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Se professionalità significa camminare sui carboni ardenti

29 Luglio 2010 | di Arduino Mancini Motivazione e Bisogni


Il 7 luglio 2010 un gruppo di agenti immobiliari appartenenti a un importante franchising italiano si è riunito per partecipare a un «motivation day».

Una di quelle giornate in cui manager e venditori cercano di «sviluppare la propria energia» e «raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi», per aprire una sfida «prima di tutto con se stessi» (il virgolettato si riferisce alle parole di Alessandro Di Priamo, “motivatore” professionista che coordinava la giornata).

La sfida? Camminare sui carboni ardenti.

Stavolta però, non è andata bene come al solito.

Il motivatore deve aver sbagliato qualcosa nella quantità di motivazione iniettata nelle vene dei malcapitati e nove di loro sono finiti in ospedale con leggere ustioni.

Nulla di grave insomma, ma una riflessione è d’obbligo.

Innanzitutto la mia solidarietà va agli agenti immobiliari aderenti alle reti in franchising, i quali si vedono proporre dai franchisor tutto eccetto ciò di cui hanno davvero bisogno (e che il canone che pagano coprirebbe ampiamente).

E cioé piani di formazione finalizzati a una reale crescita professionale, che li aiutino ad affrontare con qualche probabilità di successo le sfide professionali che nei prossimi anni potrebbero essere fatali a molti di loro.

Negli anni, i franchisor hanno insegnato, agli agenti immobiliari, tecniche di manipolazione più o meno complicate basandosi su discipline quali l’analisi transazionale e la PNL: negli ultimi decenni, novelli dei, hanno finalmente imparato a camminare non sull’acqua (quello lo faceva quel dilettante di Gesù) ma addirittura sui carboni ardenti.

A quanti, fra gli agenti immobiliari, leggono il mio blog, vorrei dire che la motivazione nessuno te la può dare, ma la devi trovare dentro di te.

E che si può anche riuscire a camminare sui carboni ardenti, ma la preparazione professionale bisogna costruirla passo dopo passo: e alla fatica non c’é alternativa.

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Commenti
Anonymous 1 Settembre 2010 0:00

gentile Sig. Mancini,
ho letto con interesse il Suo articolo, ma purtroppo, devo contraddirla almeno in parte, e in parte comunque, darLe ragione.
ho effettuato tre volte in passato la camminata sui carboni ardenti e con mia grande sorpresa mi sono resa conto che offre eccome la motivazione: offre un entusiasmo imparagonabile a qualsiasi altra emozionante attività, è una scarica di adrenalina fortissima e potente ma come tutte le esperienze forti va usata con molta cautela. Se la motivazione non è più che forte ci si ustiona sicuramente. Ciò dipende inoltre da molti fattori ma soprattutto dalla motivazione di ognuno di noi.
Se non si è seriamente motivati ( e prima di effettuare la camminata i preparatori seri lo verificano e lavorano fino a quando non si è più che pronti), inoltre la motivazione non può essere generale in quanto ognuno deve trovare all'interno di se stesso la propria.
Forse in questo caso occorre ribadire come purtroppo si adottino metodi di ricerca e crescita personale come la camminata per indurre le persone a fare ciò che vogliamo. Per fortuna ciò non è possibile e la dimostrazione del fatto che gli agenti si sono ustionati ne è la prova. Non è possibile indurre una motivazione se la persona non ne è consapevole. Meno male che si sono ustionati, questa è la prova effettiva della loro 'non disponibilità' a farsi 'manovrare'.
cordiali saluti

AM 1 Settembre 2010 0:00

Ringrazio la gentile Anonima per il puntuale intervento, che mi permette di chiarire il mio pensiero.
Mi piacerebbe sapere: a cosa era finalizzata la sua motivazione a sfidare i carboni ardenti?
Crescere personalmente? professionalmente? Nella mia esperienza prove come quella da lei e da tanti suoi colleghi vissuta riescono a darci fiducia nelle nostre possibilità. Ma rimane un'esperienza che finisce: è benzina che brucia lasciando residuo di combustione. Quello che credo sia necessario cercare, nella formazione professionale, è la motivazione che dura nel tempo e che ci fa superare le prove più difficili: investire in conoscenza e preparazione professionale è il vero, durevole carburante di cui i professionisti della mediazione immobiliare hanno bisogno, nell'interessa non solo loro ma del mercato.
I carboni ardenti sono fumo negli occhi: molti formatori lo sanno e su questo speculano.
Grazie comunque e a presto leggerla.
Arduino

Anonymous 1 Settembre 2010 0:00

gentile Sig. Mancini,
le rispondo con piacere; la camminata da me fatta era esclusivamente come crescita personale e per questo credo densa di motivazioni. Per questo motivo non mi sono scottata la prima volta: avevo individuato esattamente il mio personale obiettivo e l'ho raggiunto. Non è un'esperienza che finisce: ti dura 'dentro' molto tempo, a me è durata qualche anno, poi sicuramente si è affievolita per sua natura, ma ciò che si sente di essere in grado di realizzare è assolutamente unico e per quanto mi riguarda irripetibile. Questo è un 'attrezzo' che ti permette di usare la tua fiducia in molti campi: sai che lo puoi fare. I formatori dovrebbero fare però molta attenzione perchè come giustamente scrive lei, la camminata è un evento di grande effetto e se usata male, procura solo danni. Le confesso comunque che la seconda volta ho sottovalutato lo scopo mio finale che è la cosa basilare per la riuscita e qualche scottatura l'ho avuta, strano comunque come sia passata nel giro di mezz'ora, lasciandomi la stessa forza emotiva addosso.
E' un argomento affscinante, grazie per averlo esposto.
Cordialmente

Anonymous 2 Settembre 2010 0:00

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100091

sapendo questo… l'unica vera motivazione è la fiducia in chi ha preparato il tutto.

Ad ogni modo, quel che è successo recentemente, temo aumenterà la distanza tra chi crede alla (possibile) utilità formativa di certe attività e chi invece era già tendenzialmente scettico.

– Banc –

AM 2 Settembre 2010 0:00

Molto interessante il commento dell'Anonima che ha camminato sui carboni ardenti, che mi aiuta a capire meglio la sua esperienza.
Rimango dell'idea che molti professionisti siano oggetti di pseudo professionisti in cerca di facile remunerazione, i quali non possono avere la mia approvazione.
Peraltro trovo davvero utile il link che ci invia Banc, che ci aiuta a meglio contestualizzare, anche da un punto di vista fisico, l'esperimento: le oasi di carbono "non troppo ardenti" sono davvero interessanti.
Grazie a tutti e a presto leggervi.
Arduino

Lorenzo 26 Maggio 2012 0:00

La mente umana è straordinaria nel trovare soluzioni o stratagemmi ai problemi : anche tra gli Atleti olimpionici Israeliani nel 72 a Monaco , vi era qualcuno che si innamorò del proprio persecutore . Oggi tale circostanza viene comunemente definita come ” Sindrome di Stoccolma” . Nella religione poi non mancano esempi di autoflagellazione quale sinomino di una maggiore fede .Io penso che oguno di noi non debba MAI perdere la propria dignità , senza condizionamenti, seppur mosso nello sviluppo della propria consapevolezza , senza per questo portare detrimento al proprio corpo quale espressione della propria identità: quali potrebbero essere le conseguenze della estremizzazione di questi gesti quando qualcuno cominciasse a dire che fare del male ad Abele ti fà raggiungere il budget ??

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