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Giovani che se ne vanno e soluzioni effimere

24 Maggio 2011 | di Arduino Mancini Politica, politici, politicanti

È di qualche giorno fa la notizia che nei primi 10 mesi del 2010 ben 65 mila giovani sotto i 30 anni avrebbero lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero.

Un flusso continuo, inarrestabile che, ci potete giurare, interessa persone preparate e piene di voglia di fare.

Iniziative per dare soluzione al problema? Non ne sono a conoscenza.

In parlamento c’è una proposta di PD e PDL (per una volta insieme su un punto condiviso…) per favorire il rientro di giovani residenti all’estero da almeno due anni e nati dopo il 1° gennaio 1969.

Il decreto di attuazione prevede una tassazione del 30% (per gli uomini) o del 20% (per le donne) per le persone che decidono di rientrare in Italia.

Cosa buona, senza dubbio, ma la sensazione che si tratti di una mezza misura è forte.

È evidente, infatti, che la decisione di vivere in un paese piuttosto che in un altro non può essere collegata a uno sgravio fiscale: prospettive, opportunità per sé e per la famiglia giocano un ruolo fondamentale.

Che l’Italia, visto il numero di giovani che lascia il Paese,  fatica ad offrire.

Insomma, lo sgravio fiscale rischia di rappresentare, ancora una volta, una soluzione dal fiato corto che lascia intatta la sostanza dei problemi.

Tu cosa ne pensi?

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Commenti
marco 25 Maggio 2011 0:00

Una soluzione potrebbe essere un’agevolazione fiscale seria per per quelle imprese che investendo in Italia potrebbero garantire l’assunzione di questi giovani fuggitivi.
Cmq se potessi me ne andrei anche io che poi tanto giovane non lo sono più.
E’ una questione di sopravvivenza, non di principi.

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