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Da censore a imputato. Un interessante caso di conflitto verbale...

D'Alema nella trappola di Sallusti

L’ex ministro Claudio Scaiola si è recentemente dimesso per condurre personalmente un’indagine: vuole scoprire chi, a sua insaputa, gli ha comprato un appartamento di prestigio a Roma centro.

Mente? Spero di sì. Perché se non mente è peggio.

Durante una puntata di Ballarò (il noto talk show politico) che è seguita alla vicenda, Massimo D’Alema (influente uomo politico del principale partito di opposizione) ha pensato di presenziare ed ergersi a censore del comportamento di Scaiola.

Allegramente dimentico del fatto che diversi anni fa egli era stato sorpreso ad abitare in un appartamento di proprietà di uno dei tanti “enti” italiani: a equo canone, naturalmente.

D’Alema, sotto il tiro dei media, aveva lasciato “spintaneamente” l’appartamento.

Infatti Sallusti, vice direttore di “Il Giornale”, ha colto l’occasione per attaccarlo e distogliere l’attenzione del pubblico dalla “disattenzione” di Scaiola.

Insomma D’Alema da censore a imputato, caduto nel trappolone con tutte le scarpe: ha perso le staffe e offeso Sallusti, dando prova di scarsa tenuta emotiva.

Se non l’avete vista, gustatevi la scena.

Avremo mai un’opposizione?

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