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11° Stratagemma – Generare qualcosa dal nulla

7 Luglio 2011 | di Arduino Mancini Impara I 36 stratagemmi

La spiegazione

L’enunciato originale dello stratagemma è “generare essere da non essere”.

Il principale senso dello stratagemma è architettare menzogne prive di fondamento per attirare in trappola gli ignari.

Menzogna è «non essere» ma mostrare di «essere». La menzogna però non può durare a lungo senza venire scoperta, dunque è impossibile che «non essere» rimanga sempre tale.

Generare «qualcosa» dal «nulla» significa allora passare dalla menzogna alla veridicità cogliendone i vantaggi.

Con «nulla» non si può sconfiggere il nemico, generando «qualcosa», sì.

Vediamo lo stratagemma nel dettaglio.

La storia

Al tempo della rivolta di An Lushan, sotto i Tang, An Lushan ordinò al generale Ling Guchao di accerchiare la città di Yongqin.

Il comandante della guarnigione della città Zhang Xun, che teneva la postazione con grande difficoltà, ordinò ai soldati di fabbricare un migliaio di fantocci di paglia e di coprirsi con mantelli neri, di legarli alle corde e di calarli giù dalle mura nella notte.

I soldati di Ling Guchao credettero che il nemico si calasse dalle mura per fare una sortita e si misero a scagliare frecce contro i fantocci di paglia; Zhang Xun si rifornì così di parecchie centinaia di migliaia di dardi.

In seguito, sempre nottetempo, Zhang Xun fece calare dalle mura i soldati veri.

Le truppe di Ling Guchao ritennero che Zhang Xun tentasse di nuovo il colpo di « rifornirsi di frecce coi fantocci» e si misero ad ammirare di lontano lo spettacolo, sogghignando, senza fare alcun preparativo di battaglia.

Così, lo squadrone votato alla morte formato dai cinquecento soldati calatisi giù dalle mura irruppe nell’accampamento di Ling Guchao e massacrò i nemici del tutto impreparati.

 

Il commento

Una sofisticata applicazione dello stratagemma all’interno delle organizzazioni può essere finalizzata a scoraggiare l’attacco da parte degli avversari fingendosi deboli dove si è forti per distogliere l’attenzione dai punti di effettiva debolezza.

Un’applicazione classica dello stratagemma si ha nella presentazione di iniziative di varia natura (presentazioni commerciali, business  plan, soluzioni tecniche, ecc.) che, come direi sempre accade, hanno punti di forza più e meno marcati.

Quando si è consapevoli del fatto che fra le persone che partecipano alla riunione possono esserne presenti alcune che, per le ragioni più svariate, possono avere interesse a “impallinare” l’iniziativa, può essere utile disinnescarne l’azione con l’applicazione dello stratagemma, “generando qualcosa dal nulla”.

Nella parte iniziale della presentazione è utile omettere alcune informazioni di una qualche rilevanza (difficile dare una ricetta valida universalmente poiché molto dipende dal contesto, ma la mancanza deve essere evidente) per provocare l’attacco da parte dell’avversario: la risposta, puntuale, precisa e non affrettata, darà all’interlocutore e alla platea la chiara sensazione di un piano ben congegnato scoraggiando (o almeno togliendo forza agli…) attacchi successivi.

Può essere utile inserire, per precauzione, può di un punto di “falsa debolezza” in momenti diversi della presentazione per fronteggiare attacchi reiterati o condotti da più persone: la presenza della “finta debolezza” nella parte iniziale è suggerita per rispondere alla prevedibile ansia di chi intende attaccare.

Va da sé che l’iniziativa deve avere una sua robustezza: altrimenti non c’è stratagemma che tenga.

Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.

Clicca qui per leggere  gli stratagemmi fin qui commentati.

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