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Il discorso agli Ateniesi

Pericle e il senso dello stato

Concetto ingombrante, spesso citato dal Presidente della Repubblica (nelle diverse persone che si sono succedute nella carica) per richiamare all’ordine i politici o citandolo all’indirizzo di persone distintesi in atti di pubblico merito o addirittura di eroismo.

O anche solo per aver fatto il proprio dovere.

Ho provato a interrogare Google ma ho trovato solo frasi generiche o accademiche, niente che fosse capace di entrare nella testa e nella pancia delle persone.

E allora ho ripescato un discorso che Pericle, comandante militare e leader politico di Atene antica, pronunciò ai suoi concittadini nel 461 a.C.: utile non solo ai politici o ai leader di organizzazioni di varia natura, ma anche a noi stessi.

Vi presento anche un breve video che ho trovato su YouTube, nel quale un giovane si cimenta con bravura nel discorso di Pericle: non so niente di questo giovane attore (assai poco cliccato il suo video, forse perché rappresenta un Pericle meno aggressivo di quello interpretato da Paolo Rossi).

Se qualcuno volesse aiutarmi a identificarlo gliene sarei grato.

Ora il discorso di Pericle agli Ateniesi, 461 a.C.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

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Commenti
Anonymous 15 Dicembre 2009 0:00

Più attuale di così…

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