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Regole preziose per valorizzare il tuo lavoro!

Palmiro e il dodecalogo del lavoratore instancabile

9 Luglio 2010 | di Arduino Mancini (S)management delle Risorse Umane

Sai valorizzare il tuo lavoro, Palmiro?

Sai fare in modo che capo e colleghi abbiano un’idea plausibile della mole di lavoro che ogni giorno ti spupazzi?

Se non ne sei pienamente convinto forse ti può essere utile seguire alcune, semplici regole, che ho raccolto in un dodecalogo.

  1. Arriva sempre al lavoro prima del tuo capo e vai a casa dopo di lui. Apprezzerà, ne sono certo, specie se non ti paga lo straordinario.
  2. Mai girare per gli uffici con un quotidiano in mano. Penserebbero che stai per dare corso a una lunga … riunione di gabinetto.
  3. In mano tieni invece sempre uno o più fogli di carta (non importa di che tipo, tanto mica li devi mostrare a qualcuno…), penseranno che ti appresti a partecipare a riunioni di una qualche importanza. Se giri a mani vuote, invece, penseranno te ne stai andando stancamente alla macchinetta del caffè.
  4. Mai camminare lentamente. Passo e movenze sostenute accrescono la percezione di persona impegnata: non sempre uno che si agita sta facendo qualcosa di produttivo, ma l’importante è comunicare “azione”.
  5. Se proprio devi riflettere, fallo lontano da occhi indiscreti. Chi pensa non ha nient’altro da fare.
  6. Non frequentare corsi di formazione. Non sei pagato per perdere tempo in attività improduttive.
  7. Se proprio alla formazione non sai rinunciare (e posso capire solo se in aula ci sono io …), allora cerca di arrivare con almeno 30 minuti di ritardo e lasciare l’aula un’ora prima degli altri. Impegni inderogabili incombono e, tuo malgrado, non puoi sottrarti.
  8. Avrai l’accortezza di fare lo stesso nelle riunioni alle quali partecipi, rendendo evidente a tutti il carico di lavoro, al limite dell’umano, che ogni giorno sei costretto a sopportare.
  9. Mai spegnere il telefonino o lo smartphone, specie se sei in riunione. Al massimo silenzialo. Capiranno finalmente che, senza di te, l’organizzazione rischia di collassare.
  10. Lascia la scrivania incasinata, in modo che documenti importanti possano agevolmente rimanere sommersi da carta “sopraggiunta”: potrai così cercarli con affanno e rendere evidente la carta che sei costretto a gestire.
  11. Lamentati sommessamente, ma pubblicamente, del carico di lavoro. Fallo regolarmente, specie davanti alla macchinetta del caffè. L’aria contrita aiuterà a conferirti credibilità e a giustificare la meritata pausa.
  12. Infine, programma l’invio della posta elettronica una buona mezz’ora dopo che tutti hanno lasciato l’ufficio: ricevere una e-mail partita alle 20.30 fa sempre un certo effetto.

Che cosa hai detto? Sono le stesse cose che fa quel lavativo del tuo collega?

Lo so, ma ti tocca adeguarti: se non ti rassegni a dedicare un po’ di energia nel valorizzare il tuo lavoro,

può accadere che un capo “distratto” finisca per non distinguere fra te e il lavativo di turno.

E tu non vuoi questo, vero Palmiro?

 

Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.

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Commenti
Cristoforo 12 Luglio 2010 0:00

Purtroppo le regole descritte sono tristemente prese in considerazione da troppi "capi". Personalmente mi permetto di dissentire dai suggerimenti indicati, poichè se il mio capo presta attenzione a tutto ciò vuol dire che non è un bravo capo….non lo sarà mai…e probabilmente un giorno se ne accorgerà anche l'azienda stessa che non è un buon capo. Tanto vale cambiare aria prima, prima che il cattivo capo affondi la baracca! 🙂 Saluti
CRIS76

AM 12 Luglio 2010 0:00

Caro/a CRIS76,

non sempre, quando si realizza di non avere un buon capo, è possibile cambiare aria. E le strategie di sopravvivenza vanno adottate, perché aiutano a sppravvivere. Ovviamente il dodecalogo è un modo leggero e ironico per affrontare il tema e spero proprio che finisca nelle mani di molti capi: anche del tuo.
C'é speranza per tutti. O quasi.
A presto leggerti,
Arduino

Anonymous 12 Luglio 2010 0:00

un buon collaboratore/capo deve essere in grado di gestire il proprio capo/collaboratore, prendersi in giro non è produttivo per l'azienda in nessun caso…non importa che tu sia capo o collaboratore oggi, è importante cominciare a capire quanto sopra!!!
UNHRINCERCADIALLTRAOPPORTUNITAPROFESSIONALE

Anonymous 12 Luglio 2010 0:00

E… leggere il Blog di Tibimail fa parte delle attività da evitare? Ironia a parte, per modo di dire, conosco colleghi e pure capi che applicano queste regole come i 10 Comandamenti. Pur comprendendo l'efficacia di questi atteggiamenti, non posso purtroppo condividerne l'etica e soprattutto la mancanza di rispetto per chi, invece, si comporta in maniera più responsabile. Saluti, Cristian

AM 12 Luglio 2010 0:00

Caro Cristian,

proprio come a te, queste strategie mi sono estranee. Per cultura e rispetto verso le persone.
Non c'é approvazione nel dodecalogo, ma ironia verso chi ha bisogno di segnali superficiali per apprezzare ciò che non riesce a vedere per pigrizia o superficialità.
Una strategia alternativa al dodecalogo? Certo che c'é, seria, per persone che vogliono farsi apprezzare per ciò che valgono.
Ne parlerò presto. Tu intanto dimmi, come fai a valorizzare il tuo lavoro, in quantità e qualità?

A presto leggerti,

Arduino

    Corto Maltese 24 Maggio 2013 0:00

    Dove ne ha parlato? Non ho trovato il post e mi interesserebbe.

      AM 24 Maggio 2013 0:00

      Ciao, benvenuto!
      Non ho ancora scritto, non ho mantenuto la parola 🙂
      Ma vedrai che lo farò.
      A presto leggerti, Arduino

Maria Giovanna 18 Ottobre 2011 0:00

.. concordo con l’ironia e confido che , come dice AM , ci sia speranza per tutte le persone corrette !
—-
è un modo leggero e ironico per affrontare il tema e spero proprio che finisca nelle mani di molti capi: anche del tuo.
C’é speranza per tutti. O quasi.

Maria Giovanna

Emilia 19 Ottobre 2011 0:00

Geniale ricostruzione del grottesco mondo a cui sono esposta anche io ogni giorno, Arduino.
Purtroppo devo aggiungere una nota ancora più amara, tratta dalla mia esperienza quotidiana: c’è anche chi adotta questo dodecalogo inconsapevolmente, perchè convinto del suo valore e non per mera sopravvivenza… purtroppo non so decidermi su cosa mi amareggi di più. A presto leggerti con vero piacere, Emilia

AM 19 Ottobre 2011 0:00

Cara Emilia,
geniale? Ricostruzione da cronista. Cosa sia peggio? Non lo so. Perché non ci racconti un caso specifico?
A presto leggerti,
Arduino

Corto Maltese 24 Maggio 2013 0:00

“Se proprio devi riflettere fallo lontano da occhi indiscreti. Chi pensa non ha nient’altro da fare”

Bellissimo questo punto e amaramente vero: io l’avevo intuito empiricamente e descritto in questo post
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2013/04/l-pesantezza-dell.html
Sono contento di trovare conferme ironiche e autorevoli in questo interessante blog

    AM 24 Maggio 2013 0:00

    Grazie per l’autorevole.
    Leggerò il tuo blog e ricambierò i commenti.
    A presto leggerti!

Corto Maltese 27 Maggio 2013 0:00

Ho inserito un post nel mio blog, in cui ho citato questo post e in cui ho fatto un commento generale.
Mi interesserebbe molto un suo parere in proposito
http://dipendenteriluttante.blogspot.it/2013/05/il-dodecalogo-del-lavoratore-aziendale.html