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La lotta per il cibo

27 Luglio 2009 | di Arduino Mancini Storie Storielle Storiacce

Un gruppo di documentaristi canadesi, specializzati in storia naturale, decise di intraprendere un’impresa mai tentata prima: filmare un anno di vita di un branco di lupi seguendoli in elicottero, in modo da riprendere l’annuale migrazione al seguito della loro principale fonte di sostentamento: i cervi.

Ho già raccontato altrove della caccia del lupo al cervo.

Un giorno l’elicottero principale della troupe riferì che i lupi si stavano dirigendo verso la carcassa di un grosso alce.

Ciò che aveva attirato l’attenzione del pilota era che anche altre due bestie avevano sentito l’odore della carcassa, e vi puntavano da direzioni diverse.

Il primo era un enorme grizzly, il secondo un ghiottone, una via di mezzo fra un tasso e un orsetto lavatore.

Il ghiottone, anche se relativamente piccolo, ha artigli e i denti robustissimi ed è noto come uno dei più forti lottatori del mondo.

La lupa si era già staccata dal branco e gli uomini sull’elicottero stavano pregustando la più grande rissa fra animali mai ripresa dalle telecamere.

Ma l’attesa andò delusa. I tre animali arrivarono nella radura più o meno contemporaneamente, ciascuno consapevole della presenza degli altri.

Ma invece di assumere atteggiamenti aggressivi e buttarsi subito in una mischia, si osservarono con calma e si sedettero nella neve.

La lupa, come un gatto che fa l’agguato a un uccello, poggiò lentamente una zampa in avanti, si fermò, verificò che cosa facevano gli altri due animali e, ricevuto il segnale di via libera, portò avanti l’altra zampa.

Questa procedura si ripeté con lentezza snervante, finché la lupa non raggiunse la carcassa.

Poi, sempre controllando che gli altri due animali non si opponessero, la lupa strappò, con incredibile circospezione e il chiaro intento di non fare movimenti bruschi, un grosso boccone dalla carcassa e, con la stessa cautela e i movimenti felini con cui si era avvicinata, tornò al punto di partenza.

Appena si fu ritirata, l’orso fece esattamente la stessa cosa! E pure il ghiottone!

I tre animali ripeterono gli stessi movimenti più e più volte, ciascuno aspettando il proprio turno e osservando l’atteggiamento degli altri, e soprattutto strappando ogni volta una «porzione equa».

Quando ciascuno fu sazio, sembrò quasi che gli animali si scambiassero una strizzata d’occhio, per poi voltarsi con calma e tornare da dove erano venuti.

Ma perché tre fra i più duri, feroci e temibili lottatori del regno animale avevano rinunciato alla lotta per l’intera preda?

Ciascuno, grazie all’esperienza e alla perfetta capacità di leggere il linguaggio del corpo, conosceva i bisogni e la forza degli altri.

Ognuno sapeva di avere la possibilità di vincere il combattimento, ma sapeva pure che, anche in caso di vittoria, avrebbe certamente riportato ferite gravi, una minaccia per la sua sopravvivenza.

Quindi avevano preso la decisione più intelligente: considerare i bisogni di ciascuno, condividere una risorsa sufficiente a tutti, conservare l’energia e rimanere così incolumi.

Mi piacerebbe vedere negli uomini la stessa saggezza nella gestione delle risorse.

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