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Quelli che, nel PD, tifano Berlusconi

31 Marzo 2011 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti - Sport

sfiducia

C’è un dramma silenzioso che si consuma nel PD: quello dei tifosi milanisti.

È possibile avversare il Presidente del Consiglio e nello stesso tempo essergli grati per il fatto che investe ogni anno molte decine di milioni di euro nelle fortune di una squadra di calcio, la più titolata al mondo?

Secondo Enrico Letta, ospite qualche sera fa a “la Zanzara”, trasmissione radiofonica di Radio 24, Silvio Berlusconi è senza dubbio un apprezzabilissimo presidente di club, che ha il merito di aver creato il Milan di Sacchi e degli olandesi: per questo Letta gli è, da tifoso, grato.

Nell’esponente politico del PD convivono rivalità e gratitudine, che appartengono a dimensioni (quella politica e quella calcistica) che egli sembra considerare nettamente distinte.

In cuor loro, gli avversari politici di Berlusconi sperano ardentemente che egli tolga in fretta il disturbo ma continui a investire danaro nel club.

Non so se e quando questo accadrà, ma penso che sia cosa buona riflettere sul fatto che una leadership poggia su un legame fra leader e seguaci che può essere fondato sui valori, sull’interesse o sul coinvolgimento emotivo.

Non so cosa ne pensiate, ma trovo difficile sostenere che il legame emotivo che esiste fra il Milan e i tifosi non contribuisca in qualche misura alla leadership del Premier.

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Commenti
Gianluca 5 Aprile 2011 0:00

Buongiorno,
è la prima volta che intervengo anche se sono un appassionato lettore di questo blog (del quale seguo altresì i consigli letterari e cinematografici).
Credo che l’interrogativo posto sia un punto chiave del modo di gestire e mantenere il potere in Italia; recentemente ho assistito alla proiezione del film “Il Gioiellino” (del quale consiglio vivamente la visione) e, uno dei personaggi chiave della vicenda, afferma che in una scalata al potere in Italia non si può presindere dal “tridente” dato da Squadra di Calcio, possesso di un giornale (leggasi organi di informazione) e di una Banca. Ovvio che ognuno dei punti del tridente assolve ad una funzione e credo che il fattore “squadra di calcio” attenga alla dimensione emotiva del consenso, in considerazione della rilevanza di cui il calcio gode a tutti i livelli della società italiana.

Detto questo, per le mie personalissime convinzioni politiche e per la mia fede calcistica auspico un ritiro di Berlusconi da entrambi i settori.

Ringrazio per lo spazio e saluto cordialmente
Gianluca

    AM 5 Aprile 2011 0:00

    Ciao Gianluca,

    il tuo primo commento merita attenzione doppia.
    Ho in programma di vedere il film che raccomandi, mi farò un’idea precisa. il tridente certo ha probabilità molto alte di funzionare.

    Apprezzo molto il fatto che tu ci informi che la tua fede calcistica non sia coerente con quella del presidente del Consiglio, perché certamente non puoi essere vittima dell’atroce dubbio che attanaglia i milanisti consapevoli.

    Ti confesso che nel 2003, quando il Milan disputò la finale di Manchester contro la Juventus, fui molto impressionato dalle dichiarazioni di Fausto Bertinotti il quale si espresse più o meno così:”Berlusconi è un disastro come capo del Governo, almeno ci faccia vincere qualcosa come milanisti.”

    L’occhio era quello del bambino emozionato.

    Come tenere nettamente distinti i due sentimenti se non si è consapevoli che la dimensione calcistica ha un ruolo nel mantenimento della leadership politica?

    A presto leggerti,
    Arduino

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