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5° Stratagemma - La cosa migliore è la fuga

27 Febbraio 2011 | di Arduino Mancini Impara I 36 stratagemmi

La spiegazione

Non ci sono che tre modi per evitare la battaglia contro il nemico in circostanze svantaggiose: la resa, il patteggiamento, la ritirata.

La resa è la sconfitta totale e il patteggiamento, una mezza sconfitta; solo la ritirata può consente di volgere la sconfitta in una vittoria futura, poiché si continua a rimanere in battaglia.

Per questo si afferma che “la cosa migliore è la fuga”, ma quando le condizioni dello scotro sono proibitive.

Se intesa come una ritirata pianificata e decisa di propria iniziativa, la fuga ha un senso positivo. Spesso, è proprio grazie alla fuga che l’esercito debole si mantiene intatto e riesce ad attirare in trappola e a dividere il nemico potente, e a creare occasioni propizie per dare battaglia.

La storia

Nel noto episodio degli Orazi e Curiazi l’ultimo degli Orazi aveva visto cadere i suoi compagni nella mischia furibonda, mentre gli avversari erano ancora in tre.

Egli era un combattente valentissimo, tuttavia non avrebbe potuto resistere agli attacchi coordinati di tre forti nemici. La necessità allora gli aguzzò l’ingegno: si sganciò e fuggì a gambe levate, prontamente inseguito dai tre.

Presto, la distanza che separava i quattro aumentò a causa della diversa velocità alla quale correvano. D’improvviso, egli si voltò e abbatté l’inseguitore più veloce, poi il secondo e infine il terzo.

Egli aveva trasformato la sconfitta in vittoria grazie alla sostituzione di uno scontro impari con uno scontro vantaggioso uno contro uno e, colpendo i nemici uno alla volta, riuscì a prevalere sulla preponderanza numerica.

Commento

In termini organizzativi lo stratagemma ha il significato di evitare lo scontro con il nemico che è più forte, mantenendo l’integrità delle forze e delle risorse: o almeno limitando i danni.

A volte, quando si profila uno scontro e si ha la sensazione di essere nel giusto, si può cadere nella tentazione di affrontare lo scontro anche se si è a conoscenza della superiorità dell’avversario e che la probabilità di ottenere il successo è piuttosto bassa.

Sono esempi diffusi lo scontro fra collaboratore e capo diretto, fra manager e azionista, fra gruppi della stessa organizzazione in possesso di diverso peso e potere decisionale.

In questi casi è fondamentale mantenere il controllo e la consapevolezza di ciò che accade, ritirarsi in buon ordine e al tempo stesso preparare un piano capace di generare, per noi, quella situazione di vantaggio che oggi ci sfugge.

La difficoltà, in questo caso, consiste nell’accettazione emotiva della ritirata e nel mantenere fiducia in sé: l’aver elaborato un buon piano d’azione può rivelarsi di grande sostegno morale.

Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.

 

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