Se questo vale certo per la sfera privata, vale ancora di più per le organizzazioni.
Ma qual è il meccanismo perverso che guida l’indiscrezione?
Esso si basa su due comportamenti molto diffusi: la confidenza e la curiosità indiscreta.
Entrambi possono causarci grossi problemi, come splendidamente recita Plutarco: state a sentire.
Chi può permettersi di criticare gli altri perché non sono stati capaci di mantenere un segreto?
Se infatti la cosa non doveva essere rivelata, è stato sbagliato dirla a qualcuno: se ce la siamo lasciata scappare, ci siamo affidati alla riservatezza altrui, attribuendo poco valore alla nostra.
Se poi quello si comporta in modo simile a noi, il danno che ne deriva è causa nostra; se invece lui mantiene il segreto, siamo inaspettatamente salvi solo perché abbiamo trovato qualcuno più affidabile di noi.
“Ma lui è un amico.”
Certo, ma anche lui ha un amico, del quale si fida come io mi fido del mio. E quell’amico ne ha un altro a sua volta.
Così una confidenza ne genera un’altra, in una moltiplicazione di intemperanza verbale.
«Alate parole» dice il poeta. Come è difficile catturare nuovamente un uccello sfuggito dalle mani, così non è possibile recuperare e controllare una parola uscita dalla bocca: essa si aggira, «agitando le ali veloci», e si diffonde da una persona all’altra.
Quando una nave è trascinata dal vento, si cerca di tenerla ferma riducendo la velocità con corde e ancore; quando invece una parola sfugge, non esiste ormeggio o ancoraggio, e viene trasportata con grande frastuono e rumore, andandosi a incagliare e facendo affondare in un mare di guai colui che l’ha pronunciata.
Alla loquacità si accompagna un vizio non minore: la curiosità indiscreta.
I chiacchieroni in genere vogliono sapere molte cose, per avere molte cose da dire.
In particolare essi vanno alla ricerca e tentano di scoprire segreti, per affidarli poi alle loro ciance, come se i segreti altrui fossero un insulso ammasso di merci.
Fanno come i bambini con un pezzo di ghiaccio: non riescono né a tenerlo in mano né a gettarlo.
I segreti, quando sfuggono, rovinano e distruggono coloro che non sono stati capaci di trattenerli.
Tu cosa ne pensi?
Il brano è liberamente tratto dal libro “Per un parlare efficace“.