Vita e sogni di una scienziata del IV secolo

Adriano Petta e Antonino Colavito - La Lepre - 2013 - 352 pagg

Ipazia

2 Maggio 2011 | di Arduino Mancini Diversità - Filosofia - Narrativa - Pensiero critico - Storie di donne

In questo libro si racconta la storia di Ipazia – astronoma, matematica e filosofa, erede della scuola alessandrina (370-415 d.C.) — fatta massacrare dal vescovo Cirillo per mettere a tacere la sete di sapere e la libertà di pensiero che la animavano.

Antesignana della scienza sperimentale, studiò e realizzò l’astrolabio, l’idroscopio e l’aerometro.

Nell’anno dedicato all’astronomia è legittimo chiedersi come potrebbe essere il mondo oggi e con quanti secoli di anticipo avremmo conseguito le conquiste moderne, se persone come Ipazia fossero state lasciate libere di esprimersi e di agire.

La prima parte del romanzo, avvalendosi di un’accurata ricostruzione del contesto storico e culturale, narra l’avventura di Ipazia negli aspetti pratici, quotidiani, scientifici e politici: una vita che assume connotati sempre più drammatici, fino al tremendo e atroce epilogo.

Nella seconda parte la voce narrante è quella della stessa Ipazia che ci parla dei suoi sogni, delle sue ricerche e della sapienza di cui era depositaria: un sapere millenario che, dopo il crollo del mondo ellenistico e il trionfo del cristianesimo, è rimasto sepolto per secoli, fino al nascere della scienza moderna.

Come dice Margherita Hack nella prefazione, “questa storia romanzata ma vera di Ipazia ci insegna ancora oggi quale e quanto pervicace possa essere l’odio per la ragione, il disprezzo per la scienza.

Ma leggiamone insieme una sintesi.

 

SINTESI DELLA PREFAZIONE DI MARGHERITA HACK

In questo romanzo storico si ricostruisce l’ambiente e l’epoca in cui ha vissuto la prima donna scienziata la cui vita ed opere ci sono state tramandate da numerose testimonianze. Gli autori hanno fatto ricorso a una ricchissima bibliografia, che permette di far emergere dalla lontananza di 16 secoli questa figura di giovane donna in tutti i suoi aspetti umani, privati e pubblici, la sua vita quotidiana, i suoi dialoghi con la gente comune, con i suoi allievi, con gli scienziati.

Ipazia era nata ad Alessandria d’Egitto intorno al 370 d.C, figlia del matematico Teone. Fu barbaramente assassinata nel marzo del 415, vittima del fondamentalismo religioso che vedeva in lei una nemica del cristianesimo, forse per la sua amicizia con il prefetto romano Oreste che era nemico politico di Cirillo, vescovo di Alessandria.

Malgrado l’amicizia con Sinesio, vescovo di Tolemaide, che seguiva le sue lezioni, i fondamentalisti temevano che la sua filosofia neoplatonica e la sua libertà di pensiero avessero un’influenza pagana sulla comunità cristiana di Alessandria.

L’assassinio di Ipazia è stato un altro atroce episodio di quel ripudio della cultura e della scienza che aveva causato molto tempo prima della sua nascita, nel III secolo dopo Cristo, la distruzione della straordinaria biblioteca alessandrina, che si dice contenesse qualcosa come 500.000 volumi, bruciata dai soldati romani e poi, successivamente, il saccheggio della biblioteca di Serapide. Dei suoi scritti non è rimasto niente; invece sono rimaste le lettere di Sinesio che la consultava a proposito della costruzione di un astrolabio e un idroscopio.

Dopo la sua morte molti dei suoi studenti lasciarono Alessandria e cominciò il declino di quella città divenuta un famoso centro della cultura antica, di cui era simbolo la grandiosa biblioteca. Il ritratto che ci è stato tramandato è di persona di rara modestia e bellezza, grande eloquenza, capo riconosciuto della scuola neoplatonica alessandrina.

Ipazia rappresenta il simbolo dell’amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatta grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio comincia quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tenta di soffocare la ragione. Tanti altri martiri sono stati orrendamente torturati e uccisi. Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno fu mandato al rogo per eresia, lui che scriveva: «Esistono innumerevoli soli; innumerevoli terre ruotano attorno a questi, similmente a come i sette pianeti ruotano attorno al nostro Sole. Questi mondi sono abitati da esseri viventi».

Galileo, convinto sostenitore della teoria copernicana, indirettamente provata dalla sua scoperta dei quattro maggiori satelliti di Giove, fu costretto ad abiurare.

Il fondamentalismo non è morto. Ancora oggi si uccide e ci si fa uccidere in nome della religione. Anche nei nostri civili e materialistici paesi industrializzati avvengono assurde manifestazioni di oscurantismo, come in alcuni stati della civilissima America in cui si proibisce di insegnare nelle scuole la teoria dell’evoluzione di Darwin e si impone l’insegnamento del creazionismo. Su questa strada di ritorno al Medioevo si è messa anche una ministra dell’Istruzione (o dovremmo dire della distruzione?) tentando di cancellare la teoria darwiniana dalle scuole elementari e medie. Perché? Per ignoranza? Per accontentare una Chiesa cattolica che non mi sembra ingaggi più queste battaglie perse in partenza.

Questa storia romanzata ma vera di Ipazia ci insegna ancora oggi quale e quanto pervicace possa essere l’odio per la ragione, il disprezzo per la scienza.

E una lezione da non dimenticare, è un libro che tutti dovrebbero leggere.

 

INDICE

Prefazione di Margherita Hack

Un raccontare senza pietà di Adriano Fetta

Nube fremente di atomi di Antonino Colavito

Parte prima: La vita – di Adriano Fetta

La Biblioteca e il Serapeo
Alessandria d’Egitto, 1° luglio 391 d.C – 2 luglio – 3 luglio – 4 luglio – 11 agosto – 12 agosto –
13 agosto – 13 agosto – 21 agosto.

Il Centro Studi in via del Sole
15 novembre d.C – 23 luglio – 15 dicembre – 21 settembre – 19 marzo 399.

La cupola nera del Cesareo
11 dicembre 414 d.C – 25 gennaio 415 – lunedì 8 marzo 415.

Conclusione degli accadimenti e risonanza nei tempi

Parte seconda: I sogni – di Antonino Colavito

Sull’avventura della coscienza
Sull’atomo
Sulla materia, sul moto, sulla forza cosmica
Sulla luce, sul tempo
Sugli oracoli, sul logos, sulle innumeri possibilità
Sulle immagini, sulla polis, sul divino auriga
Sulla gravità e sulla trasformazione
Intermezzo
Sul messaggio, sul suono, sull’artista
Ultimo sogno. Ma io sono in cammino
Opere delle quali si è fatto uso

Nube fremente di atomi – di Antonino Colavìto

 

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