Perché i grandi successi iniziano sempre da un fallimento

Tim Harford - trad. di F. Casolo - Sperling & Kupfer - 2011 - 343 pagg.

Elogio dell'errore

4 Novembre 2013 | di Arduino Mancini Creatività e innovazione

Le organizzazioni e i sistemi sociali di varia natura tendono ad affidarsi alla guida di una persona o di un gruppo piuttosto ristretto di persone: accade così che chiediamo a un politico, un manager o uno scienziato di affrontare e risolvere problemi anche molto complessi, contiamo sul piano d’azione definito da esperti di chiara fama (meglio ancora se “professori”), oppure ci affidiamo alla visione delle cose del guru di turno.

Poi, alla prova dei fatti, ci rendiamo conto che quasi mai le strade individuate conducono a una soluzione soddisfacente e che i problemi sono talmente complessi da non poter essere risolti nel modo previsto: e, soprattutto, che nessuno sembra davvero essere in possesso di una ricetta risolutiva.

In questo libro straordinario l’autore ci mostra in modo inequivocabile che il mondo in cui viviamo è talmente complicato e imprevedibile da rendere inutili, quando non nocive, le formule preconfezionate imposte dall’alto o dalla conoscenza degli esperti.

Cosa possiamo fare, allora? Paradossalmente, la soluzione ai nostri problemi passa attraverso l’errore, con un approccio che la natura stessa ha impiegato per rispondere alle sfide, portandoci fino ai giorni nostri: l’evoluzione e l’adattamento. Intessendo abilmente psicologia, biologia, antropologia, fisica ed economia, Harford costruisce un appassionato elogio dell’errore, mostrandoci come i fallimenti nel campo della lotta al terrorismo, dei cambiamenti climatici, nella gestione d’impresa, della povertà e delle crisi finanziarie possano ispirare modelli e soluzioni vincenti.

Modelli che ci mostrano come la mappa non possa in alcun modo prescindere dalla conoscenza del territorio, e che le decisioni basate unicamente sulle informazioni “centralizzate” non possono che condurre al fallimento perché intrinsecamente incapaci di generare un adattamento alla realtà.

Ciò che può portarci alla soluzione di molti problemi, secondo l’autore, è la consapevolezza della necessità di costruire in ognuno di noi un atteggiamento mentale che sappia smettere di considerare il feedback esclusivamente con una critica proprio valore, ma valorizzarlo come informazione capace di favorire l’individuazione di soluzioni nuove.

Inoltre, suggerisce l’autore, dobbiamo avere il coraggio di uscire dal tracciato e introdurre innovazione e creatività negli affari e nella vita, improvvisare (adattandoci) anziché pianificare dall’alto, agire d’intuito a scapito delle regole.

In sostanza, dobbiamo imparare a sbagliare in modo sistematico, consapevoli del fatto che il metodo che prevede di procedere per tentativi ed errori tanto biasimato dai cosiddetti esperti e dalle organizzazioni fondate sul concetto di colpa è l’unica chiave per addomesticare un mondo complesso e mutevole, che non siamo sufficientemente attrezzati per affrontare.

 

INDICE

Uno – Adattarsi

Due – Il conflitto, ovvero: come imparano le organizzazioni

Tre – Creare nuove idee che contino, ovvero: variazione

Quattro – Capire come combattere la povertà, ovvero: selezione

Cinque – Il cambiamento climatico, ovvero: cambiare le regole per avere successo

Sei – La prevenzione dei disastri finanziari, ovvero: “decoupling”

Sette – L’organizzazione che sa adattarsi

Otto – Voi e l’adattamento

Ringraziamenti

Note

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Commenti
Ilaria 5 Novembre 2013 0:00

Bello, mi piace. Lo devo leggere.

AM 12 Novembre 2013 0:00

Ottima idea, Ilaria.

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