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Ecco un buon proposito. Scomodo, ma molto conveniente...

Non raccontiamoci balle

16 Aprile 2010 | di Arduino Mancini Pregiudizi, Errori cognitivi, Conformismo

Il momento in cui prendiamo una decisione tende a precedere quello in cui abbiamo la sensazione di averla presa.

Questo avviene per diverse ragioni.

Abbiamo la tendenza a formarci un’opinione, anche su cose di fondamentale importanza, basandoci su poche informazioni.

Scarsità di tempo, pigrizia nell’approfondire l’analisi (così evitiamo di scoprire cose che potrebbero non piacerci …), tanta fiducia in noi stessi (presunzione?), giocano un ruolo fondamentale.

Una volta che ci siamo fatti un’idea (a livello più o meno consapevole), tendiamo ad agire per trovarne conferma. La conferma ai nostri pensieri ci rassicura circa il nostro valore, e questo ci aiuta a vivere.

Insomma, spesso le nostre decisioni sono frutto di pigrizia, analisi approssimativa e desiderio di non affrontare situazioni scomode.

Si può ovviare a tutto ciò? Certamente, con un po’ di fatica e sana onestà intellettuale.

Vediamo alcuni accorgimenti.

Cominciamo a non raccontarci balle: prendiamo consapevolezza delle situazioni difficili o sgradevoli e mettiamole sul tavolo.

Poi sospendiamo il giudizio. Smettiamo, cioè, di emettere sentenza sulla base di un elemento solo e raccogliamo un numero sufficiente di informazioni. Senza pregiudizi, senza preconcetti e senza cercare conferma a ciò che abbiamo in testa.

Fai già tutto questo? Sono felice per te.

Ma se sei arrivato a leggere il post fino in fondo probabilmente non hai perso tempo.

Se vuoi approfondire il tema puoi leggere il libro Il metodo antierrore.

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Commenti
factum 21 Aprile 2010 0:00

Non so cosa ne pensi, ma io trovo aiuto nell'esperienza, nel vedere se un problema o qualcosa che sta capitando ha riscontro nella mia esperienza, spesso i casi limite ci portano dove uno non andrebbe mai.

AM 23 Aprile 2010 0:00

Non credo di aver capito.
Puoi spiegarti meglio?
AM

factum 1 Maggio 2010 0:00

Semplicemente mi sono imbattuto spesso nella frase "Io non lo farei mai, però…" ecco il però che ti fa sostenere una posizione che tu non vivresti mai squalifica quello che vivi.
Allora guardiamo anche se quello che stiamo vivendo è valido, se mi corrisponde, se quel però lo mette in discussione e se si affrontiamolo.
Altrimenti togliamo il però e sosteniamo la nostra esperienza.

Spero di essere stato più chiaro.

Arduino 2 Maggio 2010 0:00

Caro factum,
credo di aver capito. Tu cerchi la certezza di un agire senza errore. I "però", messi alla fine di un'affermazione, generano una possibile alternativa non sempre sostenibile.
Che fare allora?
Due cose: la prima è prendere decisioni quando abbiamo analizzato compiutamente la situazione.
La seconda nell'accettare la possibilità di sbagliare.
A presto leggerti,
Arduino

factum 6 Maggio 2010 0:00

L'ultimo commento poi cambio argomento 🙂
Diciamo che mi hai incuriosito e ho comprato il libro e trovo nella pagina iniziale una citazione di R.Ford e dice al punto "(b) abbiamo ignorato le nostre esigenze fondamentali, e non ci piace riflettere su di esse; " è quello che volevo dire e che nel post non si coglie.
Non ho paura di sbagliare, so che lo faccio, ma se non uso come metro di giudizio le mie esigenze fondamentali uso quelle altrui (in senso passivo).

Passo e chiudo

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