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Brutta cosa la paura che gli altri possano sbagliare...

Dieci buone ragioni per sovraccaricarsi di lavoro

20 Luglio 2011 | di Arduino Mancini Delegare

Post rivisto il 31 maggio 2021

In un articolo di qualche tempo fa ti ho parlato della delega verso l’alto, la tecnica usata da molti per scaricare sul capo almeno parte delle proprie attività.

Ma i capi sono sempre inconsapevoli della situazione? E perché finiscono per accettare il furbesco stratagemma?

Ho di recente tenuto un corso sulla delega e dalla discussione in aula sono emerse 10 ragioni, che vi elenco si seguito:

  1. faccio da me e faccio prima;
  2. fare da sé è più semplice che coordinare l’attività di altre persone;
  3. prendere su di sé la responsabilità è più facile che lasciarla ad altri;
  4. non sopporto la paura che gli altri possano sbagliare dell’errore altrui;
  5. non mi fido del mio collaboratore;
  6. mostro a tutti quanto io sia bravo/a;
  7. rendo chiara a tutti la mia insostituibilità;
  8. mi sento importante;
  9. non so dire di no;
  10. ho paura che il mio collaboratore diventi più bravo di me (lo hai visto quanto si dà da fare, no?).

Che ne dici?

Ho dimenticato qualcosa?

 

Se vuoi approfondire il tema della delega puoi frequentare questo corso eLearning.

Puoi anche trovare utile questo libro.

Trovi il post anche nel libro Palmiro e lo (s)management delle Risorse Umane – Tattiche di sopravvivenza aziendale.

 

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Commenti
Claudia 20 Luglio 2011 0:00

Io tendo sempre a “fare” piuttosto che delegare …
puo’ anche essere vero che e’ un errore…
se la cosa si protrae nel tempo … ma non se termina a breve …
perche in realta’ cosi facendo:
…Imparo una cosa che magari non sapevo fare
….valuto i tempi che ci mette chi lo dovra’ poi fare al posto mio
…rendo conscio chi lo fara’ dopo di me che nessuno e’ insostituibile
(nemmeno io ..ovvio)
….creo una situazione “pseudo-paritaria” che forse mi avvicinera’ a chi lo fara di seguito aumentando forse la collaborazione
…concretizzo le difficolta’ o il “migliorabile” in quell’ azione che sto compiendo.
Saluti

AM 20 Luglio 2011 0:00

Ciao Claudia,
niente da dire se è una scelta, ancora meno se legata all’apprendimento.
Ma se manca la consapevolezza di ciò che accade allora forse qualche dubbio sull’utilità del comportamento può essere lecita.
A presto leggerti,
Arduino

Claudia 24 Luglio 2011 0:00

Buongiorno,
mi trovo perfettamente daccordo,
la consapevolezza deve essere presente; anche se nutro forti dubbi sul fatto che sia possibile averla sempre, perche purtroppo cio che gli altri ci mostrano di loro stessi e del loro operato e’ sempre un po “falsato” dal cappello che noi indossiamo in quel momento.
Se un collaboratore scarica (o delega) una problematica al suo capo va da se che dimostra di non saperlo risolvere…e quindi sta poi nel capo valutare l’efficenza e l’utilita’ del collaboratore che lui si e’ preso.
Anche questo e’ uno strumento di misurazione del collaboratore….
Insomma , un capo efficente deve avere tutte le conoscenze che ha un collaboratore (e mi riallaccio alla mia precedente) piu qualcuna altra , che lo porta ad essere il capo.
Penso che debba essere chiaro per il collaboratore che lui e’ un “amplificatore” del tempo del capo.
I collaboratori che delegano elegantemente al capo sono solo passacarte , quindi non indispensabili ; ma i capi che delegano ai collaboratori devono sempre avere una marcia in piu , ed essere in grado ( quindi conoscere) di svolgere loro stessi il compito assegnato, che non si e’ potuto svolgere per la mancanza del dono dell’ubiquita’..
Saluti

AM 25 Luglio 2011 0:00

Buongiorno Claudia,
alcune osservazioni al tuo commento, come al solito stimolante.
Vado con ordine.
1) Vero che la realtà che gli altri tendono a rappresentarci è fortemente influenzata dal cappello che portiamo e dal tipo di influenza che possiamo avere sulla situazione.
2) Se il collaboratore scarica lavoro sul capo (in questo caso non si parla propriamente di delega, che definirei così https://www.tibicon.net/glossario/d/delega-ambito-organizzativo) non è detto che sia per propria incapacità di portarlo a termine: può semplicemente trovare comodo scaricare lavoro ad altri indesiderato.
3) Nella gran parte dei casi i capi i collaboratori li trovano, non se li prendono. Lo so, non è detto che se li scegliessero loro le cose sarebbero migliori ma questa è un’altra storia.
4) Non necessariamente il capo deve essere più competente del collaboratore nel fare il lavoro del collaboratore stesso. Anzi, succede sempre meno spesso. Le attività gestite da un gruppo di lavoro sono quasi sempre tanto articolate che la necessità di costituire un gruppo, che alcuni decenni fa trovava la sua ragione nell’aggiungere forza lavoro per fare cose che il capo sapeva fare benissimo da sé, trova la principale ragione nel fatto che le diverse persone sono portatrici di conoscenze diverse, che molto difficilmente troveresti solo in una persona. Questa è una delle principali difficoltà della delega: gestire persone che hanno, nel loro ruolo, competenza o conoscenza specifica superiori a quella del capo.
Quattro punti “tosti”, come dicevo (specie l’ultimo), sui quali torneremo.
Grazie e a presto leggerti.
Arduino

Leo 1 Agosto 2011 0:00

penso che su questo argomento ci siano tante cose vere e alcune false..dal mio punto di vista.
molto interessante. leo

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