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Forse non ne hai ancora sentito parlare, ma fra poco lo conoscerai meglio…

Hai mai incontrato un manager… polipo?

9 Giugno 2025 | di Arduino Mancini Delegare - Management e Smanagement

Il manager polipo è un professionista che adotta uno stile di gestione che puoi osservare in un gran numero di organizzazioni.

Come si arriva a diventare un manager polipo?

Diciamo subito che il manager polipo è figlio di una cultura aziendale che porta ad affidare posizioni di supervisione a persone che sono in possesso di maggiori conoscenze tecniche, godono di buona visibilità ed esprimono performance migliori di quelle dei colleghi nella gestione del ruolo che occupano.

In sostanza, in determinati contesti

la persona più “brava” è chiamata a coordinare
il lavoro dei colleghi del gruppo cui appartiene,

o di un altro assimilabile. E così il miglior venditore diventa sales manager, il miglior buyer supervisor degli acquisti, e così via.

Ovviamente non c’è garanzia che una persona tecnicamente molto preparata sappia anche coordinare il lavoro di un team, e per questo gli incidenti di percorso sono piuttosto numerosi. Infatti, ho assistito più di una volta a situazioni in cui il venditore che portava a casa più fatturato dei colleghi chiedeva con insistenza di fare carriera; l’azienda, timorosa di perdere una persona di valore e il fatturato che produceva, finiva per cedere e la promuoveva al rango di sales manager. Salvo scoprirne presto la scarsa attitudine alla gestione di persone e trovarsi nella scomoda posizione di chi ha perso un venditore “forte” e ha la necessità impellente di licenziare il sales manager.

Avrai capito che non sono un tifoso di questo tipo di cultura organizzativa, che per fortuna è in progressivo abbandono, ma che nel frattempo ha generato e continua a generare un numero imprecisato di manager polipo.

Ma quali sono le sue caratteristiche?

Eccone di seguito alcune, frutto di anni di attenta osservazione, che potranno aiutarti a individuarlo e a… prendere le dovute contromisure.

Vediamole insieme.

  • Sente di dover essere più competente, intelligente, preparato dei collaboratori.
    • Quando questo non accade, quando scopre uno/a dei suoi mostra conoscenze superiori alla sua allora può entrare in conflitto, fino ad arrivare a liberarsene. Già meglio eliminare il pericolo rima che qualcuno gli faccia le scarpe…;
  • Nel suo team c’è una sola testa che funziona: la sua.
    • Per questo detesta vedere le sue idee messe in discussione o, peggio, essere contraddetto. E siccome bisogna portare a casa uno stipendio, i collaboratori tendono a uniformarsi al suo pensiero e si guardano bene dal condividere buone idee. Insomma, il pericolo che persone pagate per mettere a disposizione conoscenze, competenze ed esperienze finiscano per mettere la testa in naftalina è reale. E tristemente diffuso;
  • Ha con i collaboratori lo stesso rapporto che nel polipo la testa ha con i tentacoli.
    • Li tratta, cioè, come semplici esecutori. Lui è il suo team. Nello scrivere questo post ho scoperto due cose interessanti: i tentacoli sono otto e assumono la denominazione tecnica di “braccia”; occhio quindi ad affidargli un elevato numero di persone da gestire perché, come il polipo, potrebbe andare non essere in grado di gestirle e andare in crisi;
  • Ha una fifa boia degli errori che i collaboratori possono commettere.
    • Il rischio che qualcuno pensi che a sbagliare sia stato lui è sempre dietro l’angolo: e insopportabile. Per questo (ri)controlla tutto con grande attenzione, proprio come un micromanager (con il quale ha molto in comune);
  • Vuole sapere tutto, ma proprio tutto quello che accade nel gruppo.
    • Perché per lui non c’è niente di peggio che farsi trovare “scoperto”. Per questo si sente continuamente in diritto di interrompere il lavoro dei collaboratori, i quali non possono essere occupati in cose più importanti. La produttività delle persone? Dettagli…
  • Che dire della sua gestione del tempo?
    • Di tempo praticamente non ha perché lo brucia, e il concetto di efficienza non gli è famigliare; per lui la cosa più importante è lasciare l’ufficio tardi alla sera, rigorosamente per ultimo, senza aver concluso le attività in agenda. Del resto, perché rinunciare al piacere di lamentarsene al mattino seguente?

E la delega?
Come se la cava il nostro eroe con la delega?

Malissimo, starai pensando dopo aver letto quanto ho scritto fin qui: ma ti sbagli!

Il manager polipo è particolarmente efficace nel delegare due cose: l’obbedienza e la responsabilità.

Infatti, se il nostro eroe è un vero campione nell’accentrare le decisioni, diventa addirittura

insuperabile quando si tratta di
delegare la responsabilità di un insuccesso.

Perché le cose lui le fa bene, sempre: e perché andarci di mezzo quando a sbagliare sono gli altri?

Ora mi domanderai: e le contromisure?

Le vedremo in un prossimo post!

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