamento<\/strong>, impiegando un\u2019efficace comunicazione e tanta pazienza, potr\u00e0 essere possibile realizzare il processo produttivo con un contenuto livello di conflitto.<\/p>\n \u00c8 cio\u00e8 necessario che il futuro (verosimile) disegnato sia quanto pi\u00f9 possibile condiviso<\/strong>.<\/p>\n Come?<\/p>\n Spiegando alle persone, impiegando il tempo necessario, tre cose<\/strong> (che cito qui a puro titolo di esempio, senza riferimenti a situazioni specifiche):<\/p>\n Se il prodotto dei tre punti precedenti sar\u00e0 superiore alla resistenza al cambiamento allora sar\u00e0 possibile procedere con un contenuto livello di conflitto.<\/strong><\/p>\n Dimenticavo.<\/p>\n Per avere successo la comunicazione<\/strong> deve possedere una caratteristica irrinunciabile: essere veritiera.<\/p>\n Hai esperienza di processi di cambiamento di questo genere?<\/p>\n Sapresti applicare l’equazione del cambiamento alla vita privata?<\/p>\n <\/p>\n Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane \u2013 Tattiche di sopravvivenza aziendale<\/a>.<\/p>\n\n
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