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Hai mai cercato di “soffiare” un Cliente a un collega?

7 Settembre 2010 | di Arduino Mancini Consulenti, maneggiare con cura


No? Molto bene, perché ci sono regole non scritte che non andrebbero mai violate.

Eppure, sembra che quanto più ricco è il piatto più difficile sia resistere alla tentazione.

Sentite il botta e risposta fra Gaetano Pecorella, ex legale del Presidente del Consiglio, e Niccolò Ghedini, avvocato attuale.

In rosso Pecorella, in nero Ghedini.

Ghedini perde i processi in tribunale e prova a vincerli in Parlamento.

Una frase ingenerosa. Gaetano è bravissimo, ma nella gestione quotidiana … quando ci sono da studiare 500 faldoni … nel nostro lavoro il 99% è sudore, l’1% abilità.

Non è vero che mi sottraggo alla fatica. Faccio ancora le notti in piedi a studiare le carte dei processi. Questa sì è una frase ingenerosa perché dà l’idea che io non voglia più fare l’avvocato: è una cattiva pubblicità fatta da chi mi deve tutto.

Poi Pecorella aggiunge.

Ghedini è un bravo avvocato, che ha svolto un grande lavoro nell’interesse del Presidente del Consiglio.

Non avrei mai permesso che il mio maestro venisse messo da parte. Se sono chiamato da un collega, nel caso sia revocato, lascio l’incarico anch’io. È una regola etica non scritta.

Poi, certo, una persona è libera di fare le proprie scelte personali. Con lui ho i rapporti che si hanno con una persona che non ha rinunciato al mandato quando il suo “maestro” è stato messo da parte.

Che dire?

Sarebbe bello vedere professionisti che hanno incarichi di prestigio telefonarsi e dirsene quattro in privato, mantenendo un certo fair play ed evitando polemiche a colpi di intervista.

Ma i media giocano sempre un ruolo decisivo e lo stile non sempre è commisurato all’entità delle parcelle.

Tu cosa ne pensi?

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