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Dai, che i ragazzi hanno buttato la pasta!

24 Gennaio 2012 | di Arduino Mancini Domande, Ascolto, Comunicazione (in)efficace

È sabato e mi trovo al supermercato; sono in coda mentre mia moglie raccoglie le ultime cose.

Mi precede una signora, piuttosto affannata, che fa la spola fra i due estremi della cassa alternando lo svuotamento del carrello e il riempimento delle borse.

Una spesa eccessiva per una sola persona.

“Permette che l’aiuti Signora?” chiedo.

No grazie, non si preoccupi!” la secca risposta.

Non crede che se l’aiutassi a svuotare il carrello lei potrebbe più agevolmente riempire le borse, faticare meno e fare più in fretta?

A quel punto interviene la cassiera: “Signora, per una volta che un gentiluomo offre l’aiuto, cosa piuttosto rara, perché non accettare?”

Ma la signora resiste.

No grazie, non si disturbi!”

Volevo solo essere gentile Signora, ma forse potrebbe servire a rassicurarla il fatto che la mia offerta di aiuto è semplice opportunismo. A casa ci aspettano i ragazzi che hanno già buttato la pasta. Prima lei si sbriga e prima noi arriviamo a casa. Questo le permette di accettare il mio aiuto?

La commessa mi lancia un’occhiata fra il severo e il deluso, mentre la signora ride di gusto e finalmente accetta che sia io a svuotare il suo carrello.

Morale della storia: quando vuoi fare una gentilezza e vuoi che una persona accetti lascia vedere anche il tuo tornaconto.

Sempre più spesso la gentilezza è sospetta e l’opportunismo rassicurante.

Che cosa ne pensi?

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Commenti
simona 31 Gennaio 2012 0:00

AHIME’, carissimo Arduino!
Per mangiare una pasta calda e non scotta, la signora si è fatta aiutare, ma cosa ci diciamo della cassiera? Hai deluso una donna che pensava tu fossi un perfetto gentiluomo. Ne valeva la pena 🙂 ????
ciao buona serata

AM 31 Gennaio 2012 0:00

Cara Simona,
certo che ne valeva la pena. Prima di tutto avrei pagato per la reazione della signora davanti a un atteggiamento che non si confessa. E alla stima della commessa delusa non sono per niente interessato. Per finire, sai benissimo che per non mangiare la pasta fredda farei (quasi) di tutto…
Torna presto a commentare, un abbraccio.
Arduino

Cristina Guarda 1 Febbraio 2012 0:00

Molto interessante questo spaccato di quotidianità che ci insegna molto.
E’ vero, a volte anche la migliore delle intenzioni può essere vista con sospetto. E allora, proviamo a spiegarla questa intenzione. Non sia mai che ci vada bene, come in questo caso.
Una buona giornata a tutti.

Rossella 1 Febbraio 2012 0:00

Sai Arduino forse la signora aveva ragione di sospettare.
L’ultima volta che un signore mi ha dato una mano per velocizzare
la mia spesa mi sono ritrovata con 2 prodotti pagati in meno. Quindi la sua gentilezza è stata ampiamente pagata.

Dino 1 Febbraio 2012 0:00

Ho più volte verificato di persona che l’atto di cortesia deve essere in qualche modo “imposto” affiché venga accettato.
@Cristina: perché dovrei spiegare le ragioni delle mie intenzioni: penso che l’atto di gentilezza dovrebbe essere offerto al di là di secondi fini…
Un saluto a tutti

Cristina Guarda 1 Febbraio 2012 0:00

@Dino io personalmente non amo molto impormi. E se avverto che qualche mio comportamento non è gradito, cerco prima di spiegare le mie intenzioni, appunto. E se dopo i miei chiarimenti, la resistenza continua, io batto in ritirata.
Gli altri non necessariamente possono condividere quello che noi consideriamo una gentilezza (IMHO).

AM 1 Febbraio 2012 0:00

Visto quanto è difficile essere gentili?
@Rossella. Ora capisco perché mi sono trovato un pollo arrosto nella spesa…:-)
@Dino. Credo che Cristina più che una giustificazione cerchi una via per diminuire la resistenza/diffidenza.
In effetti confesso di aver volutamente impiegato una tecnica di ristrutturazione della comunicazione. La signora si aspettava una gentilezza interessata e per questo la rifiutava: una gentilezza che diventava accettabile nel momento in cui veniva rivelata apertamente come interessata. La gentilezza dichiaratamente interessata è ritenuta improbabile, e per questo diventa accettabile.
Che s’ha da fà pe’ campà…
A presto leggervi, Arduino

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