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La pianificazione organizzativa secondo Napoleone

11 Novembre 2010 | di Arduino Mancini (S)management delle Risorse Umane
Ai prefetti.

Voi non mi spedite altro che appunti insignificanti sui funzionari del vostro dipartimento.
Ciò che desidero sapere è se ce n’è per caso uno al posto giusto e che io possa instradare verso le più alte cariche dello Stato.
La difficoltà sta nell’utilizzare gli uomini impiegandoli dove è più opportuno piuttosto che in modo casuale.
Siete al vostro posto proprio per segnalarmi le ingiustizie, i cambiamenti che sarebbe opportuno eseguire in un senso o nell’altro.

Non dimenticate di fornirmi un rapporto dettagliato circa il carattere e le capacità di ciascun funzionario.

Le parole che avete letto sono di Napoleone Bonaparte, indirizzate ai prefetti di Francia.

Egli sentiva il bisogno di affidare le posizioni nell’amministrazione statale a persone preparate a gestire il ruolo e pianificare razionalmente, piuttosto che casualmente, lo sviluppo dell’organizzazione.

Inoltre, Napoleone non mancava di ricordare ai prefetti che compito di un capo non è quello di mettersi in competizione con i propri collaboratori ma di valorizzare le persone migliori: e chiedeva loro, per i funzionari, ciò che oggi chiameremmo un curriculum vitae arricchito dall’indicazione delle competenze possedute.

Napoleone è morto da molte decine di anni, ma le organizzazioni continuano ad affrontare gli stessi problemi.

Per lo più ancora da risolvere.

Il brano è tratto dal libro Manuale del capo.

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