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Ecco 7 ragioni per rinunciare alla passione

27 Novembre 2013 | di Arduino Mancini Motivazione e Bisogni

la passione

Mi accade con una certa frequenza di incontrare persone stanche del lavoro che fanno, e che magari hanno davanti ancora tanti anni prima di ritirarsi: persone che potrebbero dare ancora molto e che trascinano la loro vita professionale in attesa di un agognato ritiro.

In genere si tratta di tre tipi di persone:

  • quelle che hanno sempre vissuto il lavoro come un mezzo per procacciarsi le risorse necessarie per sé e per la famiglia, senza aspirazioni diverse da quella di arrivare serenamente alla pensione;
  • quelle che avrebbero voluto che la loro vita professionale, pur rimanendo nel solco tracciato, avesse avuto un diverso sviluppo, portandole a vivere esperienze più appaganti e in linea con le proprie aspirazioni;
  • quelle che invece hanno rinunciato, in qualche momento della vita e più o meno consapevolmente, a coltivare una passione che si era manifestata e a trasformarla nel lavoro della vita.

Vorrei fare una breve riflessione su queste ultime persone.

Che cosa le ha portate a rinunciare?

Perché non hanno coltivato una disciplina che avrebbe permesso loro di abbattere la barriera che divide la vita personale da quella professionale, cercando la piena realizzazione di sé?

Posso rispondere sulla base di quello che ho osservato, soprattutto negli anni in cui ho lavorato come consulente:

  1. scarsa consapevolezza di sé, dei propri interessi;
  2. scarsa fiducia in sé e nella possibilità di farcela;
  3. opposizione da parte della famiglia;
  4. incapacità di affrontare l’ambiente e giustificare le proprie scelte;
  5. problemi economici, cioè scarsità delle risorse necessarie a coltivare la passione;
  6. il pragmatismo, che ha portato ad accettare opportunità immediatamente disponibili e a rinunciare a un futuro incerto;
  7. scetticismo circa la possibilità di produrre un reddito adeguato.

Ce ne sono altre? Aggiungine pure, se vuoi.

Per quanto, mi riguarda vorrei almeno provare a suggerire una possibile linea di comportamento.

Abbiamo visto che la consapevolezza e la fiducia in sé giocano un ruolo fondamentale: per questo dobbiamo saper riconoscere la passione dal semplice piacere di fare una cosa piuttosto di un’altra.

Ebbene, nella mia esperienza, ho capito che una passione, quando è davvero forte, tende ad emergere e a coprire tutto il resto: la passione molto difficilmente si lascia contenere.

Quando questo accade, possiamo comportarci in due modi diversi:

  • valutare attentamente se, assecondando la passione che sentiamo pulsare dentro, possiamo produrre un reddito che consideriamo accettabile per le nostre esigenze;
  • decidere comunque di assecondarla, confidando nel fatto che “ quando cerchi di afferrare le stelle poi anche non riuscire ad afferrarle, ma nella tua mano non rimarrà mai solo sabbia” (Leo Burnett).

Sei d’accordo con me o vedi le cose in modo diverso?

 

PS:

  • magari da farci una pensata a proposito dei figli…
  • riconoscere la passione? fai clic qui.
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Commenti
fabio 30 Novembre 2013 0:00

Bello l’articolo.
Comunque inserirei, tra i motivi del “trascinarsi”, anche la pigrizia
da confort. Forse può essere la peggiore perchè comunque si è
già raggiunto una discreta posizione e le mollezze del “confort” non ti accendono più facilmente la fame di un rilancio.
Qui alimentare la passione sempre è purtroppo arduo.
Grazie e saluti
Fabio

AM 2 Dicembre 2013 0:00

Ottimo suggerimento Fabio: ho tolto il cappello.
Grazie del commento e a presto leggerti.
Arduino

FITOBENEFIT 3 Dicembre 2013 0:00

Su una bustina di zucchero ho trovato questo proverbio africano:
“Se si sogna da soli è solo un sogno. Se si sogna insieme è la realtà che comincia.”

Dunque, per realizzare una passione sarebbe necessario relazionarsi con gli altri anche se è rischioso.

Armando 12 Febbraio 2014 0:00

Io aggiungo “rimuginare [troppo] sui motivi che ci hanno fatto rinunciare alla passione”. Perché hai ragione, irrimediabilmente ragione, quando dici che non si può recuperare il tempo perduto. Ma questo non mi autorizza a non spendere il tempo che ho davanti.

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