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Cannonau, nuovo vino comunista?

25 Luglio 2008 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti - Storie Storielle Storiacce

Dopo la rinuncia alle politiche 2008 ai simboli di falce e martello, che sembra aver non poco contribuito alla scomparsa della sinistra radicale dal Parlamento, il riconfermato segretario del Pdci Oliviero Diliberto afferma:

“Il Lambrusco fa schifo: meglio il Cannonau”.

Il fattaccio a Reggio Emilia, durante il congresso del partito. Per qualche misteriosa ragione dal menù è scomparso il vino (paura del gomito alzato? Bah…).

Può esistere Parmigiano Reggiano senza Lambrusco? Secondo i Reggiani certamente no!

I congressisti allora hanno acquistato il Lambrusco dal bar, restituendo dignità al menù. Ma il partito inflessibile ha ordinato al bar di fermare la vendita.

Hanno fatto bene, il commento del segretario, il Lambrusco fa schifo.

La situazione si è fatta critica: qualcuno ha ricordato a Diliberto di essere stato eletto nella passata legislatura a Reggio Emilia e che il Lambrusco rappresenta per quella terra uno dei simboli della propria identità.

Concetto difficile quello dell’identità per i capi della sinistra radicale. Il segretario del Pdci ha, infatti, affermato:

Il Lambrusco è un ottimo vino, ma il Cannonau è decisamente migliore“.

Diliberto è sardo, come il Cannonau.

Che dire?

È lecito attendersi che alla prossima riunione di partito il segretario proponga il Cannonau come nuovo vino comunista in sostituzione del Rosso Stalin?

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