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Quando è la volpe a sparare al cacciatore

11 Febbraio 2011 | di Arduino Mancini La tua formazione - Storie Storielle Storiacce

Qualche settimana fa le agenzie hanno battuto una notizia degna di tale nome: una volpe ha sparato al cacciatore e lo ha spedito in ospedale.

I fatti.

Nella regione di Grodno, in Bielorussia, un cacciatore ha sparato a una volpe riuscendo solo a ferirla.

Dopo aver colpito la volpe, l’uomo le si è avvicinato cercando di immobilizzarla e finirla a mani nude. L’animale ha reagito e, nella colluttazione che ne è seguita, con una zampa ha azionato il grilletto del fucile facendo partire il colpo ancora in canna.

Poi è fuggita.

L’uomo è finito in ospedale con un proiettile in una gamba.

Le agenzia hanno tutte attribuito alla volpe una straordinaria furbizia (che volpe sarebbe, altrimenti?) e, aggiungerei io, la capacità di mantenere un’assoluta freddezza dopo aver incassato un colpo d’arma da fuoco.

Mi permetto di accogliere con scetticismo la versione: sono più propenso a credere che la volpe, sentito l’uomo avvicinarsi, abbia raccolto le energie per vendere cara la pelle.

Veniamo ora al cacciatore.

Perché finire la volpe a mani nude?

Un’ipotesi è quella che un altro proiettile avrebbe potuto rovinare la pelliccia.

L’altra è che il cacciatore abbia voluto confrontarsi alla pari con l’animale, eliminando il vantaggio dell’arma da fuoco: eroismo da racconto a petto gonfio.

L’animale era ferito e la parità illusoria? Dettagli.

Quale che sia la versione reale rimane il fatto che il cacciatore è stato almeno incauto.

Perché quando tutto è perduto anche una pecora può diventare tigre: figuriamoci una volpe.

E di questo, il cacciatore, non sembra essere stato consapevole: avrà imparato?

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