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Radio Vaticana e il valore della vita umana

25 Novembre 2010 | di Arduino Mancini Conflitto e teoria dei giochi - Management e Smanagement

Da anni infuria la battaglia fra Radio Vaticana e i comitati dei residenti nelle zone fino a 12 chilometri dai ripetitori, collocati presso Santa Maria di Galeria e della Marina Militare (Maritele), a Roma.

I residenti sostengono che esistono evidenze circa rischi reali di leucemia, linfoma e mieloma: la Radio ha sempre negato e rifiutato di spostare i ripetitori.

Ora il fatto nuovo.

Sono stati consegnati alla procura di Roma i risultati dell’incidente probatorio sull’inquinamento elettromagnetico dell’emittente della Santa Sede.

Le verifiche del perito del Gip, Andrea Micheli (Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) attestano un «coerente, importante, significativo» pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla «lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa».

Lo studio ha verificato i decessi dal 1997 al 2003 per una serie di patologie e ha preso in considerazione il ventennio di storia abitativa antecedente la data della morte, determinando, fino a 12 chilometri da Radio Vaticana, un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 km di distanza e un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano linfomi e mielomi: bambini e adulti vissuti nelle vicinanze dei centri trasmittenti della Radio Vaticana si sono ammalati in percentuale sensibilmente superiore agli altri cittadini romani.

La Santa Sede ha risposto con una contro-perizia di Umberto Veronesi e Susanna Lagorio che nega effetti cancerogeni alle onde elettromagnetiche e assicura che «nella sua attività Radio Vaticana ha sempre rispettato le indicazioni internazionalmente accettate sull`intensità delle emissioni proprio per garantire piena tranquillità alle popolazioni circostanti e ai suoi lavoratori».

Inoltre, la documentazione fornita dal perito del Gip «non risponde agli standard comunemente accettati per gli studi scientifici epidemiologici» e «i metodi adottati per l’esame dei casi non sono né chiari, né adeguatamente spiegati». Ciò, per la Santa Sede, «conduce a risultati non attendibili e paradossali».

Non sono un esperto, come invece sembrano essere persone e istituti chiamati in causa dalle parti, e quindi non aggiungo niente alla discussione in corso.

Appare tuttavia sorprendente che:

  1. Radio Vaticana chiami come perito di parte Umberto Veronesi, presidente dello stesso Istituto cui appartiene il perito del Gip;
  2. le perizie forniscano conclusioni diametralmente opposte da parte di persone appartenenti allo stesso Istituto.

Che dire? Ha senso avere due periti emanazione dello stesso soggetto, su posizioni contrapposte? Come sono gestite le perizie nell’Istituto guidato da Umberto Veronesi?

Mi sarebbe piaciuto leggere che la Santa Sede, di fronte a dati “poco chiari” del perito del tribunale, avesse proposto di approfondire congiuntamente (gli uni e gli altri periti) le conclusioni, per accertare le realtà delle cose: mettendo al primo posto la vita delle persone.

Assistiamo invece a una contrapposizione frontale di interessi, che lascia la sgradevole sensazione che la difesa della vita non sia, per la Santa Sede, una priorità.

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Commenti
Anonymous 30 Novembre 2010 0:00

Bella li Arduino!…

davvero paradossale pensando chi c'e' dall'altra parte…..

LEO

Anonymous 30 Novembre 2010 0:00

Che dire dei ripetori di altre emittenze?
Sarebbe interessane vedere cosa salta fuori.
Raf

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