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La competizione si vince con Erodoto e Orazio

13 Novembre 2008 | di Arduino Mancini Capitale intellettuale, Proprietà Intellettuale

In un recente sondaggio, due terzi delle università Usa hanno dichiarato che, a parità di fattori, la conoscenza del greco o del latino conferisce agli studenti una marcia in più.

Per iscriversi al college e poi alle graduate school gli studenti americani devono sostenere una serie di test attitudinali: i punteggi ottenuti nelle prove di capacità logico-verbali sono, a parità di altri fattori, sistematicamente più elevati fra i giovani che hanno studiato una lingua classica.

Il vantaggio è visibile anche rispetto a chi ha studiato lingue vive «strutturate» (con casi e declinazioni) come il russo o il tedesco.

Sulla base di questi dati che i cosiddetti “latinbased programs” si stanno diffondendo in molte scuole medie, anche in quelle pubbliche situate in quartieri disagiati.

Gli USA ci spiegano ciò che a noi dovrebbe essere noto più che chiunque altro: lo studio del latino e del greco ha un elevato valore formativo.

Studiarle le lingua classiche significa allenare non solo la memoria e l’attenzione per il dettaglio, ma logica e ragionamento critico. Su queste capacità e competenze poggiano conoscenze e competenze più generali che si acquisiscono in seguito o in parallelo.

L’Italia ha sempre detenuto il primato mondiale nello studio del latino e del greco nella scuola secondaria.

Si iscrivono al liceo classico meno del 10% degli studenti italiani, mentre il 22% preferisce il liceo scientifico. Complessivamente gli studenti che si iscrivono a un liceo classico o scientifico sono passati dal 33,4% nel 2006/2007 al 31,9% nel 2008/2009: un declino preoccupante.

Se le indicazioni che ci arrivano dagli Usa sono affidabili (come dubitare degli Americani?), dobbiamo riconoscere che il sistema scolastico italiani di possiede un’arma di competizione silenziosa soprattutto nel liceo classico.

E allora perché per una volta non cercare di sfruttare appieno questo vantaggio? Perché non porsi l’obiettivo di accrescere in modo significativo il numero di iscritti al liceo classico, cercando di raddoppiarlo in 5 anni?

Coraggio Ministro Gelmini, l’iniziativa non le manca: uno spot “Pubblicità Progresso” che spieghi le ragioni per preferire il liceo classico costituirebbe un buon propellente per la crescita del capitale intellettuale del nostro Paese.

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