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La nostra, naturale, superiorità

29 Settembre 2011 | di Arduino Mancini Diversità - Meglio le donne o gli uomini?

Fra le grandi ragioni di conflitto fra nazioni o nella società troviamo la convinzione di una parte sociale o di un popolo di avere diritto a sfruttare le altre in virtù della propria, naturale, superiorità.

Meglio di me spiega il concetto Bertrand Russell, al quale volentieri cedo la parola.

Fino a poco tempo fa, tutti credevano che gli uomini fossero congenitamente più intelligenti delle donne; anche un uomo illuminato come Spinoza, partendo da questa convinzione, negava il voto alle donne.

Gli uomini bianchi ritengono d’essere superiori agli uomini d’altro colore, e in particolare ai negri; in Giappone, all’opposto, si crede che il giallo sia il colore migliore.

Nell’isola di Haiti, quando fanno le statue di Cristo e di Satana, fanno Cristo nero e Satana bianco.

Aristotele e Platone consideravano i greci tanto superiori ai barbari che lo schiavismo era giustificato purché il padrone fosse greco e gli schiavi fossero barbari.

La mia sensazione è che, nonostante tante guerre e conquiste democratiche, siamo ancora lontani dal superare questo atteggiamento mentale.

Voi cosa ne pensate?

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Commenti
giovanni 3 Ottobre 2011 0:00

Ci siamo illusi che progredire siginificasse migliorare, invece disponiamo di un’infinità di oggetti inutili e costosi, che non migliorano in alcun modo la nostra vita, anzi a volte la peggiorano, in compenso continuiamo a credere ad idiozie come la disuguaglianza , la superiorità di qeusto e di quello, la “giustizia ” assoluat delle nostre idee, dei nostri comportamentie dei nostri stili di vita, anzi dal crolllo del muro le cose vanno sempre peggio… evviva il mondo nuovo ele straordinarie promesse del capitalismo, sincero nei suoi miraggi almeno quanto il comunismo

Claudia 3 Ottobre 2011 0:00

Buonasera..
mi sfugge il “connubbio” capitalismo/comunismo …
non lo riesco a posizionare nel contesto : inferiorita’ /superiorita’..
Forse si intende che cio’ che prometteva il comunismo era : un po’ per tutti ? ..e da qui la volonta’ di mettere tutti “pari”, quindi uguali? .
Certo e’ che il comunismo non ha mai incitato ai consumi inutili …
forse l’altro termine non voleva essere capitalismo ma consumismo.
Anche se cosi fosse pero non si dimentichi che e’ grazie al consumismo che siamo ripartiti dopo ogni crisi.
Vi prego , non sputiamo nel piatto in cui tutti abbiamo mangiato.
Il concetto di uguaglianza non nasce dai soldi,
anzi ,le associazioni di mutuo soccorso sono nate nella poverta’ .
Forse E’ piu facile essere uguali quando si e’ poveri?
Forse quando si e’ poveri si diventa meno “prevaricanti” ?

Cordialmente,
Claudia

AM 3 Ottobre 2011 0:00

Sono contento del dibattito pieno di concetti pregnanti.
Vero che continuiamo a nutrirci di bisogno di superiorità, anche se non credo che essere uguali sia più facile quando si è poveri: forse lo è “sentirsi” uguali.
Meno prevaricanti quando si è poveri? Proviamo a pensare alla soddisfazione dei bisogni primari in condizione di risorse scarse.
Credo che la sensazione di superiorità ci arrivi dal bisogno di dare un senso alla nostra presenza in un sistema sociale, nel quale a loro volta gruppi diversi trovano la loro identità soprattutto nella distinzione dall’altro gruppo: e magari nella sua superiorità “naturale”.
Attraverso il sentimento di superiorità, manifestato o sottaciuto, si sono commesse le peggiori azioni di un uomo verso un altro uomo.
Ciò che ci dice Russell è che la superiorità non esiste e che forse faremmo bene a convivere, pacificamente, con questa realtà.
Grazie e a presto leggervi.
Arduino

Paola Gatto 5 Ottobre 2011 0:00

Bella replica, ma mi permetto di postare anche dopo questa. Forse gioca un ruolo importante in questo concetto anche il bisogno di distinguersi dalla moltitudine e dal tutto sempre più uguale a sè stesso, sempre più piatto, sempre meno stimolante di approfondimenti culturali. La superiorità naturale non esiste, ma esiste la storia, esiste l’influenza degli elementi naturali sulla storia degli uomini, esiste l’ingegno che l’uomo ha sempre dovuto mettere a frutto per la propria sussistenza. Ed ognuno ha elaborato questo ingegno e la libertà da “influenze naturali” (vuoi climatiche, come sosteneva Stendhal, vuoi fisiologiche come detta natura) nel miglior modo per sostenere sè e la sopravvivenza della sua specie. E’ un’interpretazione, che peraltro ha riscontri oggettivi, no? Che poi una forza sia stata usata e piegata a logiche di sopraffazione, è anche vero, ma allora bisogna mettere in campo i correttivi.

AM 5 Ottobre 2011 0:00

Ciao Paola,
mi pare che il punto centrale della tua riflessione sia ciò che facciamo per distinguerci rispetto agli altri.
In fondo, questo rappresenta una costante della nostra vita e della nostra azione anche professionale.
Tuttavia, non possiamo non tenere conto che la diversità non rappresenta superiorità: se non in alcuni, casi specifici e in ben identificati sitemi di riferimento.
Mai, a mio avviso, in assoluto.
A presto leggerti,
Arduino

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