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Cacciatori di teste senza teste da cacciare


I direttori del personale con i quali sono in contatto affermano con insofferenza di essere assediati da cacciatori di teste in cerca di incarichi.

Ma gli incarichi sono pochi: le imprese non assumono e le poche posizioni disponibili vedono orde di head hunter fiondarsi come sparvieri disposti a sconti, incarichi non esclusivi, fatturazioni dilazionate pur di azzannare l’ossuta preda.

Sì, ossuta. Perché le posizioni riguardano personale pregiato, ma di livello intermedio: interessanti per le imprese che debbono tirarli a bordo, meno per il cacciatore per la relativa esiguità della parcella.

“I pochi incarichi che ho li do a chi so che lavora bene, anche per consolidare una relazione. Eppoi qui chiamano proprio tutti: per un PM ti telefona gente che ieri lavorava solo per posizioni da direttore in su.”

Già, la relazione. Tema apparentemente ostico per gli head hunter.

Due volte, nella mia vita da manager, sono entrato nella selezione finale per una posizione di direttore generale.

In nessun caso sono stato scelto, in nessun caso ho ricevuto una telefonata che annunciava l’esito negativo della contesa.

Le prede di oggi possono essere i Clienti, interessanti, di domani.

Coloro i quali sembrano non aver capito questo concetto oggi sopravvivono, gli altri rischiano di cambiare mestiere.

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