t post

Le riunioni? Una perdita di tempo

4 Luglio 2011 | di Arduino Mancini Come gestire una riunione?

Ho appena finito di preparare un corso di formazione sulla delega e mi sono imbattuto in un paio di studi che, condotti a oltre 30 anni di distanza l’uno dall’altro, affermano concordemente che le riunioni costituiscono la principale fonte percepita di perdita di tempo da parte dei manager.

Le cause?

Sembra che l’assenza di un ordine del giorno, i cambiamenti di tema (cominciamo a parlare dell’ultima cosa messa sul tavolo da chi parla), inefficienza della comunicazione (interruzioni, parlarsi sopra, parlarsi addosso, …) generano spesso quello “sbrodolamento” che porta la riunione a protrarsi oltre il necessario.

Con scarsi risultati finali.

E sembra proprio che facciamo fatica a imparare.

Voi cosa ne pensate?

Vuoi imparare a gestire efficacemente il tuo tempo? Scopri il mio corso sul Time Management

(No Ratings Yet)
Loading...
Commenti
Rosario Rizzo 4 Luglio 2011 0:00

Nella maggior parte delle situazioni che ho trovato presso i miei clienti la gestione delle riunioni é quanto minimo “non ottimizzata” (per usare un eufemismo).
Eppure ci vuole veramente poco per ottenere miglioramenti e rendere le riunioni piú proficue e produttive.
Riporto qui un aneddoto di un’esperienza che ho avuto quasi venti anni fa presso un’azienda del Piacentino che produceva display a led (tecnologia dell’epoca) per gestire le code negli uffici.
Sono entrato in sala riunioi con il commerciale che era con me ed ho notato subito che i due ospiti passavano un badge nel lettore posto vicino alla porta della sala riunioni.
Istantaneamente si é attivato un grosso display posto sulla parte piú grande della sala con la scritta: “Questa riunione sta costando 5.500 lire…. 5.750 lire…. 6.000 lire,… e cosí via man mano che passavano i secondi.
Quando é entrata una terza persona il display diventava sempre piú veloce evidenziando il costo del personale all’interno della sala impegnato nella riunione.

Non ho mai piú visto una cosa del genere in vita mia, ma posso affermare che era molto efficace in quanto il proprietario dell’azienda controllava direttamente i tabulati sul tempo passato dalle persone nelle riunioni.

Nessuno ha qualche aneddoto sulle riunioni?

Claudia 6 Luglio 2011 0:00

Ho partecipato a varie riunioni e rivestito sia il ruolo del partecipante che di quello che la indiceva; quindi ho visto gli atteggiamenti delle persone dai due punti di vista.
Sono giunta alla conclusione che le trovo utili se sono un “contenitore” dove ci si toglie ogni “cappello mansionario” e si espongono le problematiche senza risvolti di immagine personali/professionali .
Mi piace molto l’idea del Brainstorming …purtoppo non ho mai visto o partecipato a nulla del genere ;lo ritengo invece uno strumento utilissimo e poco usato .
Certo che ci vuole un coraggio e una onesta’ non comuni , sia da parte di chi la indice che da parte di chi partecipa.
Le riunioni standard fatta a “spot” su una problematica spesso non risolvono, e troppo approfondite e ripetute si affossano inevitabilmente, aprendo spesso ulteriori problematiche .
Molte volte il problema ha delle origini diverse da quelle presunte
logicamente …

AM 6 Luglio 2011 0:00

Ciao Claudia,
scusa se rispondo in ritardo. La vera questione è che la gestione di una riunione richiede disciplina: la disciplina è faticosa e le tecniche di base per la gestione poco diffuse.
Quanto al brainstorming condivido. ne ho gestiti diversi e con diverse finalità: complessi e ad alto rischio anche per chi li gestisce.
Se vuoi del materiale su questo fammi sapere.
Ciao e a presto leggerti, Arduino

    Claudia 10 Luglio 2011 0:00

    Buongiorno;
    ho provato a curiosare su vari testi gia tempo addietro , ma l’argomento : o mi sparava su incontri di analisi nel campo delle malattie mentali (e non sto scherzando) oppure era piendi di concetti astrusi legati al “==come fare pensare all’altro che tu hai ragione, ma fargli credere che lo ha pensato lui ==”
    ……psicologia insomma….. :o)
    Interessante a dire il vero , ma lontane dalla spiegazione che interessava a me, che cercavo di capire i limiti di una riunione di questo tipo , e i meccanismi per cui si potrebbe riuscire a riconoscere la verita’ esposta se reale o conveniente….
    Scorrettamente ora ammetto che a TUTTE le riunioni alla quale partecipo cerco di immaginare se veramente il relatore del momento e’ convinto di cio che dice o il suo “storico” (o il suo punto d’arrivo) influenza cio che sostiene…
    scrivo “scorrettamente” perche quasi sempre e’ come immaginare un politico che espone il suo programma in tutù……..
    :o)
    per farla breve:se ha un testo efficace e semplice lo leggo volentieri….
    Saluti .

      AM 11 Luglio 2011 0:00

      Dobbiamo distinguere: una cosa è capire se chi tiene la riunione ti tira per la giacca altra come tenere tecnicamente una riunione. Se sei interessataa sapere di più su brainstorming e affini puoi leggere https://www.tibicon.net/libri/creativita-for-ever. Altrimenti ti invio alcune diapositive sulle tecniche di base per tenere una riunione: che ti aiuteranno senza dubbio a contenere divagazioni e tentativi di influenzamento (non a evitarli) e soprattutto a non buttar via tempo.
      Fammi sapere, Arduino

Enrico Bonetto 12 Luglio 2011 0:00

Disciplina nella gestione è a mio avviso la parola chiave dell’argomento. Quando entrai in azienda 15 anni fa avevo una specie di “pallino” nel convocare riunioni. Dopo un po’ di tempo diventarono un vero tallone di achille perchè non portavano a nulla se non a creare un momento di raduno dei problemi.
Dopo qualche attività formativa negli ultimi 2 anni abbiamo trasformato le riunioni in momenti di “soluzione”, semplicemente perchè abbiamo un promemoria di una settimana sull’evento, un orario da rispettare, un ordine del giorno diffuso precedentemente, uno stato avanzamento delle attività discusse sulle precedenti riunioni e un chiusura lavori. Tempo massimo 0,5h! Si prende la parola su idee…

AM 12 Luglio 2011 0:00

Mi pare molto interessante. Altri si comportano come Enrico?

Nicola 13 Luglio 2011 0:00

Concordo pienamente con Claudia… il vero tallone d’Achille delle riunioni sta nel fatto che i partecipanti hanno serie difficoltà ad abbassare le proprie difese, per non dire che sono praticamente costretti – per mantenere il loro ruolo – a non farlo. Questo è dovuto principalmente al fatto che nella maggior parte dei casi nelle aziende si vive una guerra permanente, più che un vero, sano e produttivo lavoro di team. E questo dovrebbe essere un monito per il management che spesso promuove, direttamente o indirettamente, questo sentimento di guerriglia permanente. Non a caso sono spesso i team piccoli in piccole aziende ad essere più rilassati e pronti per un vero coinvolgimento produttivo di una riunione… ovviamente è solo il mio parere

AM 13 Luglio 2011 0:00

Ciao Nicola,
le dinamiche difensive che rendono le riunioni una fonte di dispersione di energie sono note e mi pare che tu ne abbia consapevolezza. Il termine guerriglia è, purtroppo, appropriato. In genere nelle piccole imprese la competitività è attenuata da una più consistente conoscenza personale e quindi si può avere la sensazione di una minore inefficienza, compensata però dalla tendenza a “sbrodolare” deviando dal tema principale. Consiglio a tutti di cominciare a promuovere un po’ di sano metodo, organizzando e gestendo le riunioni secondo alcuni criteri canonici. Li vedremo a breve, se sei interessato a continuare a seguire il blog.
Grazie e apresto leggerti.
Arduino

Adina 25 Luglio 2011 0:00

Ciao,
un amico che ha lavorato in una ditta di logistica olandese mi ha detto che lì le riunioni durano pochissimo e si va sempre al sodo.
Perché? Perché le fanno stando in piedi.

AM 25 Luglio 2011 0:00

Ciao Ada,
anche in Italia ci sono organizzazioni nelle quali si adotta questo comportamento e sembrano essere soddisfatte. Se funziona, tutto bene. Osservo tuttavia che ci sono riunioni di durata intrinseca non indifferente (diciamo un paio d’ore per analizzare uno studio di fattibilità complesso, che ne dici?) che metterebboro a dura prova la resistenza fisica di chiunque (certo la mia).
Aggiungo che ho partecipato a riunioni “erette” e nella prevalenza dei casi ho visto prevalere il desiderio di “chiudere” a quello di raggiungere buoni risultati.
Sedie o non sedie, l’importante è imparare a raggiungere i risultati con efficienza: e qui la strada appare lunga.
Grazie e a presto leggerti.
Arduino

AM 17 Settembre 2011 0:00

Ciao a tutti,
vi segnalo questo articolo, che ha per tema le regole da seguire per gestire una riunione che conduca a risultati soddisfacenti.
Buona lettura!
https://www.tibicon.net/2011/09/gestire-una-riunione-efficacemente.html
A presto leggervi,
Arduino

Lascia ora il tuo commento (* obbligatorio)

Nome *
E-mail *
Sito Web
Commento *