Un manualetto di comunicazione che ti aiuterà a smascherare adulatori, falsi amici, ipocriti...

Plutarco - a cura di P. Marsich - Mondadori - 2008 - 85 pagg

Per un parlare efficace

3 Gennaio 2011 | di Arduino Mancini Comunicare efficacemente - Plutarco

Nell’epoca della “comunicazione globale” e della inutile verbosità le pacate riflessioni dello storico greco del primo secolo ci fanno riscoprire il valore della parola e del silenzio.

Indicazioni chiare ed essenziali che invitano alla sincerità e alla concisione, al rispetto, all’ascolto, smascherando i falsi amici e gli ipocriti adulatori.

Tra aneddoti divertenti e colti riferimenti letterari, riscopriamo l’arte di intessere e coltivare relazioni che arricchiscono reciprocamente, riportando le persone alla loro dimensione più umana.

Quello che Plutarco ci offre è un vero e proprio manuale di comunicazione, attuale ed efficace, lontano dal modello del “come si fa a … “.

Da non perdere.

 

INDICE

Introduzione
Nota biografica

Il controllo della parola

  • II vizio della loquacità
  • La parola dell’uomo loquace non ha valore
  • Chi parla troppo viene evitato
  • Quando è opportuno intervenire
  • Non prevaricare gli altri
  • I tre modi di rispondere
  • Mantenere un segreto
  • Bisogna limitarsi nei discorsi che ci compiacciono
  • Il vizio di lodare se stesso
  • Alcuni rimedi contro la loquacità

La capacità di ascoltare

  • La ragione come guida dell’uomo
  • Priorità dell’ascolto nella formazione dei giovani
  • Imparare ad ascoltare
  • Cosa si preferisce ascoltare
  • I doveri di chi ascolta
  • Alcune regole generali
  • Non bisogna replicare immediatamente
  • Adeguarsi all’argomento del discorso
  • Le domande devono essere sincere
  • II pericolo dell’invidia
  • Un esercizio contro la presunzione
  • I rischi di un’eccessiva ammirazione
  • Gli atteggiamenti di cui diffidare
  • Accettare le critiche
  • Ascoltare gli altri per conoscere se stessi
  • Riconoscere i meriti altrui
  • Apprezzamenti inopportuni

Smascherare la falsità

  • Come riconoscere le persone false
  • Le bugie degli adulatori
  • Non bisogna sempre compiacere gli altri
  • La mancanza di dissenso è sospetta
  • Come riconoscere gli elogi sinceri
  • II danno delle adulazioni
  • La falsa sincerità
  • Come resistere alle adulazioni
  • Valutare la disponibilità
  • Modi diversi di fare un favore
  • Condivisione non è complicità

L’uso della schiettezza

  • Essere sinceri con se stessi
  • La schiettezza va praticata con cautela
  • Solo la schiettezza disinteressata è efficace
  • Le forme della schiettezza
  • Quando la schiettezza è inopportuna
  • Le occasioni per essere schietti
  • La schiettezza non si pratica in pubblico
  • Ammettere i propri difetti
  • Come reagire alla schiettezza
  • II giusto modo di correggere gli altri
  • I due tipi di schiettezza
  • Curare gli effetti della schiettezza

Gestire l’ostilità

  • Si può trarre vantaggio dai nemici
  • L’utilità della circospezione
  • Per rinfacciare dei vizi bisogna esserne immuni
  • Le critiche degli avversari
  • Come reagire alle calunnie
  • L’esercizio della sopportazione
  • Riconoscere i meriti dell’avversario
  • Rispettare il nemico per rispettare gli animi

La serena competizione

 

Chi è Plutarco – Note biografiche
Tra gli scrittori greci vissuti nell’età imperiale romana Plutarco è sicuramente il più noto: la sua produzione, ricca di citazioni e riferimenti alla civiltà greca, ne sembra quasi una sintesi e una celebrazione.

Egli fu un cittadino dell’Impero romano e con la storia e la cultura latine si confrontò direttamente e positivamente: a Roma si recò più volte a partire dal 13 d.C., dopo aver visitato da giovane la Grecia, l’Egitto e forse l’Asia minore, ed ebbe importanti contatti con il ceto politico imperiale, sia negli anni di Domiziano sia in quelli di Traiano, per conto del quale svolse anche incarichi pubblici importanti.

Al generale e politico Quinto Sosio Senecione, attivo collaboratore di entrambi gli imperatori, Plutarco dedicò il suo scritto più celebre, le Vite parallele. L’opera consiste di cinquanta biografie di uomini “illustri”, da Romolo ad Alessandro Magno a Cesare, strutturate in ventitré coppie – un greco e un romano – con un confronto finale e quattro vite singole.

La tradizione ci parla di Plutarco come di un uomo schivo, sobrio, legato alla famiglia, estremamente religioso: a partire dal 96 d.C. fu sacerdote laico del tempio di Apollo a Delfi, luogo sacro della Grecia; non disdegnò peraltro di ricoprire in patria incarichi pubblici, anche non prestigiosi, in linea con l’ideale platonico di un impegno politico attivo da parte dei sapienti. Le sue ampie conoscenze filosofiche emergono negli scritti che, a partire dall’età bizantina, sono stati tramandati sotto il nome complessivo di Moralia.

L’influenza di Plutarco sulla cultura europea, soprattutto quello degli eroici profili contenuti nelle Vite parallele, è stata enorme, da Montaigne a Shakespeare, agli illuministi.

Alfieri vi attinse a piene mani per le tragedie e nella Vita usa il verbo “plutarchizzare” per descrivere la propria passionalità giovanile.

Foscolo, che sembra avervi tratto ispirazione per la figura di Jacopo Ortis, lo definì “divino” e Leopardi ne colse la profonda lezione etica, dichiarandosi suo debitore fin dal titolo delle Operette morali.

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