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Il lavoratore instancabile va in riunione

25 Ottobre 2011 | di Arduino Mancini Come gestire una riunione?

Nel presentare il dodecalogo del lavoratore instancabile ho colpevolmente omesso alcuni comportamenti utili nelle riunioni di lavoro.

È qui che egli, in presenza di un pubblico numericamente e qualitativamente rilevante, può valorizzare al meglio la sua competenza nella gestione.

Ecco i comportamenti che ti suggerisco di tenere. Sei pronto, Palmiro?

  1. Definisci e comunica chiaramente gli obiettivi della riunione. Se sbagliassi una cosa tanto elementare, bravo come sei, nessuno ti crederebbe.
  2. Prevedi una durata plausibile della riunione, ma senza tolleranza, neanche i canonici 15 minuti. In questo caso andare oltre il tempo limite sarà semplice e il nervosismo non potrà che salire: è a questo punto che potrai mostrare la tua capacità di gestire il conflitto, calmando gli animi e valorizzando il tuo ruolo di presidente della riunione.
  3. Redigi l’ordine del giorno piazzando alla fine i temi di maggiore importanza. La ragione? Ti aiuterà a rafforzare il punto 2.
  4. Invita le persone “obbligatoriamente” pertinenti con gli obiettivi ma ometti quelle utili. Non devo certo spiegarti io che nelle organizzazioni esistono quelli che presenziano e quelli che fanno accadere le cose: e questi ultimi non sempre (non sempre?…) sono nelle posizioni di comando. Ebbene, se eviti di far partecipare quelli che possono far accadere le cose certamente la riunione avrà una robusta coda operativa. Che tu saprai gestire egregiamente, mostrando a tutti che il singolo, cioè tu, è meglio del gruppo.
  5. Nomina un segretario che non vuole redigere la relazione finale, o ha problemi nel farlo. La relazione finale sarà lacunosa o addirittura omessa. Poiché nell’andirivieni della riunione quelli che ci sono alla fine non sono mai quelli che c’erano all’inizio, li voglio vedere a seguire un piano d’azione fatto male o incamerato per sentito dire.

Insomma Palmiro, se seguirai le mie istruzioni potrai far rifulgere la tua bravura tirando le fila, inseguendo chi deve occuparsi di questo e di quello, parlando a lungo con quelli che non ricordano più, perché “che vuoi, sono già passati tre giorni…”: la tua competenza sarà chiara a tutti.

Chi se ne sarebbe reso conto se avessi seguito fedelmente le regole canoniche di una buona gestione? Nessuno, te lo dico io, perché solo gli incendi emanano abbastanza luce.

A sostegno di quanto ti ho raccontato finora ti dico che oggi mi ha scritto un lettore, dicendomi che lui segue da sempre le mie raccomandazioni e che questo gli ha fruttato negli anni bonus e promozioni in quantità.

L’unica nota stonata è che recentemente i medici gli hanno riscontrato un’ulcera e gli è venuto il dubbio che le due cose siano collegate.

Dai Palmiro, cosa vai a pensare?

 

Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.

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Commenti
Alessandra 2 Novembre 2011 0:00

Bellissimo articolo.
Però, il suggerimento mi sembra più adatto ad un viscido arrampicatore sociale che non ad un attento manager.
Dove la mettiamo l’efficienza aziendale?

AM 2 Novembre 2011 0:00

Grazie Alessandra.

Il vero problema di quelli bravi è che fanno le cose bene: e le cose fatte bene spesso scivolano via senza che nessuno se ne accorga.

Ci piace la criticità, spegnere gli incendi ci fa sentire vivi.

Condivido la perplessità: bravo manager o viscido arrampicatore? In cerca di efficienza o di vantaggio personale?

Chi ti scrive è uno che ha cercato sempre di fare le cose in modo che filassero via senza intoppi: da che parte mi colloco lo puoi immaginare.

Tuttavia, senza cadere negli eccessi, qualche sano accorgimento per valorizzare il proprio contributo non guasta.

A presto leggerti,

Arduino

Stefano 24 Marzo 2016 0:00

Io ho la fortuna che nel mio attuale lavoro, nelle riunioni, non si usano le slides. Mai. Sono contento di questo perche’ nel precedente lavoro avevo l’impressione che con le slides si desse piu’ importanza alla forma che alla sostanza e le riunioni diventavano fumosi meeting pieni di inglesismi esilaranti, quasi da poter giocare a questo bingo […] che, alla fine della riunione chiedevo al mio capo “sì, ma in pratica noi che dobbiamo fare?”
Adesso invece le riunioni sono brevi e informali e si va subito al sodo, c’è da realizzare il prodotto X; il reparto A farà la parte 1, il reparto B farà la parte 2 e così via, si definiscono tempi e modalità e in poco tempo la riunione è finita, si torna al lavoro, e il partecipante di grado piu’ alto invia a tutti un’email con il riepilogo, come fosse un verbale di assemblea condominale.

AM 30 Marzo 2016 0:00

Ciao Stefano,
sono contento del fatto che nella tua attuale azienda le riunioni siano concrete e che si possa arrivare subito al sodo (devi avere anche un’ottima esperienza delle assemblee condominiali, buon per te :-)).
Mi dispiace che il pessimo uso che di PPT fatto altrova non ti abbia fatto apprezzare il contributo che all’efficacia e all’efficienza di comunicazione lo stesso strumento può offrire.
Saper presentare in PPT è fra le caratteristiche più appprezzate in un professionista e sono certo che ti aiuterebbe anche nella carriera.
Grazie e a presto leggerti,
Arduino

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