Molti i vostri commenti sugli articoli riguardanti la comunicazione pubblicitaria Intimissimi.
La domanda che vi ho posto a suo tempo è: secondo voi questa pubblicità ha senso?
Prima del mio commento riepilogo le vostre risposte:
Provo ora a fare qualche riflessione, senza troppe pretese.
Nei commenti, come del resto non esiste nella comunicazione, le caratteristiche del prodotto non sono citate.
Quando lavoravo nel marketing mi insegnavano che la pubblicità avrebbe dovuto concentrarsi sulle caratteristiche del prodotto: qualità, tessuto, comfort sono fondamentali per l’abbigliamento intimo ma sono rigorosamente assenti da questa comunicazione pubblicitaria.
Nulla ci viene detto del prodotto che ci propongono: acquistiamo un indumento, specie se intimo, per l’immagine di noi che intendiamo proiettare sul partner.
La comunicazione tende a farsi ricordare perché capovolge la consuetudine che a indossare il boxer sia l’uomo: ciò comporta un cambiamento di prospettiva che apre alle più svariate ragioni di acquisto.
Chi, fra di voi, interpreta correttamente la comunicazione pubblicitaria, a mio avviso? Tutti.
La comunicazione è volutamente ambigua e si presta a più interpretazioni: dominanza della donna, omosessualità (latente o consapevole), proiezioni del sé più o meno complesse.
Per rispondere al quesito originale, la pubblicità ha senso?
Certamente per Intimissimi. Quanto a noi l’importante è non dimenticare che, una volta acquistati, i boxer vanno indossati.
E se sono scomodi…
Commenterei con un semplice “basta farne parlare”
Mutande?
Credevo vendessero ragazze!!
bellissima…
la battuta, ovviamente…
Secondo me questa pubblicità molto ben riuscita.
Parla di un uomo vincente (ovviamente grazie a questo prodotto), che ha passato la notte con quella bellissima ragazza. Lo stereotipo è che, dopo una notte di passione, la donna giri per casa con addosso la camicia dell’uomo. Trofeo per lei e per lui (che l’ha coperta con qualcosa di suo, la possiede). In questo caso la camicia sono diventati gli indumenti intimi. Ciao.