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Ecco uno dei piaceri più diffusi fra i politici

Ma quanto ci piace staccare…la spina!

2 Febbraio 2012 | di Arduino Mancini Le frasi terribili - Politica, politici, politicanti

A tutti noi piace staccare, almeno per un po’.

Lo stacco è diventato sinonimo di breve periodo di vacanza o relax, qualche giorno o solo qualche ora, nel quale abbandoniamo le solite frenetiche attività per fare qualcosa per noi. Qualcosa di piacevole, magari con persone alle quali vogliamo bene.

Ma quale significato attribuiamo all’espressione “staccare la spina”?

Negli ultimi anni situazioni di persone tenute in vita artificialmente o grazie a macchine sofisticate hanno favorito l’ingresso dell’espressione nel linguaggio comune. Il dibattito si è animato fra due principali categorie di persone:

  • quanti ritengono doveroso tenere in vita una persona gravemente malata e sofferente, in assenza di speranza di vita e anche contro la sua volontà;
  • quanti invece riconoscono alla persona il diritto di decidere, pienamente e liberamente, di non continuare a soffrire.

Pian piano dell’espressione si sono impadroniti politici e, soprattutto, i giornalisti.

“Staccare la spina” è un’espressione utilizzata per indicare la facoltà di un soggetto politico di interrompere l’azione di uno o più altri soggetti in virtù del venir meno del suo consenso; i governi ne sono il principale bersaglio.

Oggi Bossi minaccia di staccare la spina alla Giunta della Lombardia se Berlusconi non staccherà la spina al governo Monti. A sua volta Berlusconi sostiene che non staccherà la spina a Monti perché sarebbe da irresponsabili (lo pensa lui o i sondaggi?). Letta invece comunica che il PD la spina non la stacca perché i sondaggi danno il PD in crescita (apprezzo la sincerità…).

I giornalisti la spina la fanno staccare a tutti, perché sembrano non conoscere altro modo per indicare la mancanza di consenso che inibisce l’azione politica o di governo.

Da dove viene il fascino della spina staccata?

Diciamocelo senza ipocrisia, la spina staccata evoca l’immagine della morte: è questo che la rende tanto affascinante.
Per i politici la morte politica (che in qualche caso equivale alla morte fisica) dell’avversario sembra essere molto eccitante, la cosa più inebriante: qualcosa di non molto distante dall’odio.

Per i giornalisti la spina staccata significa attenzione certa perché associata dal lettore all’idea della morte, al pericolo immediato e irrimediabile. Quale mezzo più potente della paura per catturare l’attenzione del pubblico?

A quelli che amano pensare di staccare la spina voglio offrire due spunti di riflessione:

  • lo stacco della spina non lo hanno inventato loro. Oltre 2000 anni fa qualcuno parlava di togliere la legna sotto il calderone e anche nella prima repubblica più di un piltico aveva costruito la propria fortuna sull’essenzialità del proprio consenso. Ma gli avversari non erano nemici ed esisteva un pudore nell’esprimersi che sembriamo aver perduto;
  • quando afferrano la spina per staccarla si assicurino di avere le mani asciutte: è un attimo sostituirsi alla vittima…
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Commenti
Claudia 2 Febbraio 2012 0:00

Buonasera;
Per quanto mi riguarda, Associo un significato positivo alla espressione menzionata;
“staccare la spina” lo ritengo utile ( in taluni casi indispensabile)
per ripartire.
Quasi sempre una “piccola morte” puo’ riassestare le priorita’ e dare il tempo di prendere fiato; mi piace molto associare a questo la storia dell’Araba Fenice, forse per avere l’illusione che non si muore poi mai davvero.

AM 2 Febbraio 2012 0:00

Un modo positivo di vedere le cose. Aiuta a conviverci.
Grazie e a presto.
Arduino

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