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14° Stratagemma - Additare il gelso ma maledire la sofora

6 Marzo 2012 | di Arduino Mancini Impara I 36 stratagemmi

La spiegazione

Stratagemma fra i più complessi, è prevalentemente declinato in due modi, molto diversi fra loro.

Prima di tutto in guerra, dove il comandante deve sfruttare l’esercito come un corpo unico e sono indispensabili unità d’intenti e d’azione, che si realizzano solo con una rigida disciplina e con l’obbedienza al comandante in ogni azione.

 “Additare il gelso ma maledire la sofora” è uno stratagemma che contempla solo la durezza e la severità e che trascura la cedevolezza e la comprensione: ha il senso di tenere in pugno i sottoposti e instaurare una rigida disciplina con il sistema di «uccidere il pollo per spaventare il cane », cioè con la decimazione.

Il secondo impiego dello stratagemma può essere definito come “parlare a nuora perché suocera intenda”; esso trova applicazione nel feedback di comunicazione, quando dobbiamo impiegare cautela nel dare una valutazione dell’operato delle persone che occupano una posizione gerarchicamente superiore o di potere, oppure dare indicazioni che potrebbero essere percepite come minacciose.

La storia

Al tempo delle «Primavere e Autunni», Meng il nano, apprezzato attore di teatro alto non più di qualche spanna, divenne uno dei favoriti di Zhuang, il re di Chu.

A quel tempo, il saggio ministro Sun Shu’ao era defunto da poco, e il re di Chu era tristissimo.

Un giorno, Meng incontrò fuori le mura Sun An, il figlio di Sun Shu’ao, che tagliava la legna sul monte. Gli chiese come mai tagliasse la legna, e seppe così che il padre era morto povero in canna e lui, il figlio, era costretto a fare il boscaiolo.

Al ritorno, Meng indossò il vestito che Sun Shu’ao preferiva tra tutti, si allenò un po’ a rifarne le movenze e poi si recò a banchetto dal re di Chu, in tutto simile al defunto.

Da lontano, il re di Chu lo prese per Sun Shu’ao redivivo e si alzò per andargli incontro, ma, giunto che fu un po’ più vicino, riconobbe il nano. In ricordo del suo saggio ministro, pensò allora di nominare primo ministro Meng:

“Andrai bene lo stesso, anche se sei falso!”

“Permettimi, ti prego, di discuterne prima con mia moglie”, ribatté il nano.

L’indomani, tornò a riferire al re che la moglie non gli permetteva di fare il primo ministro: «Sun Shu’ao è stato primo ministro per una decina d’anni», gli aveva detto e ripetuto, «e non ha potuto mettere da parte neppure un centesimo; dopo che è morto, il figlio ha dovuto andare per monti a fare il taglialegna, per vivere. Non vorrai farci morire di fame anche tu?»

A queste parole, il re di Chu comprese d’improvviso e ordinò subito di accogliere a corte Sun An e di dargli in feudo delle terre, perché non passasse più giorni tanto duri.

Il commento

L’applicazione dello stratagemma in ambito militare o in occasione di conflitto è chiara: il comandante tende a usare ogni mezzo, anche la violenza, per mantenere unito l’esercito.

L’esercito dell’antica Roma considerava il fatto di rimanere indietro durante un attacco un’offesa capitale. Mentre l’esercito avanzava lungo una stessa linea, qualunque soldato che avesse visto il vicino rimanere indietro aveva l’ordine di ucciderlo immediatamente. Per dare credibilità a questo ordine, anche il non uccidere un disertore era considerata un’offesa capitale.

Nelle organizzazioni vediamo la necessità di particolare motivazione e unità d’intenti in diverse situazioni. Eccone alcune, senza pretesa di esaurire il tema:

  • nel caso di conflitto organizzativo o funzionale, quando gli interessi di una parte contrastano con quelli di un’altra e sono in gioco prestigio e potere;
  • nella gestione di situazioni critiche, quali riorganizzazioni, fusioni e acquisizioni, business rilevanti, ecc.

In questi casi il manager si trova nella condizione di dover mantenere unità di azione e l’uccisione del disertore prende fortunatamente forme meno cruente: il patto di riservatezza (quando sono coinvolte persone di organizzazioni diverse), il patto di non concorrenza, la minaccia dell’esclusione dalla “cordata” o dal gruppo che oggi consente di mantenere determinati vantaggi o privilegi.

L’applicazione dello stratagemma nel caso del feedback di comunicazione è più simile a quello raccontato nella storia. La tecnica consiste nel parlare di una situazione simile a quella che s’intende affrontare senza esprimere direttamente una valutazione del comportamento della persona di potere, la quale avrà così minore probabilità di reagire negativamente.

Parlare a nuora perché suocera intenda” rappresenta uno stratagemma per far pervenire un messaggio al capo, al collega, in specifiche circostanze anche al collaboratore (o, in ogni caso, a una persona che occupa una posizione di potere) affinché modifichi il comportamento nel senso desiderato.

Lo stratagemma è impiegato anche per far pervenire l’informazione circa le possibili iniziative nel caso non si realizzassero determinate condizioni: richiesta di aumento di stipendi e desiderio cambiare lavoro sono situazioni classiche nelle quali possiamo vedere applicato lo stratagemma.

Lo stratagemma, infine, può trovare applicazione anche nel conflitto verbale, quando sfocia nell’insulto.

Vai alla recensione del libro I 36 stratagemmi.

Clicca qui per leggere  gli stratagemmi fin qui commentati.

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