Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi

P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson - trad. di M. Ferretti - Astrolabio Ubaldini - 1978 - 288 pagg

Pragmatica della comunicazione umana

In questo libro la comunicazione è considerata come un rapporto qualitativamente differente dalle proprietà degli individui che l’attuano.

Dopo la definizione dei concetti generali gli autori descrivono le caratteristiche fondamentali della comunicazione umana e ne illustrano le manifestazioni e le potenziali deformazioni patologiche.

Quindi attraverso un’analisi del “Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Albee, sono esemplificati gli aspetti sistematici dell’interazione umana che nascono dal modellamento di specifiche caratteristiche della comunicazione.

La Scuola di Palo Alto è una scuola di psicoterapia americana che trae il suo nome dalla località californiana dove sorge il Mental Research Institute, centro di ricerca e terapia psicologica fondato da Don D. Jackson negli anni ’50 del novecento, a sua volta largamente ispirata dalla Terapia della Gestalt di Fritz Perls.

A seguito della persecuzione degli Ebrei e della psicanalisi da parte del nazismo e del fascismo, molti studiosi europei di psicologia si trasferirono negli Stati Uniti, dando origine ad una fiorente scuola di psicoterapia alla quale gli americani si rivolsero in massa.

La cosiddetta “terapia breve” (o brief therapy) è uno dei risultati più significativi fra le innovazioni introdotte dagli psicoterapeuti della Scuola di Palo Alto.

Invece di interessarsi all’origine storica individuale dei problemi psichici, la psicoterapia breve interviene sui sintomi per curarli attraverso una focalizzazione dell’intervento terapeutico sui problemi relazionali mostrati dal soggetto.

Il risultato, sorprendente, è che spesso anche le cause profonde di tali problemi finiscono con lo svelarsi, integrando ed espandendo la stessa pratica psicanalitica. Non casualmente, sarà proprio in California che negli anni ’70 nascerà la programmazione neuro linguistica, concepita dai suoi fondatori Bandler e Grinder proprio nel tentativo di modellare gli straordinari risultati della terapia della Gestalt di Fritz Perls.

Oggi, le idee della terapia breve sono largamente utilizzate nel coaching tanto di manager, sportivi, attori e piloti militari quanto di migliaia di persone comuni che nel mondo ricorrono ad un numero crescente di coach.

 

INDICE

Introduzione

Capitolo 1 – Presupposti teorici
1.1 Introduzione
1.2 La nozione di funzione e di relazione
1.3 Informazione e retroazione
1.4 Ridondanza
1.5 Metacomunicazione e concetto di calcolo
1.6 Conclusioni
1.6.1 II concetto di scatola nera
1.6.2 Consapevolezza e non consapevolezza
1.6.3 Presente e passato
1.6.4 Causa ed effetto
1.6.5 La circolarità dei modelli di comunicazione
1.6.6 La relatività delle nozioni di ‘normalità’ e ‘anormalità’

Capitolo 2 – Tentativo di fissare alcuni assiomi della comunicazione
2.1 Introduzione
2.2 L’impossibilità di non-comunicare
2.2.1 Ogni comportamento è comunicazione
2.2.2 Unità di comunicazione (messaggio, interazione, modello)
2.2.3 II tentativo dello schizofrenico di non comunicare
2.2.4 Definizione dell’assioma

2.3 Livelli comunicativi di contenuto e di relazione.
2.3.1 Aspetti di ‘notizia’ e di ‘comando’
2.3.2 Dati e istruzioni nel lavoro del calcolatore
2.3.3 Comunicazione e metacomunicazione
2.3.4 Definizione dell’assioma

2.4 La punteggiatura della sequenza di eventi
2.4.1 La  punteggiatura  organizza  le  sequenze  comportamentali
2.4.2 ‘Realtà’   diverse   dovute   ai   modi   diversi   di   punteggiare la sequenza
2.4.3 La serie oscillante infinita di Bolzano
2.4.4 Definizione dell’assioma

2.5 Comunicazione numerica e analogica
2.5.1 Negli organismi naturali e artificiali
2.5.2 Nella comunicazione umana
2.5.3 Soltanto l’uomo usa entrambi i moduli
2.5.4 Problemi di traduzione da un modulo all’altro
2.5.5 Definizione dell’assioma

2.6 Interazione complementare e simmetrica
2.6.1 Scismogenesi
2.6.2 Definizione di simmetria e di complementarità
2.6.3 Metacomplementarità
2.6.4  Definizione dell’assioma

2.7  Sommario

Capitolo 3  – La comunicazione patologica – pag. 62
3.1 Introduzione
3.2 L’impossibilità di non-comunicare
3.2.1 Diniego della comunicazione in schizofrenia
3.2.2 La situazione opposta
3.2.3 Implicazioni più estese

3.2.3.1 ‘Rifiuto’  della comunicazione
3.2.3.2 Accettazione della comunicazione
3.2.3.3 Squalificazione della comunicazione
3.2.3.4 II sintomo come comunicazione

3.3 La struttura di livello della comunicazione (contenuto e relazione)
3.3.1 Confusione del livello
3.3.2 Disaccordo
3.3.3 Definizione del Sé e dell’Altro
3.3.3.1 Conferma
3.3.3.2  Rifiuto
3.3.3.3  Disconferma

3.3.4 Livelli di percezione interpersonale
3.3.5 Impenetrabilità

3.4 La punteggiatura della sequenza di eventi
3.4.1 Punteggiatura discrepante
3.4.2 Punteggiatura e realtà
3.4.3 Causa ed effetto
3.4.4 La profezia che si autodetermina

3.5 Errori  nella   ‘traduzione’   del  materiale   analogico  in  numerico
3.5.1 L’ambiguità della comunicazione analogica
3.5.2 I messaggi analogici in quanto ‘invocazioni di relazione’
3.5.3 La mancanza del  ‘non’  nella  comunicazione analogica
3.5.3.1 La comunicazione analogica del ‘non’
3.5.3.2 II rituale

3.5.4 Le altre funzioni di verità nella comunicazione analogica
3.5.5 I sintomi isterici in quanto ritraduzioni nel modulo analogico

3.6 Le patologie potenziali del “interazione simmetrica e complementare
3.6.1 Escalation simmetrica
3.6.2 Complementarità rigida
3.6.3 L’effetto stabilizzante reciproco dei due moduli
3.6.4 Esempi
3.6.5 Conclusione

Capitolo 4 – L’organizzazione dell’interazione umana
4.1 Introduzione
4.2 L’interazione come sistema
4.2.1 La variabile tempo
4.2.2 Definizione di un sistema
4.2.3 Ambiente e sottosistemi

4.3 Le proprietà dei sistemi aperti
4.3.1 Totalità
4.3.1.1 Non-sommatività
4.3.1.2 Interdipendenza
4.3.2 Retroazione
4.3.3 Equifinalità

4.4 Sistemi interattivi in corso
4.4.1 Relazioni in corso
4.4.1.1 Descrizione e spiegazione
4.4.2 Limitazione
4.4.3 Regole di relazione
4.4.4 La famiglia in quanto sistema
4.4.4.1 Totalità
4.4.4.2 Non-sommatività
4.4.4.3 Retroazione e omeostasi
4.4.4.4 Calibrazione e funzioni a gradino

4.5 Sommario

Capitolo 5 – Un’analisi della commedia “Chi ha paura di Virginia Woolf?” in termini di comunicazione
5.1 Introduzione
5.1.1 L’intreccio
5.2 L’interazione come sistema
5.2.1 Tempo e ordine, azione e reazione
5.2.2 Definizione del sistema
5.2.3 Sistemi e sottosistemi

5.3 Le proprietà di un sistema aperto
5.3.1 Totalità
5.3.2 Retroazione
5.3.3 Equifinalità

5.4 Un sistema interattivo in corso
5.4.1 II ‘gioco’ di George e di Martha’
5.4.1.1 II loro stile

5.4.2 II figlio
5.4.3 Metacomunicazione tra George e Martha
5.4.4 Limitazione della comunicazione
5.4.5 Sommario
5.4.5.1 Stabilità
5.4.5.2 Calibratura
5.4.5.3 Ricalibratura

Capitolo 6 – La comunicazione paradossale
6.1 La natura del paradosso
6.1.1 Definizione
6.1.2 I tre tipi di paradosso

6.2 Paradossi logico-matematici
6.3 Definizioni paradossali
6.4  Paradossi pragmatici
6.4.1 Ingiunzioni paradossali
6.4.2  Esempi di paradossi pragmatici
6.4.3  La teoria del doppio legame
6.4.3.1 Gli elementi di un doppio legame
6.4.3.2 Patogenesi del doppio legame
6.4.3.3 La connessione del doppio legame con la schizofrenia
6.4.3.4 Ingiunzioni contraddittorie e paradossali
6.4.3.5 Effetti comportamentali del doppio legame
6.4.4 Le predizioni paradossali
6.4.4.1 L’annuncio del direttore
6.4.4.2 Lo svantaggio della logicità di pensiero
6.4.4.3 Lo svantaggio di aver fiducia
6.4.4.4 Indecidibilità
6.4.4.5 Un esempio pratico
6.4.4.6 La fiducia – Il dilemma dei prigionieri

6.5 Sommario

Capitolo 7 – Il paradosso in psicoterapia
7.1 L’illusione di alternative
7.1.1 II racconto della comare di Bath
7.1.2 Definizione

7.2 II ‘gioco senza fine’           
7.2.1 Le tre soluzioni possibili
7.2.2 Un paradigma d’intervento psicoterapeutico

7.3 Prescrivere il sintomo
7.3.1 II sintomo come comportamento spontaneo
7.3.2 Sulla eliminazione del sintomo
7.3.3 II sintomo nel suo contesto interpersonale
7.3.4 Una breve rassegna degli scritti sull’argomento

7.4 Doppi legami terapeutici
7.5 Esempi di doppi legami terapeutici
7.6 II paradosso nel gioco, nello humour e nella creatività

Epilogo – Esistenzialismo e teoria della comunicazione umana
8.1 L’uomo nel suo nesso esistenziale
8.2 L’ambiente come programma
8.3 La realtà ipostatizzata
8.4 Livelli di conoscenza, premesse di terzo ordine
8.4.1 Analogie delle premesse di terzo ordine
8.5 II significato e il nulla
8.6 II cambiamento delle premesse di terzo ordine
8.6.1 Analogie con la teoria della dimostrazione
8.6.2 La dimostrazione di Godel
8.6.3 II Tractatus di Wittgenstein e il paradosso ultimo dell’esistenza


Riferimenti bibliografici

Glossario

Indice degli autori e degli argomenti

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