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Facciamo eleggere il Parlamento da un computer

10 Giugno 2010 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti


Dalla ormai storica discesa in campo all’altrettanto riuscita scelta di campo,

dalla dura e difficile traversata del deserto al famigerato tridente fallimentare,

con gli alleati sempre intenti a sbadigliare, quanta fatica in più ti è toccata fare.

Quale però a questo punto per tutti la morale?

È presto detto: con Berlusconi unica punta non c’è proprio nessuno che la spunta.

Occhetto, Rutelli e Veltroni per la storia hanno perso con te di brutto le elezioni.

Anche il furbo D’Alema, esperto in ribaltoni, ha dovuto rassegnare le dimissioni.

Solo Prodi è stato più fortunato, ma anche lui in pensione anticipata hai collocato.

Direbbe il poeta immortale: due volte nella polvere, tre volte sull’altare.

A conclusione, mio caro presidente, ognuno di noi ti è grato e riconoscente, ma non è ancor finita,

perciò prego il Signore che ti protegga e ti assicuri lunga vita.

Questa la cosiddetta poesia che il senatore Gallo ha letto al Presidente del Consiglio durante una cena privata.

Dopo averlo ascoltato in diretta su Radio 24, ciarliero e ignaro della berlina alla quale il conduttore Giuseppe Cruciani lo stava esponendo, ho deciso di trascrivere il testo e di proporlo.

Voci non confermate parlano di un Premier in evidente imbarazzo durante la lettura. Come dargli torto?

Sono fra quelli che hanno sempre pensato che una persona delegata a rappresentarmi in Parlamento debba essere migliore di me: ma questo, con il senatore Gallo, proprio non mi riesce.

Non me ne voglia l’interessato.

Ma desidero cogliere l’occasione per fare una proposta: e cioè immaginare una legge elettorale che accresca la probabilità che le persone elette in parlamento riflettano le caratteristiche del paese.

Di seguito le linee guida.

  1. Ridurre drasticamente il numero di parlamentari. Meno eletti minore il rischio di persone inadeguate.
  2. Ridurre il rischio di parlamentari legati a centri di potere di varia natura.
  3. Accrescere la probabilità che le persone elette siano disinteressate a gestire il potere a fini personali: insomma, diamo il potere a chi non lo vuole.

Ma come realizzare quanto propongo nei punti 2 e 3? Come dare il potere a uno che non lo vuole? Se non lo vuole mica viene a proporsi …

Ecco cosa propongo di fare.

Eleggere il parlamento attraverso un’estrazione guidata da un generatore di numeri casuali. Al riparo, quindi da manipolazioni.

Eleggibili i cittadini italiani di età superiore a 25 anni che abbiano almeno il diploma di scuola media superiore (o la laurea? Ci devo pensare …).

Per 5 anni gli estratti avrebbero il dovere di recarsi ogni giorno al lavoro in qualità di dipendenti dello stato.

Non sarebbe prevista la rieleggibilità.

La rappresentanza? Garantita dalla statistica.

Gli estratti avrebbero inoltre tre mesi di tempo per raccogliersi in gruppi di diverso orientamento.

Difficile? Forse.

Ma più ci penso e più mi convinco che le cose sarebbero migliori di quelle che sono.

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Commenti
Lorenzo 10 Giugno 2010 0:00

Sono d'accordo con la conclusione.
Non sei il primo a proporre un meccanismo di estrazione. Anche Antonio Martino in passato lo ha fatto.
Sui requisiti per l'estrazione (25 anni, laurea/diploma) li sostituirei con il seguente:

che abbiano pagato almeno 10.000 euro con F24 compilati in proprio.

Con questo requisito mi sentirei davvero più al riparo!

Anonymous 10 Giugno 2010 0:00

beh…che dire, facciamo un po' di confusione….sono decenni che la cosa pubblica è diventata privata…e se è privata è giusto che ci siano interessi e portatori di interessi (la politica oggi è questo). Il concetto che voglio sottolineare è basilare, non siamo più in repubblica…tutto quello che era pubblico per definizione è stato dichiarato burocratico ed inefficiente, quindi privatizzato…di cosa ci lamentiamo…lo abbiamo consentito…o lo abbiamo subito indifferentemente…una volta le cose erano diverse…c'era ancora chi provava a lottare…continuamente…nel bene o nel male…oggi siamo anestetizzati dai lunghi we, smart phone, pupe e velone…non dovrebbe far scalpore che qualche politico lo prenda in c..o nell'auto blu, ma che a tutti gli italiani venga fornita la preparazione H di turno per non sentire il dolore…
beviamoci su un prosecco…
LOGHR

corrado 17 Giugno 2011 0:00

mi soffermo sul modello proposto con qualche osservazione:
1) concordo sul dovere di esser sempre presenti con le sole agevolazioni previste per tutti i lavoratori (ferie, malattie, ecc,)
2) divieto assoluto di doppi o pluri incarichi: qualsiasi carica pubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica pubblica
3) cancellazione dei vitalizi dopo una legislatura: nel periodo prestato allo stato, lo stato mi remunera pagandomi anche i contributi come se fossi un normale lavoratore. e li si ferma
4) sono più largo sulle legislature: due incarichi mandati li concede pure Grillo e mi associo. in una sola legislatura l’orizzonte temporale è troppo breve perchè progetti infrastrutturali a lungo periodo possano essere messi in campo e portati se non a termine, almeno a regime.

L’estrazione a sorteggio è comunque rischiosa: chi sviluppa l’algoritmo casuale? chiunque sia è comprabile come oggi sono comprabili gli scilipoti della situazione, almeno tecnicamente. Sono più convinto che lavorando bene sul ritagliare i privilegi di casta e sui legami e conflitti di interesse, nonchè su una informazione più libera e indipendente, si riesca a raggiungere un buon risultato.
O in alternativa, come dice il mio capo, diamo tutto in outsourcing alla Germania!;)

AM 19 Giugno 2011 0:00

Che dire, il commento di Corrado è certo ottimistico, in fondo, e mi pare ben strutturato.
Quanto al fatto che tutto sia in vendita ho seri dubbi: guardia alta, d’accordo.
L’outsourcing alla Germania? Ho qualche riserva…
Ciao e grazie,
Arduino

Michele D'Urzo 24 Giugno 2011 0:00

Leggendo la trascrizione del “poema” del sen.Gallo, mi sono venuti in mente le declamazioni di commensali ubriachi alla fine di un banchetto. Appunto, quando si è alla frutta.
Duemila anni fa, qualcuno aveva già, profeticamente, associato al canto del gallo la sensazione di essere rinnegato anche dai fedelissimi e la fine imminente…

Per quanto riguarda la provocazione dell’elezione a sorteggio, propongo una variante che potrebbe rivelarsi un successone per l’erario. Visto che essere un parlamentare, tra privilegi, benefits e pensione “con rito abbreviato” è meglio che vincere un terno al lotto, perché non farne una lotteria?
Ma l’ipotesi della rappresentatività popolare assicurata tramite “campionamento” del mondo reale presuppone ancora l’idealistica (ahimé) illusione che poi l’eletto esprima i propri voti secondo scienza e coscienza e non in base alle direttive di partito.
Mi pare invece che si governi sempre più a suon di voti di fiducia e di disposizioni impartite a tutti i parlamentari iscritti o acquisiti nel proprio libro paga. Ma a volte i transfughi giocano tiri mancini.
Allora facciamola facile. Aboliamo i parlamentari. Alle elezioni non si mettono in palio seggi, ma “quote” di parlamento. Il leader dello schieramento porta a casa il 23%? Il suo voto varrà in proporzione. Votazioni velocissime, niente intemperanze e baruffe, azzerato il rischio di ribaltoni, inciuci, indiscrezioni e gossip.
Ovvio che non piacerebbe agli Scilipoti di turno.
Ma siamo davvero sicuri che questa “proposta indecente” farebbe indignare i leader di partito (quelli veri) … ?

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